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PSICOFARMACI PER BAMBINI: QUANDO PUO' ANDARE IN SCENA LA MERCIFICAZIONE DELLE MALATTIE

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Tempo di lettura 8 minuti Un'aberrante fotografia denunciata da Luca Poma, portavoce nazionale di Giu’leManidaiBambini: ”Il disease mongering è la mercificazione delle malattie"

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di Cinzia Marchegiani

Ad aprire un altro vaso di pandora sul mondo dei psicofarmaci senza logica ed efficacia prescritti ai bambini ritorna Luca Poma, portavoce del comitato “Giù le Mani dai Bambini” che solo un mese fa aveva sollevato una grave gestione medica proprio sui psicofarmaci prescritti per terapie soprattutto ai bambini "nonostante non esistano dati certi sull’efficacia di questi, mentre le uniche certezze – ricordava Poma- sono i potenziali gravi effetti collaterali:” Si trattano bambini per anni con psicofarmaci, ma non uno è stato mai ‘curato’, perché interrompendo la somministrazione tornano tutti i disturbi che il bimbo aveva prima della terapia: perché si continuano a correre rischi e a spendere soldi pubblici per cure senza prove di reale efficacia?”. Ricordiamo che l’ISS in data 17 luglio 2014 rispondendo alla suddetta associazione in merito ai report derivanti dal registro italiano ADHD, dimostrava carenze degli steps di autorizzazione e farmacovigilanza dei farmaci in commercio, infatti scriveva: “l'intento e la finalità del Registro non è stata quella di valutazione dell'efficacia dei farmaci che in generate viene effettuata a monte in fase di registrazione, ma del monitoraggio dell'accuratezza diagnostica e dell'appropriatezza della terapia farmacologica”. Una gaffe che GiùleManidaiBambini con una stoccata replicava e ricordava allo stesso ISS che i trials pre-marketing per testare la sicurezza ed efficacia dei farmaci sono spesso carenti per numero di soggetti coinvolti, per la brevità della sperimentazione o per entrambi questi fattori, e che da questi esperimenti non è possibile fare previsioni a lungo termine sulla sicurezza ed efficacia dei farmaci. Gli studi post-marketing che dovrebbero colmare questa lacuna sono anch’essi spesso carenti e in ogni caso non equiparabili ai trials. La prima valutazione sistematica dell’esposizione dei pazienti ai farmaci per curare l’ADHD pre-marketing è la ricerca di Kenneth D. Mandl et. alt. Già solo questo avrebbe dovuto suggerire alle autorità di vigilanza – prima tra tutte la Vostra Agenzia – l’opportunità di un monitoraggio dell’efficacia e della sicurezza sia durante che post trattamento dei minori iscritti al registro ADHD, per avere certezze sugli esiti finali dei trattamenti, monitoraggio che non pare sia minimamente stato effettuato in questi termini.”

DESEASE MONGERING

Ecco che Gianluca Poma ritorna con altre denunce quasi irreali:”Natale è alle porte, e pare che anche quest’anno la tentazione di alcune aziende di inventare a tavolino nuove malattie, come se non ci bastassero quelle già esistenti, non riesca a venir meno.“ E in merito spiega cosa significa disease mongering: ”è la mercificazione delle malattie. Rappresenta l’espressione più estrema del marketing farmaceutico, e consiste nella pubblicizzazione sistematica di un farmaco, anche attraverso il massiccio finanziamento di convegni scientifici atti a promuoverne l’uso, abbinata alla modifica surrettizia dei confini della diagnosi della patologia che il farmaco dovrebbe curare. In poche parole, per semplificare, se una casa farmaceutica riuscisse ad ottenere l’assenso di parte della comunità scientifica sul fatto che è possibile diagnosticare l’ipertensione a 135/85 invece che ha 140/90 com’è normale fare oggi, il giorno dopo a milioni e milioni di nuovi pazienti verranno prescritti farmaci ipertensivi, con forte incremento degli utili delle aziende produttrici.

