Connect with us

Editoriali

Guerra civile, mafia nigeriana, sbarchi senza controllo… povera Italia!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 8 minuti
image_pdfimage_print

In Italia è in corso una guerra civile, ma nessuno lo dice. La scintilla che ha dato fuoco alle polveri è scoccata nel momento in cui Salvini e Di Maio hanno trovato un accordo per mettere insieme una coalizione di governo, la cui guida hanno affidato – con scelta esemplarmente saggia e azzeccata – al professor Giuseppe Conte, che si sta rivelando uomo di grande saggezza, capacità ed equilibrio, al di sopra di tutti i politici che si sono succeduti durante i quattro governi non eletti – ma calati dall’alto da un compiacente Napolitano – che hanno in maniera fallimentare guidato allo sfascio le sorti della nostra bella Italia. O a dir così s’è tacciati – horribile dictu! – di populismo, o peggio di sovranismo? Una volta l’accusa che la gente con il pugno alzato, quella di ‘Bella ciao’ – che critica tanto il trascorso e mai più ripetibile ventennio, Deo gratias – che invece adotta gli stessi sistemi ‘squadristici’, era di ‘qualunquismo’, quel movimento che nelle vene probabilmente voleva essere pro cittadini: cioè senza destra o sinistra, ma solo ‘dell’uomo qualunque’, quello che oggi ci rimette regolarmente le penne.

