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di Christian Montagna
Napoli
– Un durissimo colpo al nemico numero uno delle istituzioni campane, la camorra, è stato sferrato dalla Dia di Napoli. Un impero tra case, ristoranti e soldi quello confiscato al clan Contini. Interi fabbricati, quote societarie in aziende di ristorazione, autoparcheggi e locazioni di capannoni per un valore di settantamila euro sono stati sottratti ad un uomo R. M. e sua moglie A.D., prestanomi del clan. Una battaglia all'illegalità che continua sempre più forte. Lo Stato c'è e cerca di dimostrarlo in ogni modo. Dopo anni e anni di indagini, intercettazioni e pedinamenti, si è scoperto che i due malviventi, riciclavano denaro proveniente dalle attività malavitose in tutta la nazione. Roma però si è dimostrata il centro preferito per gli affari. Dopo la mega inchiesta di Roma capitale arriva anche Camorra capitale. Ed è sempre lì che gli affari malavitosi nascono e si diffondono, laddove vengono prese le decisioni dell'intero paese e diventa più facile operare.
La corruzione senza dubbio è l'elemento che incoraggia maggiormente i traffici illeciti, e a Roma si sa, ce n'è davvero tanta. Quando la politica comincia ad intrattenere i rapporti con i camorristi, e il giusto e lo sbagliato diventano un'unica cosa, i clan vincono la loro battaglia contro lo stato. Si fatica a distinguere la legalità dall'illegalità nel marasma che si sta creando. Quest'ultima confisca di beni effettuata dalla Dia nasce nell'ambito delle indagini che mirano allo smantellamento dell'intero clan. Dallo scorso gennaio ad oggi, sono state arrestate già novanta persone. Ma la battaglia si prefigura ancora dura e lunga. I due arrestati saranno inclusi all'interno del processo che il Tribunale di Napoli tiene nei confronti di Edoardo Contini e altri 168 affiliati. Il trenta di questo mese si terrà l'udienza preliminare.
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