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Cronaca

YARA GAMBIRASIO: CONFESSIONI SHOCK DI MASSIMO BOSSETTI

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Tempo di lettura 2 minuti L’uomo avrebbe ricevuto delle confessioni da parte di Massimo Bossetti durante l’ora d’aria e alcuni stralci di confessione li avrebbe scritti nel sul diario

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di Angelo Barraco
 
Ci sono delle importanti novità sul caso Gambirasio e sull’unico indagato per l’omicidio che è Massimo Bossetti, Yara sparì il 26 novembra 2010 e il suo corpo venne trovato tre mesi dopo in un campo di Chignolo D’Isola. Le novità sono di estrema rilevanza e, se accertate, potrebbero dare conferme e aprire nuovi scenari sulla torbida vicenda che dal 2010 tiene con il fiato sul collo tutta Italia. Un detenuto, nei mesi scorsi, ha chiesto di poter parlare con gli inquirenti. Il motivo di tale colloquio? L’uomo avrebbe ricevuto delle confessioni da parte di Massimo Bossetti durante l’ora d’aria e alcuni stralci di confessione li avrebbe scritti nel sul diario. Quanto detto dal detenuto è stato messo a verbale il 12 dicembre scorso e contiene dei passi sconvolgenti ai fini dell’inchiesta poiché Bossetti avrebbe ammesso il delitto, avrebbe ammesso di avere un debole per Yara e avrebbe confessato al detenuto anche la presenza di una seconda persona che lo avrebbe aiutato nell’omicidio. Ciò apre nuovi scenari di indagine, e la ricerca del complice. Questi sono alcuni stralci delle confessioni di Bossetti rese al detenuto e che a sua volta il detenuto ha trascritto nel suo diario: “Le ho fatto cose … cose … ma non l’ho violentata! quando siamo arrivati a Chignolo l’ho presa in spalla come un sacco di cemento … il mio complice mi faceva da palo”. L’Avvocato Claudio Salvagni che difende Massimo Bossetti, dice che il detenuto è un calunniatore. Il Pubblico Ministero Letizia Ruggeri non avrebbe ritenuto attendibile la dichiarazione del detenuto. Altra novità in merito al caso della morte di Yara riguarda le ferite sul suo corpo, “Sul corpo di Yara c’erano diverse ferite, tutte provocate da un coltello o da un taglierino dalla lama molto affilata. Secondo il magistrato quei tagli erano pure e semplici sevizie”. 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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