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di Maurizio Costa
Monaco – I vertici europei e mondiali cercano di trovare una soluzione per mettere la parola fine alla guerra tra separatisti filo-russi e l'esercito nazionale nell'est dell'Ucraina. Mercoledì prossimo, 11 febbraio, Angela Merkel e François Hollande incontreranno Vladimir Putin e Petro Porošenko per ratificare un nuovo trattato di pace. Già qualche mese fa, l'Ucraina e la Russia avevano stipulato un accordo per porre fine ai bombardamenti e alle violenze nell'est dell'Ucraina. Quest'ultimo trattato, però, non è servito a nulla: la guerra non è finita e continuano a crescere i morti, soprattutto tra i civili. Gli abitanti di Donetsk e di Luhansk, le due città sotto il controllo dei separatisti, sono costretti a fuggire all'interno di autobus stracolmi attraverso un corridoio umanitario, stabilito per evitare altre morti bianche.
Il vertice di Minsk – “Se entro quel giorno (11 febbraio n.d.r.) si riuscirà a concordare su certe posizioni faremo l'accordo – ha dichiarato Putin. O si fa la pace o l'incontro sarà inutile. Questa mattina, i quattro leader che parteciperanno alla pace di Minsk, hanno organizzato una conference call, con l'obiettivo di cominciare a placare gli animi. Lo scopo è quello di “lavorare a un pacchetto di misure nel quadro degli sforzi per una soluzione globale del conflitto nell'est”. Sul sito della presidenza ucraina è comparso un comunicato che afferma che i colloqui porteranno ad un rapido e incondizionato cessate il fuoco.
Il problema principale è la posizione degli Stati Uniti. Lo stato americano ha già stabilito che potrebbe rifornire di armi l'esercito ucraino, facendo salire le tensioni tra la Russia e Obama. Il capo della diplomazia russa, Sergej Viktorovič Lavrov, ha affermato che questa mossa degli Usa “potrebbe portare a conseguenze imprevedibili e minare gli sforzi per una soluzione politica”. Lavrov ha incontrato a Monaco il segretario di Stato Usa, John Kerry. Il politico statunitense, dopo il meeting, ha dichiarato che “non ci sono divisioni e non può esserci una soluzione militare”.
L'alto rappresentante degli Affari Esteri dell'Ue, Federica Mogherini, ha affermato che “quella di mercoledì a Minsk è un'ottima chance”. Il problema principale è la posizione della Russia. Vladimir Putin, infatti, non riesce a mantenere un'idea stabile: da una parte, cerca di trovare una soluzione alla crisi ucraina, facendo la parte della vittima e mandando giornalmente aiuti umanitari alle popolazioni dell'est dell'Ucraina. Dall'altra, però, continua ad invadere la nazione ucraina, causando migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati che fuggono verso i paesi vicini.
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