La fotografia che scatta Poma è inquietante, e getta ombre anche sull’aspetto legale che permetterebbe il marketing farmaceutico al limite del lecito:” È illegale tutto ciò? L’abuso di farmaci non necessari può causare effetti avversi e iatrogeni pericolosi per la salute, ma nessuna legge in grado di avere un serio impatto internazionale è mai stata approvata, e quindi di fatto non vi sono sanzioni: si continua a fare, per molte patologie, come dimostra l’illuminante documentario prodotto da Rai 3 “Inventori di Malattie”.
Gianluca Poma nel dettaglio illustra, spiega minuziosamente il mondo della ricerca scientifica e le leggi che regolano le autorizzazioni ai farmaci, in teoria steps che dovrebbero produrre terapie efficaci per malattie esistenti, ma che nascondono scenari poco trasparenti dove sul banco degli imputati rimangono il business e soprattutto il profitto, laddove il paziente… spesso non paziente, è il mezzo utile per alimentare e dare energia ad un ingranaggio di un meccanismo complicato, contorto e troppo lontano da ciò per cui era stato configurato…buona lettura.

GIU' LE MANI DAI BAMBINI:"QUEST'ANNO SOTTO LALBERO DI NATALE?….UN NUOVO FARMACO PER BAMBINI

«L’ADHD è un tipico caso di disease mongering: una discussa sindrome da iperattività e deficit di attenzione dell’infanzia, “curata” con psicofarmaci, utili per “fissare l’attenzione” di bambini troppo agitati e distratti. Sono derivati dell’anfetamina, somministrati ogni giorno a milioni di bambini nel mondo, Italia compresa, tra l’indifferenza generale, che non risolvono il problema di comportamento – smettendo di somministrarli tornano infatti dal primo all’ultimo tutti i sintomi precedenti alla cura! – ma risolvono benissimo la necessità di Novartis, Eli Lilly e altri giganti del big pharma di distribuire ricchi dividendi a fine anno.
Per inquadrare meglio il problema, è utile ricordare come un’altra multinazionale del settore farmaceutico, la Glaxo, venne inquisita quando emerse che non aveva pubblicato due ricerche scientifiche che dimostravano che il Paxil, un loro psicofarmaco per la depressione a base di paroxetina, “poteva indurre al suicidio bimbi e adolescenti”, in quanto la pubblicazione dei risultati negativi “avrebbe nuociuto al profilo commerciale del farmaco”. La multa poi pagata dall’azienda fu però infinitamente inferiore agli incassi complessivi delle vendite, con buona pace per i danni eventualmente creati da quella molecola.
Sempre per restare in tema di antidepressivi, quando – grazie al Freedom Information Act – il professor Irving Kirsch ha potuto avere accesso a tutti i dati di ricerca, mettendo le mani sui report riservati delle aziende che producono queste molecole psicoattive, ha scoperto che esse non sono più efficaci di una pillola di zucchero. Kirsch ha costretto il Ministero della Salute USA a tirare fuori dai cassetti ciò che altrimenti non sarebbe mai diventato di dominio pubblico: 47 studi clinici controllati che hanno confermato che solo il 10-20% dei pazienti avverte un beneficio dovuto effettivamente all’azione farmacologica della molecola, mentre l’80-90% dei depressi si sente meglio, ma solo grazie all’effetto “placebo”. “Tutti lo sanno – ha dichiarato Kirsch – ma continuano a tacere per interesse”.
In un convegno organizzato dal Comitato indipendente per la farmacovigilanza “Giù le Mani dai Bambini”, per il quale chi scrive fa volontariato, il dottor Bobbio diede una definizione estremamente accurata di “disease mongering”, Il termine venne usato per la prima volta nel 1992 da Lynn Payer quando, nel suo articolo “Disease mongers: how doctors, drug companies, and insurers are making you feel sick”, denunciò come venisse aumentata la richiesta di servizi, prestazioni, prodotti, attraverso la ‘dilatazione’ dei criteri diagnostici di alcune malattie. Payer individuò, in particolare, tre meccanismi: trasformare comuni disturbi in problemi medici, farli apparire pericolosi, proporre terapie delle quali si esaltano i benefici e si sottostimano i rischi. “In inglese”, continuò Bobbio “to monger, corrisponde a un’accezione dispregiativa del termine vendere: il fishmonger è il pescivendolo, il warmonger il guerrafondaio”.

