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di Giuseppa Guglielmino
Se tutto ciò fosse vero questi presunti errori in seno all'intelligence britannica sono costati innumerevoli massacri. Emergono nuovi elementi per accusare di manifesta incapacità i servizi segreti britannici per non aver saputo fermare il 27enne londinese Mohamed Emwazi (più noto come Jihadi John) prima che si unisse ad Isis ed iniziasse il suo lavoro di macellaio di ostaggi occidentali. L'ultima rilevazione è del domenicale Observer secondo il quale l'Mi5 (il controspionaggio di Sua Maesta') non lo blocco' nonostante sapesse che fosse membro di una cellula terroristica che aveva legami stretti con gli organizzatori degli attentati (falliti solo perche' esplosero i detonatori e non le cariche) del 21 luglio 2005 a Londra.
Attacco, sempre con 4 attentatori suicidi, contro il sistema dei trasporti londinese che doveva essere una copia di quelli, purtroppo riusciti di 14 giorni prima, il 7 luglio, in cui 4 kamikaze si fecero saltare in aria sui convogli della metro e su un autobus massacrando 52 persone e 700 feriti.
Secondo il domenicale britannico uno dei "leader della cellula di Emwazi ebbe una conversazione telefonica il giorno degli attacchi con Hussein Osman, che in seguito venne condannato all'ergastolo per aver posizionato una bomba (una di quelle che non esplose il 21 luglio) alla stazione della metro di Shepherd's Bush".
Non solo. L'Observer sottolinea come "i servizi di sicurezza fossero a conoscenza che la cellula di 12 terroristi della zone occidentale di Londra (di cui era membro anche Emwazi) si era unita con i 4 mancati kamikaze del 21 luglio in un campo di addestramento nel Cumbria (contea dell'Inghilterra nord-occidentale al confine con la Scozia) l'anno prima (il 2004) che tentassero di ripetere il massacro" del 7 luglio.
Le "rivelazioni sollevano domande urgenti su come Emwazi sia riuscito a sottrarsi alla sorveglianza (degli 007), riuscendo a lasciare il Paese nel 2013 usando falsi documenti e riemergere l'anno dopo in Siria come il terrorista piu' ricercato al mondo".
In sintesi l'Mi5, scrive l'Observer, "era consapevole della pericolosita' di Emwazi 6 anni prima che apparisse nel video (del 19 agosto 2014) in cui decapito'", primo di una lunga serie, l'ostaggio americano James Foley.
per l'intelligence britannica il cosiddetto 'Jihadi John' era una "person of interest" (nel diritto anglosassone una persona cui non è stato ancora attribuita la qualifica di "sospettato" di aver commesso un crimine ma su cui le indagini proseguono) sin dal 2007 per appartenere ad una cellula jihadista che reclutava volontari per unirsi ai qaedisti somali al Shebaab. Ma alla fine, sei anni dopo, riusci' a scappare e unirsi ad Isis per iniziare la sua famigerata carriera di tagliagole.
Il tagliagole di Isis, nel 2010 stava pensando di suicidarsi.
Era pronto al passo estremo perche' non sopportava più le pressioni e la sorveglianza continua – ma del tutto inutile alla fine – del controspionaggio britannico, l'Mi5. E' quanto riferisce il Mail on Sunday secondo il quale Emwazi avrebbe confessato in una mail datata 14 dicembre 2010 la sua esasperazione e la pulsione suicida a Robert Verkaik, giornalista del Mail, cui raccontò che si sentiva come "a dead man walking" (letteralmente 'un moto che cammina', ossia una persona senza futuro).
"Talvolta mi sento un 'dead man walking' ma non temo che possano essere (gli 007 dell'Mi5) ad uccidermi. Piuttosto temo che un giorno io possa prendere le pillole necessarie per dormire per sempre. Voglio solo che questa gente stia lontana da me", scrisse Emwazi-'Jihadi John'. Intanto, le autorità kuwaitiane stanno monitorando diversi parenti del terrorista 'Jihadi John', che vivono e lavorano nel Golfo, dove e' nato il boia dell'Isis. Tra i parenti di Mohammed Emwazi, che ha decapitato almeno 5 ostaggi occidentali per l'Isis, anche suo padre. Emwazi ha visitato il Kuwait diverse volte, l'ultima tra il 18 gennaio e il 26 aprile 2010.Ma di cosa vogliamo parlare.
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