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Editoriali

ABBASSO E ALÉ

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di Maurizio Costa

Il premier Matteo Renzi ha fatto un po' di confusione. Dopo aver elogiato Alexis Tsipras per la vittoria delle elezioni in Grecia, adesso si tira indietro. La Bce ha dichiarato che non darà più liquidità al governo greco, perché i titoli di stato ellenici non danno più garanzie. Una mossa furba, che può sembrare anche un ricatto da parte dell'Eurotower: o la Grecia ritorna sotto la cappella Ue oppure può dire addio ai soldi europei. Mario Draghi non ha fatto sconti ma Tsipras, insieme al ministro delle Finanze ellenico Varoufakis, ha affermato che non tornerà sui suoi passi e continuerà il programma che ha promesso agli elettori greci. Renzi, sulla scia della "nuova sinistra" ellenica, in un primo momento ha lodato il premier greco: un misto di invidia, o forse un "facciamo fronte comune", aveva mosso l'ex sindaco di Firenze ad accogliere Tsipras nell'Olimpo dei "buoni di sinistra". Adesso tutto è cambiato. Renzi dà ragione alla Bce e definisce la mossa di Draghi "legittima e opportuna". Forse il premier qualche giorno fa non conosceva il programma di Tsipras? Impossibile. Sembra che Renzi assuma posizioni discordanti nei confronti dell'Ue: qualche mese fa, dichiarava di non voler sottostare alle regole dell'austerity imposte all'Italia; adesso è diventato il paladino della legalità europea. "Abbasso e alé" cantava Rino Gaetano qualche decennio fa e Renzi sembra prenderlo alla lettera: non sa più dove girarsi per seguire l'andamento del vento.

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