Come denunciava un collega giornalista in un articolo di commento a questo fenomeno, sulla rivista AboutPharma, “la manipolazione avviene attraverso un concerto ben combinato di convegni scientifici, editoriali, siti Internet e riviste divulgative che insistono in modo univoco sul medesimo tema. Inoltre, i leader d’opinione internazionali, i cosiddetti “influenti”, hanno spesso contratti milionari con i produttori e, di fatto, influenzano tutta la comunità scientifica, mentre le riviste di settore vivono grazie alle inserzioni pubblicitarie delle farmaceutiche, e i mass-media generalisti sono semplicemente a caccia di sensazionalismi, limitandosi a fare copia-incolla dei comunicati degli uffici stampa delle case farmaceutiche”.
Manipolare l’informazione è – purtroppo, aggiungo io – molto facile, anche perché i vari Ministeri della Salute e le agenzie di controllo sanitario come la nostra AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco stanno a guardare e tollerano: in Italia, come in molti altri paesi occidentali, che io ricordi non è mai stata lanciata una campagna informativa contro il disease-mongering. Il perché – chiudendo il cerchio – lo spiega la professoressa Emilia Costa, psichiatra di chiara fama con un imponente curriculum scientifico: “Spesso la maggior parte degli esperti dei comitati tecnico-scientifici delle istituzioni sanitarie di controllo sono anche consulenti delle farmaceutiche. Se pensiamo all’FDA, che è l’agenzia che “detta la linea” da seguire anche al di fuori degli USA vediamo che incassa dai produttori 500.000 dollari per ogni autorizzazione al commercio di un nuovo farmaco che rilascia, ovvio che sia incentivata a rilasciarne il più possibile. Non sarebbe meglio – propone la Costa – un sistema che prevedesse un “fondo” sempre alimentato dalle farmaceutiche, ma non vincolato al ‘numero’ di autorizzazioni rilasciate”?Ci sono anche altri modi per condizionare la ricerca scientifica, costantemente utilizzati dalle multinazionali farmaceutiche: non registrare correttamente uno studio in fase di avviso sulle bacche dati ufficiali, così da poter poi “adattare” meglio i risultati finali rispetto alle attese iniziali, oppure anche escludere dallo studio in corso d”opera i pazienti “refrattari”, cioè che non hanno risposto come si deve, così da distorcere i risultati in senso più favorevole al farmaco.

IL CASO DELLA METADOXINA

Per citare fatti più recenti, il 9 settembre 2014 un blog di analisti finanziari ha pubblicato un’entusiastica recensione di un nuovo psicofarmaco per bambini, la Metadoxina, prodotto dalla farmaceutica statunitense Alcobra, in grado di agire sulle modalità di funzionamento dei neurotrasmettitori migliorando l’attenzione dei bambini. Anche in questo caso, siamo dinnanzi all’ennesimo caso di “riciclo” di una molecola il cui brevetto è ormai scaduto: si tratta infatti di un farmaco utilizzato da oltre trent’anni per il trattamento dei postumi da sbronza, del quale – si dichiara candidamente – non si conosce il meccanismo che lo renderebbe efficace verso i sintomi della disattenzione infantile. Farebbe sorridere, se non fosse drammaticamente vera, la pretesa di utilizzare quindi questa molecola per trattamento sui bimbi basandosi su un solo studio, sponsorizzato dallo stesso produttore, della durata di appena 7 settimane su poco più di cento pazienti, peraltro adulti, che ha dimostrato un’efficacia nella riduzione dei sintomi di disattenzione pari a circa il 70%, laddove nello stesso studio il gruppo di controllo ha fatto registrare un miglioramento nel 50% dei casi utilizzando una semplice pastiglia di zucchero. Ma gli analisti finanziari non la finivano più di tessere elogi…

