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Redazione
Reggio Calabria – Al termine di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale reggino ha emesso un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nei confronti di:
– OLLIO FRANCESCO, reggino cl. 71, coniugato, operaio, con precedenti di polizia,
– SPRATICO GIOVANNI, reggino cl. 70, coniugato, con precedenti di polizia,
– VALENTINO GIOVANNI DARIO, reggino cl. 77, coniugato, disoccupato, con precedenti di polizia,
per i reati di tentata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa.
I tre sono accusati di essersi recati, in data 23 maggio 2014, presso un’agenzia funebre operante nel centro di Reggio Calabria, per richiedere al proprietario la dazione della somma di euro 2.000 quale pagamento di un preteso credito vantato, asserendo di dover esaudire una richiesta pervenuta da carcerati della locale casa circondariale, profferendo all’indirizzo della vittima espressioni intimidatorie nonché percuotendolo con calci e pugni.
L’attività investigativa del Nucleo Operativo della Compagnia permetteva di riscontrare quanto effettivamente denunciato dalla vittima presso la Stazione Carabinieri di Via Aschenez, mediante l’attenta analisi delle immagine delle telecamere di sorveglianza presenti presso l’esercizio commerciale, nonché i tabulati telefonici delle utenze degli interessati. Nello specifico, i tre, verso le ore 16.50 del 23 maggio 2014, dopo aver fatto ingresso nell’obiettivo, compivano atti diretti in modo non equivoco a costringere il proprietario a consegnare la somma di denaro richiesta, evocando la destinazione della stessa a soggetti ristretti nella medesima struttura carceraria ove era stato recluso il figlio di uno dei rei. A seguito della pressione ricevuta dai responsabili dell’azione intimidatoria, la vittima aveva provato anche a rimettere la querela presentata, possibilità non accordata dal codice penale alla luce della procedibilità d’ufficio del reato commesso.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella trascorsa notte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Reggio Calabria Principale i quali, al termine delle formalità di rito, hanno associato gli arrestati presso la Casa Circondariale di San Pietro di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina davanti la quale dovranno rispondere dei reati di tentata estorsione in concorso aggravata dalla metodologia mafiosa.
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