Sempre più chiaro che l’Italia è spaccata in due

Da una parte, con la bava alla bocca, la sinistra o presunta tale – tacciata di destrismo da Di Battista: in effetti si sta diventando politicamente strabici, anche per chi soltanto voglia capirci qualcosa – e dall’altra i due vicepresidenti del Consiglio; i quali, proprio perché la loro visione non è sinottica, alla fine trovano, nel nome dei cinque anni di legislatura e della realizzazione del programma, sempre un accordo. Il che è segno di equilibrio nonostante tutto. Infatti ‘in medio stat virtus’, se vogliamo dirla con i nostri progenitori. Fatto sta che più passa il tempo, e più l’assedio al forte Apache si fa violento, portato non da una parte sola, ma da attacchi concentrici. Landini, per dirne una, il quale, giunto finalmente dove la sua ambizione lo aveva diretto da lustri, non ha perso occasione per vestirsi da capopopolo, giusto per coagulare, sotto lo sguardo compiaciuto della Camusso, gli scontenti che non mancano mai in nessuna categoria. Berlusconi, che, a sentir lui, recita novene per pregare che questo governo cada, magari abbattuto a forza di preghiere e di intenzioni velleitarie. Salvo poi, durante uno dei tanti convegni, a giocarsi la faccia raccontando le sue prodezze sessuali. Pare infatti che abbia narrato – ma quelle che si narrano sono le favole – che “Una volta ne facevo sei o sette, ma sto invecchiando perché adesso dopo la terza mi addormento”. Una favola non creata per bambini, ma in ogni caso decisamente di cattivo gusto, da umorismo che neanche in seconda media. Facendoci ricordare che questo personaggio ha collezionato le più grosse grezze in campo internazionale che l’Italia possa annoverare. E facendoci capire chiaramente quale potrebbe essere il suo contributo alla gestione della cosa pubblica, olgettine permettendo. Seguono in fila per tre con il resto di due: Martina, Minniti, Migliore, Romano, perfino il presidente della regione Campania De Luca, su di una tv privata. E per carità cristiana risparmiamo tutte le signore del PD, ospiti a turno di trasmissioni ‘eversive’ come Agorà, al mattino su Rai Tre, tralasciando per brevità tutti quelli che, a turno, si affacciano a quel palcoscenico mediatico per avere centoventi secondi di visibilità. Dimenticavamo – non per poca memoria, ma perché la loro presenza sulla scena politica è, nonostante a loro sia dedicato altrettanta attenzione quanto ad un partito vero, del tutto insignificante – LEU, Liberi (da che?) e Uguali (a che cosa?), il partito di “+ Europa”, con l’abortista storica e recidiva Bonino, amica di Soros, sempre in evidenza. Gli attacchi sono condotti con menzogne demagogiche, che il grosso pubblico, in altre faccende affaccendato, cioè il quotidiano, non ha tempo e modo di verificare. Né ci dovrebbe essere, nelle intenzioni del ‘nemico’, il tempo di constatare gli effetti positivi, o negativi tanto sbandierati, delle misure adottate per portare finalmente l’Italia fuori della grossa zampa recessiva conseguente all’austerità voluta dai ‘poteri forti’, e imposta dall’Europa e dalla Merkel alla nostra nazione, come, con effetti disastrosi, alla Grecia. Particolari ‘attenzioni’ ricevono i ministri come Savona, accusati di voler portare l’Italia fuori dalla UE. Delle intenzioni europee abbiamo avuto un campione nella recente storia, quando Giuseppe Conte è andato a discutere con Moscovici e Co. Il messaggio era chiaro: se volete sopravvivere, dovete adeguarvi al passo. Mentre chi non si adegua al passo è Macron, che è libero di sforare fino al 3,50% e oltre, se capita. Ma, come ha detto Junker, “La France c’est la France.” Il che non significa nulla, ma fa capire tutto, essendo Macron proveniente da Goldman Sachs… Il parafulmine, comunque, di tutte le attenzioni, è Matteo Salvini, dipinto velatamente da Mattarella, come ‘il male assoluto’. Soprattutto oggi, giorno della memoria delle atrocità naziste nei campi di sterminio, durante le cui manifestazioni si vuol fare intendere che l’Italia ha preso una deriva fascista e che ciò che è accaduto dal 1938 in poi potrebbe ripetersi – anzi certamente si ripeterà. Fomentando quella politica della paura che la sinistra imputa all’attuale governo. Il quale governo, è bene ricordarlo, – perché qualcuno se ne dimentica – è stato democraticamente eletto dai cittadini, con regolari consultazioni; e tutti quelli che lo vogliono abbattere non hanno alcun rispetto per il popolo costituzionalmente sovrano che lo ha eletto. La fola in circolazione, a proposito delle promesse non mantenute, è, appunto, una fola, una favola, una bugia. Nessuno ha la bacchetta magica – e il governo Renzi ce lo ha dimostrato, a proposito di favole – e per realizzare qualsiasi riforma ci vuol tempo. Non è un anno che questo governo si è insediato, e chi lo contesta su certe basi ha due possibili denominazioni: poco intelligente – per usare un eufemismo – o in malafede. Ma noi sappiamo che certe persone sono malignamente intelligenti e calcolatrici, e che, anzi, scommettono sulla poca intelligenza degli elettori: ma noi speriamo che l’Italiano vero – quello di Toto Cutugno, fiero di esserlo – apra gli occhi, andando al di là della disinformazione televisiva. Insomma, in questi giorni l’attacco frontale più minaccioso è a proposito della nave Sea Watch al largo della Sicilia con 47 migranti a bordo. Molti dei quali sarebbero – ma controllare l’esatta età e nazionalità di queste persone è sempre un’alea – minorenni ‘non accompagnati’. Ora, chiunque ascolti questa definizione si figura bambini di dieci/dodici anni piangenti e con il moccio al naso, tristi perché separati dalla mamma, e affamati. Bene, non è così. I ‘minorenni non accompagnati’ sono giovanotti di diciassette anni, quindi minorenni solo per poco ancora, e solo per legge, assimilabili ad un qualunque maggiorenne – visto che in quei climi caldi si matura più in fretta. Mandati dalla famiglia che ha raccolto i 3000 dollari necessari al passaggio in barcone – quindi con certe capacità economiche – che vengono alla ventura in Europa, o in Italia, dove sono accolti