Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
Angelo Barraco
La volontaria americana Kayla Jean è morta, a soli 26 anni. La volontaria era stata rapita in Siria nel 2013 ed era nella mani degli Jihadisti dell’Isis. I miliziani sanniti avrebbero annunciato che la giovane volontaria sarebbe stata uccisa in uno dei raid aerei su Raqq. La giovane volontaria diceva “Non accetto sofferenza, siriani!”. Secondo l’Isis, una bomba avrebbe centrato l’edificio dove era tenuta prigioniera la giovane. Per Kayla, gli jihadisti dello stato islamico avevevano chiesto, nell’agosto scorso, un riscatto di 6,6 milioni di dollari. Nel luglio 2014 le forze speciali tengono un blitz per liberare l’ostaggio, l’edificio venne trovato vuoto. Gli Stati Uniti, al momento, non hanno però né smentito né confermato la morte della giovane dichiarando: “Al momento non ci sono prove”, dichiarazione rilasciata dal Pentagolo. Il comunicato della Stato Islamico è il seguente: “Il fallito raid aereo giordano ha ucciso una donna ostaggio americana. Gli aerei della coalizione criminale crociata hanno bombardato un sito fuori Raqqa a mezzogiorno mentre i residenti stavano recitando le preghiere del venerdì. Il loro assalto è durato un’ora. Allah ha reso vana la loro caccia e ha ostacolato la loro astuzia e nessun mujahid è rimasto ferito solo grazie ad Allah. Ci è stato confermata l’uccisione di una donna americana ostaggio dalle bombe gettate sull’edifico ed il suo nome è Kayla Jean Mueller”. I dubbi sul comunicato dell’Isis quindi lasciano una speranza, attendiamo aggiornamenti.
Correlati