IL CASO DELLA GUANFACINA

Intanto un’altra multinazionale farmaceutica ultimamente molto “aggressiva” nel marketing degli psicofarmaci per bambini, la Shire, sta testando in una struttura di ricerca di Pisa coordinata dal Prof. Masi, non certamente ostile alla somministrazione di molecole psicoattive ai bambini, un vecchio anti-ipertensivo mai autorizzato al commercio a causa dei troppi effetti collaterali: la guanfacina, questo il nome della “molecola apolide” in cerca di una patologia da “curare”, che dovrebbe aprire alla Shire il business sulla psichiatria dell’infanzia in Italia, a oggi sottosfruttato – l’Italia è il 5° mercato farmaceutico al mondo, ma di psicofarmaci per minori se ne vendono ancora pochi – al punto che, violando qualunque tipo di norma di carattere deontologico e di legge, questa azienda aveva commissionato a una nota agenzia di Pubbliche Relazioni azioni di promozione della patologia – e quindi del farmaco che deve curarla – nel nostro paese, ancor prima che il farmaco stesso venisse approvato, come dimostrano i contratti d’incarico rinvenuti durante un ispezione dei Carabinieri dei NAS presso la sede dell’agenzia di PR. Ecco quindi cosa troveranno alcuni bambini sotto l’albero di Natale, se la guanfacina verrà approvata per il commercio contro ogni possibile prudenza: un nuovo psicofarmaco che i bambini stessi potranno ingurgitare per “essere come i grandi vogliono”, soddisfare il desiderio di normalità di noi adulti, e ingrossare ancor più i bilanci miliardari dei produttori.
Tutto questo è realtà, dimostrata – sempre grazie alla scienza – da alcune coraggiose ricerche indipendenti, sempre più rare, nonché dall’attività di giornalisti d’inchiesta coraggiosi. Una realtà che condiziona quotidianamente la nostra vita e la nostra salute, ingrassando i portafogli delle case farmaceutiche e dei loro azionisti, tra i quali – è bene dirlo – anche i cittadini “disattenti” che raramente verificano dove vengono investiti i loro risparmi dalla banca di fiducia.
Scoccia citare i defunti, ma l’allora Direttore Generale di Merck, Henry Gadsen dichiarò: “Il nostro sogno è inventare farmaci per gente sana”. Questa frase è ben rappresentativa dell’avidità di certi individui e di certe aziende, che – quasi vittime di una coazione a ripetere – non riescono a uscire dal labirinto mentale che li porta invariabilmente al profitto a qualunque costo. Chissà se un giorno inventeranno qualcosa per curare la loro stessa bulimia da denaro…? Un farmaco, ad esempio, ma mi raccomando: redditizio.»


Non so in realtà quanti film siano stati realizzati sul mondo inquieto e lugubre delle lobbies farmaceutiche e dei conflitti d'interesse,  ma a Natale sarebbe stato un successo “COME TI SPACCIO UN FARMACO ESSENZIALE PER MALATTIE INVENTATE”. Senza alcuna trasparenza e obiettività, il cittadino si sentirà sempre l’ultimo anello di una catena anomala e soprattutto continuerà ad essere ipercritico e diffidente se il ruolo del garante sarà svolto quasi unicamente dalle associazioni attive nel settore sanitario, sempre pronte a dar battaglia contro chi lucra in nome delle malattie, ma soprattutto sul malato e ancor peggio chi lo fa sui bambini.