e muniti di carta di credito prepagata dell’UNHCR, oltre che di una diaria che altro che il reddito di cittadinanza! Posto che chi li ha finanziati sia stata la famiglia. Con l’ombra di Soros sullo sfondo. Vi siete chiesti mai chi finanzia le navi ‘umanitarie’ che scorrazzano per il Mediterraneo come pattini in spiaggia? Noi sappiamo, ad esempio, che un peschereccio di famiglia, per affrontare una giornata di pesca spende circa 600 euro solo di carburante – cifra probabilmente non più attuale. Ogni giorno quindi di navigazione dalle coste libiche – entro le cinquanta miglia – fino ad un porto italiano, possiamo ipotizzare che costi attorno ai mille euro, o giù di lì. Aggiungiamo le provviste di cibo, di acqua e quant’altro è necessario – oltre la paga – ad una navigazione ‘da corsa’, e ci rendiamo conto che dietro la Sea Watch e le sue compagne ci sono capitali importanti, che hanno interesse a che nel Mediterraneo ci sia sempre qualcuno che possa ‘salvare’ i naufraghi prodotti artificialmente da trafficanti che mettono in acqua non più barconi fatiscenti – le riserve sono finite – ma gommoni a scadenza, cioè che si sfasceranno dopo qualche ora, e che, pur avendo un motore – insufficiente a raggiungere una qualsiasi costa europea, – non hanno carburante di riserva. Non sono quindi salvataggi, quelli delle navi cosiddette ‘umanitarie’, ma passaggi organizzati per raggiungere le coste europee: cioè, esattamente ciò per cui i passeggeri hanno pagato. Nessuno vuole ancora morti in mare: quelli fanno comodo soltanto ai trafficanti e a chi li foraggia, in modo da costringere chiunque a trasbordare i passeggeri di turno su di una nave, o su di una motovedetta della nostra Marina Militare. Da questo, a voler morti in mare, ce ne corre. È sacrosanto soccorrere chi in mare è in difficoltà, meno lo è mettere in mare imbarcazioni fatte apposta per sgonfiarsi dopo poco. Né è obbligatorio accogliere chi questo viaggio ha voluto intraprendere, dopo averlo ‘salvato’. I centri di raccolta libici li conosciamo: fanno parte del gioco, e non dobbiamo meravigliarci se i migranti che arrivano da noi hanno segni fisici che fanno pensare a torture. Né dobbiamo dar seguito all’accordo che Matteo Renzi aveva fatto con l’UE, per cui, a fronte di uno sforamento che gli consentì la mancetta elettorale di 80 euro – prontamente ritirata – promise lo sbarco di tutti i migranti in porti italiani. Alla fine, chi è che foraggia le navi ONG? È mai possibile che, sic stantibus rebus, le stesse navi non abbiano contatti e connivenza con gli scafisti – i quali, a quanto pare trasportano anche merce clandestina, come armi e droga? E chi è dietro a tutte queste operazioni? Pare che le navi ONG siano finanziate dalle fondazioni di George Soros, almeno da una, denominata ‘Open’ – come una di quelle di Renzi. Allora, senza essere complottisti, ma realisti, ci rendiamo conto di chi vuole mettere in imbarazzo il governo e il popolo italiani, con una specie di invasione africana. Dalla quale abbiamo ricevuto un bel regalo, come la mafia nigeriana – come se già non ne avessimo abbastanza di quelle autoctone: mafia, camorra ‘ndrangheta, Sacra Corona Unita, e, poco conosciuta, La Rosa. A cui possiamo aggiungere la Yakuza – mafia giapponese – e la Triade, quella cinese. Passati i bei tempi in cui ogni atto criminoso si poteva attribuire al Marsigliesi, oggi evocarli vuol dire fare del romanticismo. Pare, da una intervista mascherata, che in barcone arrivino anche ‘chirurghi nigeriani’, che si occuperebbero di espiantare organi – fegato, reni, cuore ai malcapitati, anche spariti dopo essere giunti col gommone – e di magari reimpiantarli ai clienti che quell’organo hanno prenotato, cinquemila euro per un rene. Sembra fantascienza. Di certo c’è che la nuova mafia, quella nigeriana, è la più spietata,e che fa commercio di organi, smembrando poi i cadaveri e disperdendone i pezzi. Il che spiegherebbe l’omicidio di Pamela Mastropietro, uccisa e ritrovata in due valige lasciate in campagna, al cui cadavere pare che mancassero degli organi, come riferito da chi ha eseguito l’autopsia. Omicidio per cui è stato arrestato il nigeriano Innocent Osegale, il quale si difende dicendo che la ragazza è morta per droga e che lui ha soltanto voluto evitare d’essere incolpato. Ma purtroppo per lui, il cadavere di Pamela è stato smembrato da chi sapeva come fare, non da un dilettante. Si può ipotizzare l’intervento di una seconda o terza persona che si è occupata di espiantare gli organi con mano esperta, sezionare il cadavere e metterlo in due valigie. Così la storia non è più fantascienza, ma diventa sempre più realistica, e la premeditazione la volontarietà dell’omicidio appaiono in tutta la loro evidenza. Concludendo: i veri razzisti sono quelli che accusano di razzismo Salvini e chi lo sostiene: è una mossa fatta ad arte per suscitare odio contro chi è al governo. Pretendere di sapere e di selezionare chi deve entrare in casa nostra è un diritto. È un dovere proteggere i nostri confini e i nostri cittadini contro un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Non è un dovere accogliere chiunque in maniera irregolare e senza alcun controllo. Non tutti quelli che arrivano hanno diritto di rimanere in Italia, secondo la Convenzione di Ginevra del 1951 (rifugiati politici o perseguitati per qualsiasi motivo), protezione sussidiaria (quando si teme che la persona, in caso di rientro in patria, possa essere in pericolo di vita), protezione umanitaria (quando la persona, pur non rientrando nelle categorie precedenti, viene giudicato soggetto a rischio per motivi di carattere umanitario). Vanno quindi respinti, secondo i trattati internazionali i cosiddetti ‘migranti economici’, a cui ignobilmente si vogliono assimilare i nostri emigranti che dall’800 in poi hanno affollato le navi per gli USA. Ben altra era la selezione, ben altre le condizioni, ben altre le accoglienze e i respingimenti. E a volte poteva accadere che le famiglie fossero separate, qualcuno che poteva rimanere in America, e qualcun altro che doveva tornare in patria.

