Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
di Simonetta D'Onofrio
Nel giorno in cui Michele Buoninconti viene sottoposto all’interrogatorio di garanzia presso il carcere di Quarto d'Asti, il nostro pensiero si rivolge ai figli della coppia, affidati ai nonni materni da quando il 29 gennaio il marito della donna uccisa è stato arrestato dai Carabinieri.
Esattamente un anno dopo la scomparsa di Elena, i quattro figli della donna si sono ritrovati senza madre e padre, trascinati in un vertice di elementi, di emozioni, che difficilmente i nonni e gli zii riescono a bloccare.
Abbiamo chiesto a Morena Deidda, amica di Elena ai tempi del liceo, e fondatrice del comitato che ha contribuito alle ricerche per il ritrovamento del corpo della donna scomparsa, alcune impressioni su come sta evolvendosi la vicenda.
Voi, come comitato, da subito avete ritenuto Michele colpevole. Questa richiesta di arresto come la giudicate, opportuna, tardiva, o inutile, perché se c'era da inquinare qualcosa ha già potuto fare tutto?
Il comitato non esiste più.
Da quando, e perché?
Dall’8 gennaio. Perché avevamo raggiunto lo scopo. Cioè aiutato le indagini con i nostri consulenti e difeso l'immagine di Elena.
In ogni caso l'arresto era nell'aria da tempo, è stato fatto quando gli inquirenti l’hanno ritenuto opportuno.
Hai sentito per caso i genitori di Elena? Cosa hanno detto ai figli? Come stanno vivendo la nuova condizione?
I bambini sono ora con i nonni, hanno l'aiuto degli zii materni, ma anche di alcune cugine di Elena. Al momento solo la ragazza più grande sa la verità, i piccoli sanno che per un po' dovranno stare con i nonni.
Cosa pensate di fare per aiutare i bambini, che se viene confermata l'accusa, si troveranno senza nessuno dei genitori?
È troppo presto per sapere come i nonni e gli zii gestiranno i bambini. Al momento i nonni si sono trasferiti a Govone. Ho sentito il papà di Elena e gli ho comunicato che per qualsiasi cosa può contare su di me.
Dalle indiscrezioni sembra difficile che a Michele possa essere concessa la libertà in attesa del processo, e anche in caso di conversione della misura cautelare in forma domiciliare, ipotizziamo che i figli non torneranno a casa. Al termine dell’interrogatorio, gli avvocati Chiara Girola e Alberto Masoero, hanno detto che Michele ha risposto a tutte le domande e si difenderà fino alla fine, e che hanno presentato istanza di scarcerazione su cui il GIP si dovrà pronunciare entro cinque giorni.
Intanto viene reso noto uno scambio di SMS che l’uomo ha avuto con una donna residente in Calabria, una certa Teresa, nei quali i due dimostravano una certa intesa. Che forse Michele cercava di sostituire la moglie, dopo il vano tentativo di “recupero” della moglie durato 18 anni?
Correlati