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Samsung, Qualcomm e Google unite nel nome del metaverso

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Durante l’evento Unpacked svoltosi a Parigi, Samsung ha confermato lo sviluppo di un visore per la realtà mista. Dopo aver svelato i Galaxy Z Fold e Z Flip di sesta generazione, smartphone pieghevoli del gruppo, l’azienda ha aggiornato le tempistiche di presentazione del suo progetto di metaverso, che coinvolge anche Google e Qualcomm. La prima fornirà una versione adattata di Android per la realtà virtuale e aumentata, due termini che insieme vengono ottimizzati in “realtà mista”, mentre sarà delegata a Qualcomm la realizzazione dell’hardware che potenzierà il dispositivo. Non si hanno altre notizie in merito se non che tutte le compagnie prevedono di lavorare sodo per portare sul mercato il prodotto entro le festività natalizie. Vale la pena ricordare che parte della catena produttiva di Samsung è attualmente sotto pressione, con i dipendenti sudcoreani che stanno scioperando a oltranza per questioni economiche. Stando a quanto viene riportato sul sito Sammobile, Il visore “XR” potrebbe usare due schermi Micro Oled costruiti dalla sussidiaria di Samsung Display chiamata eMagin. “Sarà probabilmente un dispositivo di fascia alta e funzionerà con gli smartphone Galaxy (e probabilmente con i laptop)” scrive il portale. Dubbi sul prezzo, visto che Samsung potrebbe posizionare il visore in una fascia più accessibile di Apple, che attualmente vende i Vision Pro a partire da 3.500 dollari. Non resta altro che aspettare e scoprire tutte le novità e le possibilità legate a questo importantissimo quanto innovativo settore.

F.P.L.

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Destiny 2 la Forma Ultima, lo splendido finale di un capolavoro lungo dieci anni

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Destiny 2 La Forma Ultima è il nuovo contenuto a pagamento stagionale dedicato all’universo di Bungie. Il gioco, che ha visto muovere i passi di milioni di guardiani sulla leggendaria torre ha infatti compiuto 10 anni, e proprio con questo nuovo capitolo della storia si chiude una parentesi enorme della storia del gaming. Intendiamo, il brand Destiny continuerà ad esistere, ma il ciclo della storia principale pare essere arrivato a un punto definitivo. Quindi alla domanda ma Destiny è finito? La risposta è no, ad essere finito il ciclo della saga della luce e dell’oscurità che dal 9 settembre 2014 è stata la base dell’intreccio narrativo. La Forma Ultima è stata pubblicata nella giornata del 4 giugno 2024 su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S, ma i guardiani avranno ancora molto da fare poiché gli sviluppatori hanno già annunciato tre episodi, i quali fungeranno da sequel per gli avvenimenti successi nel DLC tanto atteso dalla community. Inoltre, la software house statunitense ha già annunciato l’Anno 11, con il nome in codice di Frontiere. Ma pensiamo al presente: la storia che Bungie propone in questo ultimo episodio della saga è davvero entusiasmante, poiché propone una campagna narrativa pronta a trasportare i giocatori nel Pallido Cuore del Viaggiatore, con l’unico obiettivo di fermare il Testimone, il principale antagonista di lunga data di Destiny 2. Quest’ultimo è molto pericoloso perché il suo potere gli permette di manipolare la realtà. È chiaro fin da subito che Bungie ha adottato un approccio differente rispetto ai capitoli giocati nelle espansioni scorse, applicando magistralmente le lezioni apprese dalle stagioni più di successo, che hanno enfatizzato maggiormente l’umanità e il background dei personaggi piuttosto che perdersi su altro. Oltretutto, avendola giocata dall’inizio alla fine a difficoltà leggendaria e anche con un certo coinvolgimento, possiamo senza dubbio affermare che la Forma Ultima rappresenta la migliore espansione che Destiny abbia mai offerto. Sebbene la scrittura si sia rivelata piuttosto lineare, ci ha fatto davvero piacere vivere come Guardiani l’esperienza che è poi culminata nello scontro con il Testimone. Uno dei principali punti di forza di questa trama, e della campagna in generale, è stata inoltre la stessa ambientazione. Destiny 2 ci ha abituato a viaggiare per lo spazio, a esplorare pianeti sconosciuti durante il corso delle espansioni pubblicate per il gioco, tuttavia oggi con la Forma Ultima, il Cuore Pallido si è rivelato semplice quanto efficace, dato che proponeva un luogo strano, a tratti inquietante ma comunque straordinario visto anche con gli occhi di chi Destiny non l’ha seguito dal day-one. Ci è sembrato quasi di viaggiare all’interno di un inferno dantesco sci-fi corrotto da Bungie, dato che al suo interno sono presenti elementi familiari tratti da tutta la storia del franchise, ma spesso ricombinati in modi bizzarri o distorti dalla corruzione. È essenziale sottolineare che la campagna si prende il tempo necessario per approfondire la caratterizzazione dei personaggi utilizzando filmati, monologhi e molte conversazioni tra gli NPC, un elemento che sicuramente migliora l’esperienza dato che in altri casi gli unici elementi di lore disponibili erano rappresentati da documentazioni e poco altro ancora. Quindi da questo punto di vista si vede che Bungie ha lavorato sodo per dare a tutti i fan un fantastico ultimo capitolo. Ma parliamo di novità: con La Forma Ultima Bungie ha introdotto una nuova fazione avversaria chiamata “Dread”, che introduce diversi tipi di nemici e riscrive le dinamiche degli scontri di Destiny 2 in modo sostanziale, cambiando le carte in tavola anche per i giocatori più esperti, soprattutto alle difficoltà più elevate. Questi antagonisti si presentano con una forma antropomorfa, in qualche modo corrotta come dalla presenza di alcuni cristalli, che in molti casi determinano anche le loro abilità. Per dire, gli Omen possono ghiacciare i Guardiani, mentre gli Harbinger possono invece metterci in stasi, creando situazioni non facili da gestire sul campo di battaglia.