Roberto Ragone

Cronaca

Affittopoli nei palazzi della Diocesi di Roma: da rifugio per preti anziani ad attività extra-alberghiere

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 10 minuti
image_pdfimage_print

Un immobile donato al Vicariato di Roma cambia destinazione: da rifugio per preti anziani a lussuoso spazio per attività extra-alberghiere. Un immobile di oltre tremila metri quadri con portici e terrazze mozzafiato situato in Via delle Zoccolette al civico 17 a Roma, tra Via dei Pettinari e Lungotevere dei Vallati, era stato originariamente donato al Vicariato di Roma con una nobile vocazione.

L’edificio doveva servire come rifugio per i preti anziani, un luogo dove poter accogliere i giovani per il catechismo e ospitare stranieri in difficoltà. Tuttavia, col tempo, questa missione originaria è stata progressivamente disattesa, con l’immobile che è finito per essere affittato a una società specializzata in attività extra-alberghiere e food and beverage.

Il Santo Padre Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” affronta la spinosa problematica contemporanea dell’evangelizzazione in rapporto alla carità, e si ripropone di parlare di alcune questioni fondamentali relative all’azione evangelizzatrice, ricordando quale è il contesto nel quale viviamo ed operiamo. “È lo sguardo del discepolo missionario che si nutre della luce e della forza dello Spirito Santo”. Nella Crisi dell’Impegno Comunitario, Papa Francesco afferma che così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e dell’iniquità”. Questa economia uccide.

E ci si chiede come sia possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre all’interno del Palazzo del Vicariato di Roma, che come mission persegue gli interessi della Chiesa e dei poveri, importanti ecclesiastici sembrano seguire finalità che collidono con i valori fondanti di accoglienza e umiltà che lo stesso Papa Francesco ha fin dall’inizio ben evidenziato a partire dalle scarpe consumate indossate per lanciare un segnale ben preciso: semplicità, essere vicini alle persone più povere.


Le parole che escono dalla bocca di Gesù sono eloquenti a riguardo, e quanto sono ancor efficaci oggi: “La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto un covo di ladri” Luca 19,46.

Il direttore dell’Ufficio Giuridico del Vicariato di Roma don Renato Tarantelli Baccari, che ha il compito, con il suo ufficio, di tutelare la Diocesi di Roma e gli enti collegati è riuscito a far sottoscrivere un nuovo contratto di locazione per la durata di 20+9 anni tra l’ente ecclesiastico “OSPIZIO ECCLESIASTICO DEI CENTO PRETI” rappresentato giuridicamente da Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina e la società “WELLINGTON POLO FASHION SRL”.

