Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
di Simonetta D'Onofrio
Andy Warhol lo aveva detto tanto tempo fa, nel ‘68; “In futuro ciascuno avrà 15 minuti di fama”. Una profezia che spesso si è avverata, in modo particolare accade nell’era del Web 2.0.
Si può fare lo stesso lavoro in molti modi diversi. Nel campo giornalistico la differenza tra chi esercita la sua attività con la dovuta professionalità ed etica che ne deriva e chi, pensando di ottenere un riscontro immediato, non segue gli stessi parametri qualitativi dei suoi colleghi più scrupolosi, è data dalla verifica delle informazioni di cui si è entrati in possesso.
In questi giorni si è potuto assistere a una vera e propria lezione di giornalismo, che è stata effettuata da Federica Sciarelli, conduttrice del programma “Chi l’ha visto”, su Rai3, a molti, troppi suoi colleghi che, pur di sperare di alzare di una frazione percentuale lo share della propria trasmissione, non si fanno scrupolo di infangare vittime e testimoni, inventano particolari scabrosi, solo per parlare a quella componente meno nobile dei propri telespettatori.
La scorsa settimana alla redazione del programma di Rai3 era giunta una testimonianza di una persona che dichiarava di aver frequentato in chat Elena Ceste. Una testimonianza corredata di stampe delle conversazioni effettuate tra la donna di Costigliole d’Asti e l’interlocutore che oggi è uscito allo scoperto.
Ma l’inviata Lilly Viccaro Theo non ha creduto alla ricostruzione, e invece di mandare in onda la testimonianza che si riteneva fasulla, ha avvertito i Carabinieri che lo hanno smascherato e denunciato per aver fornito false informazioni.
Sarebbe stato più semplice creare una trasmissione su questa novità, un nuovo presunto amante di Elena, una nuova occasione per far parlare di se gettando altro fango su una donna uccisa. sensazionalismo. Rinunciando a qualche spettatore morboso, ma guadagnando in credibilità.
Si è parlato molto sul caso di Elena Ceste, ancor prima che il testimone fasullo fosse approdato nelle maglie della notorietà, in questo caso negativa, toccando i punti più delicati e intimi di una donna, madre di quattro ragazzi. Nessuno pensa, però, al danno diretto che può causare nei figli di Elena, il clima che quest’ultimi respirano quotidianamente. Dopo avere saputo del ritrovamento del cadavere della madre, devono sopportare anche le torture derivanti da chi vuole solo sfruttare il clamore mediatico. Ogni giorno devono destrarsi contro ogni accanimento verso la loro mamma, pudicamente stanno affrontando il dolore, fortunatamente fuori dai riflettori.
Correlati