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di Angelo Barraco
L’immobiliarista Danilo Coppola è nei guai! È imputato davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Roma per falsità in scrittura privata. La denuncia gli è sopraggiunta, nell’anno 2011 e più precisamente nel mese di dicembre, da parte dell’Avvocato Giovanni Acampora e il figlio di quest’ultimo che si chiama Carlo, socio di maggioranza della Grand Hotel via Veneto SPA.
L’accusa sostiene che Danilo Coppola avrebbe utilizzato documenti falsi per ottenere da tale società la restituzione di un finanziamento di 21 milioni di euro e anche per rivendicare la proprietà dell’albergo stesso. Il sopracitato Giovanni Acampora, ricordiamo che è stato condannato definitivamente insieme a Cesare Previti per corruzione di Giudici sia nel processo “Imi-Sir” e sia nel processo “Lodo-Mondadori”, in questa circostanza e in questo processo è stato sentito come testimone. Lui dice: “Coppola mi venne presentato dall’imprenditore alberghiero Amelio Ottaviani, per il quale curavo diverse questioni legali, Lo incontrai alla fine del 2004 al Cafè de Paris per discutere della sua proposta di acquisto del comprensorio Villa Miani, in zona Monte Mario a Roma, di proprietà del gruppo Ottaviani. In quell’occasione Coppola mi disse che era interessato anche ad acquisire la proprietà del Grand Hotel, in quel momento in ristrutturazione. Aveva infatti già comprato a Roma gli alberghi Cicerone e Daniel’s, e stava trattando per il Grand Hotel di Rimini”. Il Contratto di compravendita delle azioni del Grand Hotel via Veneto fu firmato dinnanzi ad un notaio di Lussemburgo in data 14 luglio 2005. La società “Amon”, Lussemburghese, versò per l’acquisto un acconto di 25 milioni di euro, su un prezzo totale di 120 milioni. Il tutto doveva essere consegnato entro 28 febbraio 2006.
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