La rappresentante legale di questa società – “WELLINGTON POLO FASHION SRL” – è Paola De Angelis, moglie di Eduardo Salvador Safdie, noto immobiliarista. Dunque per molti, di fatto, la società e le sue gesta sono mosse dal duo Eduardo Salvador Safdie e Dario Di Domenico.

Il fatto è avvenuto lo scorso 19 luglio 2024, quando le parti si sono incontrate nell’Ufficio giuridico del Vicariato di Roma, alla presenza del notaio Carlo Cavicchioni che ha autenticato le firme del contratto con repertorio 84248 e raccolta 21309 atto che poi è stato registrato presso l’agenzia delle Entrate di Roma 1 – TRASTEVERE in data 6/8/2024 al numero 023701 serie 1T e trascritto in Conservatoria Ufficio Provinciale di ROMA – Territorio Servizio di Pubblicità Immobiliare di ROMA 1 in data 7/8/2024 al numero di Registro generale: 103467 e Registro Particolare: 77654. 

CLICCARE PER VISIONARE IL CONTRATTO

Nonostante l’accordo originario (precedente contratto stipulato nel 2017), la società ha addirittura accumulato una morosità di circa 1,5 milioni di euro, ma questo non ha impedito la clamorosa rinegoziazione con la Diocesi avvenuta nel mese di luglio 2024. Non solo è stato concordato lo stralcio della morosità accumulata, ma il Vicariato di Roma ha concesso ulteriori 1000 metri quadri alla società locataria. Questa rinegoziazione, che ha comportato significative modifiche, non sembra essere stata sostenuta da garanzie fideiussorie solide, sollevando ulteriori dubbi sulla gestione dell’intera operazione.

Questo giornale – L’Osservatore d’Italia – ha avuto contezza del fatto che il Santo Padre sia a conoscenza di questa operazione ma non abbia sollevato obiezioni.

A don Renato Tarantelli Baccari viene data, dunque, carta bianca e colpisce quanto potere e nomine siano stati attribuiti in questi anni a questa persona: Direttore dell’ufficio Giuridico, Direttore amministrativo ad interim, Presidente commissione enti, Presidente commissione patrimonio, DPO, Membro del C.D.A.E., Membro commissione disciplinare, Referente Whistleblowing e come da lui annunciato è in arrivo la sua nomina anche a Vicario episcopale per l’ambito giuridico e Amministrativo del Vicariato di Roma andando così di fatto contro a quanto stabilito nella Costituzione Apostolica “In Ecclesiarum Communione” pubblicata appena il 6 gennaio 2023 e del successivo Regolamento Generale del Vicariato di Roma approvato dal Santo Padre Papa Francesco in data 21 dicembre 2023.
 
 Sorprende come la stesura del nuovo contratto di locazione, vedasi l’ultimo verbale del CDAE del 2/7/2024, è stata affidata dal Vicegerente Sua Eccellenza Mons. Baldassare Reina al medesimo ufficio giuridico che poi nella pratica è stato predisposto dall’addetta dell’ufficio giuridico signora Emanuela Santelli che aveva anche predisposto il contratto sottoscritto nel 2017 e nel quale sono emerse importanti lacune a tutela del locatore che hanno fatto perdere al Vicariato oltre un milione di euro. 

Si può tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame? Questa è iniquità. Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si considera l’essere umano in sé stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, ora sembra essere esercitata anche all’interno della Chiesa, nelle più alte rappresentanze.

Gli esclusi non sono “sfruttati” ma rifiuti, “avanzi”. Papa Francesco nella sua riflessione sinodale evidenzia: Una delle cause di questa situazione si trova nella relazione che abbiamo stabilito con il denaro, poiché accettiamo pacificamente il suo predomino su di noi e sulle nostre società. La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,1-35). Papa Francesco dice bene ma poi forse dimentica che la Chiesa e i suoi (cioè gli uomini promossi dal Papa) rappresentanti sono dinnanzi al giudizio della storia, “Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta”. Ma la crisi più evidente che emerge da questo capitolo di storia attuale del Vicariato come da quello Vaticano e della Chiesa è che le caratteristiche principali delle deviazioni dei cattivi pastori trasformati in manager incompetenti, sono ben documentate dal profeta Ezechiele: Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. 

