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Cronaca

LORIS OMICIDIO: TROVATO ALTRO CELLULARE DI VERONICA INTESTATO AD UNA AMICA

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Tempo di lettura 2 minuti Veronica, ha detto il legale della donna, aveva negato "la presenza di un secondo telefonino e l'unico lo ha messo a disposizione della magistratura"

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Redazione

Ragusa –  E' stato sequestrato dagli inquirenti di Ragusa un telefono cellulare con utenza intestata a un'amica di Veronica Panarello, ma che sarebbe stato in effetti usato dalla madre del piccolo Loris, il bimbo ucciso a Santa Croce Camerina. Sarebbe questo il telefonino "segreto" di cui si era parlato nei giorni scorsi, la cui esistenza era stata negata con forza ieri dalla donna durante l'interrogatorio dal Gip.

  Veronica, ha detto il legale della donna, aveva negato "la presenza di un secondo telefonino e l'unico lo ha messo a disposizione della magistratura, lo ha consegnato spontaneamente alla magistratura quando era ancora libera" Intanto e' attesa per il primo pomeriggio, la decisione del Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, sul fermo della Panarello. Anche ieri nell'interrogatorio di garanzia la donna ha continuato a respingere le accuse e a ripetere la sua versione dei fatti. Un lunghissimo interrogatorio, "molto articolato", nel quale "ha risposto a tutte le domande senza alcun cedimento, confermando la stessa versione dei fatti, senza contraddirsi". Lo ha detto l'avvocato Francesco Villardita, legale di Veronica. Davanti al giudice la mamma della piccola vittima ha ripetuto la sua innocenza e affermato di volere "pienamente collaborare". La donna accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, ha ribadito di avere accompagnato il figlio a scuola e che, ha riferito il legale, "e' stata vista dal vigile urbano che era in servizio, indicando anche il sesso dell'ufficiale di polizia giudiziaria, una donna, di cui ha fatto il nome". La donna attendera' la decisione del gip nella sezione femminile della casa circondariale di piazza Lanza. La difesa aveva avanzato istanza di scarcerazione, l'accusa la conferma della custodia cautelare: "C'e' stata un'opposizione da parte della difesa alla convalida del fermo – ha proseguito il legale – perche' riteniamo che non ci siano i presupposti del pericolo di fuga in quanto il pericolo di fuga e' l'elemento principe per potere avere un decreto di fermo da parte del Pm o della polizia giudiziaria". Veronica Panarello "ha manifestato ancora una volta la sua disponibilita' a collaborare con le forze di polizia e la magistratura. Il giudice si e' riservato di decidere e ha tempo sino alle 21.03 di oggi per decidere se convalidare o meno il fermo. Rispetto alla possibile richiesta di una perizia psichiatrica, Villardita ha proseguito: "In questa fase non si puo' richiedere assolutamente nulla, nessuna perizia, nessun incidente probatorio. Alla signora Panarello non e' stato fatto vedere alcun filmato, la signora ha risposto sulla base di quelli che sono gli atti e quindi solo ed esclusivamente sui fotogrammi che sono riportati su carta stampata e a colori, ma non e' stato fatto vedere alcun filmato e si e' difesa esclusivamente su quelli che sono gli atti processuali". Per quanto riguarda le fascette di plastica con cui sarebbe stato strangolato Loris, Veronica Panarello ha spiegato che "sono venute fuori solo ed esclusivamente perche' lei stessa, nell'intento di dare una mano alla polizia giudiziaria alla ricerca del colpevole, ha chiesto alle maestre se fosse vero che avevano richiesto al bambino di portarle a scuola per fare degli esperimenti e alla risposta negativa delle maestre si e' prodigata affinche' queste fascette arrivassero agli inquirenti, ai quali lei le ha consegnate spontaneamente per poter andare alla ricerca della verita'".

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Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

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ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
Privo di virus.www.avast.com

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Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

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I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

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Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

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Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

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