La Forma Ultima inserisce anche una nuova sottoclasse dei guardiani soprannominata Prismatica, che dal nome vuole fare riferimento a una fusione di quelle precedentemente pubblicate, armate di poteri che facevano riferimento a Luce e Ombra. La sottoclasse Prismatica concede ai giocatori la possibilità di attingere al “meglio dei due mondi”, creando così nuove sinergie, combinando magari abilità per ottenere risultati diversi. Non si tratta di una sottoclasse radicalmente innovativa o entusiasmante come lo Strand al momento del suo completo sblocco nell’ultima espansione, ma manipolare i vari poteri e abilità è gratificante quando si riesce a trovare la combinazione giusta di elementi per massimizzare l’efficienza del proprio setup. Ad esempio utilizzare il missile ad arco del Titano con la spallata di fuoco con martello e la granata soppressiva da vuoto è davvero una roba fantastica. Ma l’attenzione alla costruzione delle build dei personaggi continua anche dopo la campagna, infatti nelle missioni e nelle attività aggiuntive che portano i giocatori a esplorare il Cuore Pallido ci sono una miriade di cose da fare per sbloccare nature, e frammenti necessari a rendere la sottoclasse prismatica completa. Alcuni dei momenti più intriganti e commoventi della storia si verificano proprio in queste fasi successive alla campagna, e Bungie è riuscita a nostro avviso a mantenere alta la qualità in tutte queste missioni. Intendiamoci, anche in questo nuovo episodio il farming è molto alto, ma il risultato finale è veramente soddisfacente. Una volta svelati i segreti del Cuore Pallido, il gioco offre una nuova tipologia di missione che si può soprannominare Dual Destiny. Questa è a tutti gli effetti una missione esotica speciale che richiede di essere giocata esclusivamente da due giocatori. Coordinazione e velocità sono necessarie per portare a termine questo speciale stage e alla fine di esso una scelta morale renderà il tutto ancora più intrigante. Ma noi non vi vogliamo rovinare l’esperienza di gioco, quindi non diremo altro. Unico indizio che possiamo darvi è. Non fidatevi mai di nessuno! Altra missione del tutto innovativa è Escissione, ossia lo scontro finale con il Testimone. Questa missione, che si è resa disponibile solo dopo il primo completamento del nuovo raid a livello mondiale, è assolutamente favolosa perché si deve giocare in 12 ed è affrontabile con il matchmaking, sia nella sua versione normale che nella sua versione super difficile a “Leggendario”. Insomma, anche qui ci troviamo dinanzi a una bella novità. Una menzione giusta da fare riguarda l’incursione Salvation’s Edge. Quest’ultima richiede un alto grado di cooperazione e comunicazione tra i giocatori, questo perché al suo interno sono presenti nuove meccaniche intelligenti che offrono sfide davvero stimolanti. I combattimenti sono impegnativi e gli ambienti, belli e strani, in certi casi sono equiparabili a quanto creato artisticamente all’interno del Cuore Pallido. Inoltre, Salvation’s Edge è leggermente più lungo e difficile rispetto alla maggior parte dei raid recenti, il che soddisfa i giocatori di alto livello in cerca di una sfida più intensa da affrontare settimanalmente. Per quanto riguarda le armi esotiche Bungie ha inserito delle bocche di fuoco davvero interessanti in questa Forma Ultima.

