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di Simonetta D'Onofrio
La vicenda della sparizione prima e del decesso poi di Loris Stival, che sarebbe stato accompagnato dalla madre a scuola, ma che non è mai entrato nella classe è, nella sua crudeltà simile ad altri casi successi in passato. Le analogie che accomunano il caso con altre scomparse di minorenni avvenute alcuni anni fa, in altre città della nostra penisola.
Casi scollegati tra loro, storie apparentemente diverse, ma che si uniscono per il triste epilogo della vicenda e per le modalità con cui il fatto delittuoso è avvenuto, due bambini uccisi e con modalità torbide.
Anche il piccolo ragazzo napoletano stava andando a scuola, abitava nel Rione Gescal, città di Napoli. Il suo nome era Silvestro Delle Cave, come Loris, bambino di 9 anni, sparì nel nulla, sabato 8 novembre del 1997, mentre stava andando a scuola a Cicciano, frazione del comune di Roccarainola. La povertà è una condizione di assoluta normalità, un aspetto da non trascurare che accomuna la totalità delle famiglie che ci vivono. Non solo. Infatti esplodono anche situazione di emarginazione sociale che portarono il piccolo Silvestro nelle mani dell’orco, capace in poco tempo di indurre il piccolo a subire abusi sessuali. Il ragazzo seviziato venne fatto a pezzi e ritrovato dentro un sacco di juta. In questo caso si è riuscito a scoprire l’identità dei mostri che hanno compiuto il delitto, forse non tutti hanno scontato la pena completamente.
In ogni caso non possiamo equiparare completamente la morte di Silvestro con quanto accaduto in Sicilia sabato scorso. Ogni storia ha uno sviluppo a se stante, e le somiglianze trovate sono solo coincidenze.
Entrambi i casi si inquadrano, però, in situazioni borderline, un modo di vivere che sembra molto lontano da come vediamo crescere i nostri figli, ma che non si trova in un “terzo mondo” lontano. Sono storie accadute nelle nostre periferie, in angoli delle città dove vivono le nostre famiglie.
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