Primo fra tutti va menzionato il cecchino Caccia Immobileterna. Quest’ultimo è veramente interessante perché funzionerà come qualsiasi altro cecchino (solo inizialmente), ma allo stesso tempo propone una barra di caricamento che una volta carica potrà sparare dei colpi d’orati come se fosse una sorta di Pistola d’oro del cacciatore. Inoltre, sarà possibile utilizzarlo con il casco esotico Falconotte del cacciatore per creare delle combinazioni con un danno veramente impressionante forse attualmente la combinazione di quest’arma e di quest’elmo sono la combo arma/super col Dps più alto. Parlando ancora una volta delle bocche da fuoco Esotiche, è presente anche un fucile laser pesante chiamato Microcosmo. Quest’ultimo è molto particolare perché è la prima arma pesante che non ha nessun elemento: l’arma in questione però è molto forte in quanto non solo infligge dei danni ingenti, ma presenta anche dei bonus contro i nemici dotati di scudo, fattore che potrebbe rivelarsi particolarmente vincente nelle attività più difficili come i Cala la Notte in Gran Maestro, dove sono presenti tante minacce con diversi scudi. In più, ci sono due graditi ritorni dal primo Destiny: Il Morte Rossa e il Khvostov. Il primo, ad ogni uccisione permette di recuperare la salute, mentre il secondo rispetto alla precedente iterazione è in grado di far rimbalzare il settimo proiettile sui nemici circostanti. Insomma, per quanto riguarda le armi Esotiche, il team creativo ha fatto un lavoro estremamente importante, così come le armature Esotiche che sono disponibili due per ogni classe, e le quali daranno libero sfogo alla vostra creazioni di build all’interno dello sparattutto online. In conclusione, siamo rimasti particolarmente estasiati da queste aggiunte particolarmente azzeccate! Ovviamente è presente anche un’altra arma esotica esclusiva del raid, ma al momento non siamo riusciti ancora ad ottenerla, ma pare sia estremamente forte. Bungie, attraverso l’aggiornamento in Destiny 2 La Forma Ultima, ha effettuato dei cambiamenti anche ad alcuni NPC proponendo diversi ritorni. Innanzitutto, il Criptarca è stato aggiornato con un sistema di reputazione, il quale ad ogni Engramma decifrato da quest’ultimo permetterà al giocatore di salire di grado e sbloccare determinate ricompense. Ma non è questa la novità più eclatante, ma bensì Xur: il venditore di Esotici disponibile dal venerdì al martedì a partire dalle 19:00 italiane. Prima di procedere, dobbiamo dirvi che Bungie ha deciso di far ritornare una vecchia valuta, ossia le Strane Monete. Chi ha giocato al primo Destiny lo saprà bene: quest’ultime permettevano l’acquisto dell’equipaggiamento Esotico, feature che fa il suo ritorno con qualche modica rispetto al passato. Innanzitutto, non ci sono solo gli oggetti Esotici ma anche Leggendari, i quali potranno essere acquistati con tanto di perk piuttosto interessanti per le vostre bocche da fuoco preferite. Ma una novità che mi ha lasciato sorpreso è la possibilità di acquistare i Catalizzatori delle armi Esotiche. Seppure il costo è molto elevato, questo permetterà ai giocatori di non andare forzatamente a grindare un’attività per ottenere quest’ultima ed effettuare innumerevoli kill. Infatti, il Catalizzatore Esotico vi verrà fornito con l’obiettivo già sbloccato, un salto di qualità decisamente importante. In aggiunta, come già successo nel precedente capitolo, anche qui ci saranno tre armature Esotiche, una per classe, insieme ad una bocca da fuoco Esotica. Insomma, da questo punto di vista Xur diventa maggiormente più utile rispetto al passato, poiché nelle stagioni precedenti fungeva solamente da NPC utile nel fornire delle statistiche migliori per le proprie armature preferite. Ora, la situazione è nettamente diversa. Ultima ma non per questo meno importante novità è il sistema Pathfinder. Quest’ultimo non è particolarmente difficile da spiegare: in poche parole, al guardiano vengono dati alcuni compiti che saranno collegati tra loro, come effettuare delle uccisioni con un determinato elemento o distruggere dei boss in un’area nello specifico. In base al task che viene proposto, poi bisogna marcarlo all’interno di un’interfaccia molto semplice e intuitiva ed infine eseguirlo. La prima volta che si porta a termine quest’ultimo si viene ricompensanti con un Engramma Potente, il quale permette di ottenere un equipaggiamento di livello alto e facilitare la scalata al Livello Potere massimo che è 2000 attualmente se si esclude il potere extra donato dall’artefatto. Dopo aver completato il primo task, ripetendo il sistema appena citato sarà possibile ottenere una spada Esotica di cui non abbiamo fatto ancora menzione: l’Ergo Sum. Essa avrà ben 11 caratteristiche diverse. Questa infatti è una di quelle armi Esotiche in possesso di perk diversi (per un totale di 11) e può essere droppata da vuoto, ad arco e di fuoco. Ad esempio, è capitato che con i fendenti pesanti si generassero delle granate le quali potevano appiccicarsi ai nemici, oppure sempre con la stessa tipologia d’attacco sferrare dei colpi come il Lanciagranate esotico Colonia. Insomma, questa è una buona cosa per invogliare i giocatori a sfruttare ogni volta questo sistema veramente interessante e capirne le potenzialità, specialmente per eventuali aggiunte future. Ricordiamo inoltre che il catalizzatore di Ergo Sum può essere ottenibile solo completando la missione Escissione in leggendario. Buona Fortuna! Tirando le somme, Destiny 2 La Forma Ultima è l’epilogo perfetto che racchiude questi 10 anni di Destiny in una lotta che vede le forze della Luce contro l’Oscurità. Tutti i contenuti si sono rivelati all’altezza dell’aspettative, iniziando dalla campagna che propone diverse cinematiche, una regia nettamente migliore e con dei momenti veramente da cardiopalma. Le sottoclassi prismatiche, una delle novità più interessanti dell’espansione, funzionano a meraviglia e creano diverse combinazioni all’interno del gioco. Anche gli altri contenuti come il Raid e il sistema Pathfinder sono dei contenuti vincenti. Insomma, sia che siate dei guardiani di vecchia data, sia che siate delle New Light Destiny 2 la Forma Ultima è un’espansione veramente grandiosa e che vi terrà impegnati per molte, anzi moltissime ore di gioco.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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