Con il rigore documentario e la passione della fede e dell’amore per la Chiesa bisogna non assentire al male in cui navigano religiosi che si sentono inattaccabili i cui privilegi ecclesiastici si devono smascherare affinché i meccanismi occulti di quello che si può definire l’ “espropriazione dei beni dei poveri” possa terminare. 

Di questo contratto, come altri, che capitano forse anche in altre realtà diocesane, se ne parla poco o nulla, sembra quasi per difendere gli interessi dei potenti e dei ricchi. Tutto ciò ferisce la credibilità della Chiesa e il diritto dei poveri che non hanno credito ne parola.

Alla suddetta società conduttrice “WELLINGTON POLO FASHION SRL” era stato già concesso in locazione una parte del palazzo di prestigio a Roma con accesso da Lungotevere dei Vallati civico 1 nel mese di maggio del 2017 ad un canone di locazione del 50% inferiore ai valori di mercato e alla quale furono concessi sconti per i primi quattro anni, sempre sul canone di particolare favore.

Nonostante ciò la società non ha più effettuato alcun pagamento dopo il 19/11/2020 (sono passati quasi quattro anni), accumulando ad oggi più di euro 1.200.000,00 di morosità e che sommando tutti gli sconti concessi, gli oneri sostenuti, le imposte sostenute e le mancate entrate qualora l’immobile fosse stato liberato e locato ad altri, la Diocesi ha perso in questi anni circa euro 5.000.000,00 euro.

Inoltre parrebbe che Eduardo Salvador Safdie (insieme con il suo sodale Dario Di Domenico) abbia commesso un abuso edilizio, abuso su cui sta indagando sia la Procura che la Polizia Edilizia di Roma capitale. Almeno questo si evince dalla due diligence che fu fatta nel 2022 su impulso dell’allora Segretario generale del Vicariato di Roma.

Allora perché incaponirsi in questo modo? Cosa c’è sotto? Si trova inoltre online la notizia che Safdie e Di Domenico, sono stati richiamati da una agenzia dell’ONU perché, sfrattavano inquilini morosi dalle case che prima erano popolari. 
(https://www.romareport.it/2022/03/04/a-roma-per-bloccare-gli-sfratti-ci-vuole-lonu/)

Si parla di loro anche per la banca Medesia di cui non si hanno più notizie e qualche passaggio nella Veneto Banca (quella del famoso scandalo). 
Ora, però, da morosi per più di un milione di euro sembrano addirittura essere stati premiati ottenendo: un nuovo contratto di locazione con l’aggiunta di altri 1.000 mq per una superficie totale di locazione di circa 3.300 mq; l’autorizzazione ad installare una canna fumaria; la locazione di tre locali commerciali al piano strada alle spalle del centro Caritas (questa sarà proprio una bella immagine anche per la storia di questo palazzo) senza considerare che all’interno di questi locali commerciali sono stati autorizzati a svolgere l’attività di somministrazione di alcoolici (alla faccia di tutte le campagne che la nostra Diocesi porta avanti contro la dipendenza da alcol); la richiesta soltanto di fideiussione assicurativa anziché bancaria perché all’ARTICOLO 14 del nuovo contratto di locazione sottoscritto viene previsto il rilascio “ENTRO 90 GIORNI DALLA SOTTOSCRIZIONE DEL CONTRATTO” di una fideiussione bancaria e/o assicurativa (il direttore Tarantelli nella riunione del CDAE del 2 luglio 2024 aveva garantito ai membri del CDAE che la fideiussione sarebbe stata 50% bancaria e 50% assicurativa con Generali ma nulla è stato scritto nel contratto che poi è stato sottoscritto tra le parti e il conduttore potrebbe rilasciarne solo una assicurativa senza che nessuno possa eccepirgli nulla).
Eppure il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari chiede da diverso tempo di prevedere nei nuovi contratti di locazione da sottoscrivere con i vari conduttori della Diocesi e degli altri enti collegati, una fideiussione bancaria… ma per loro no, non serve?! 

E infine un ultimo “regalo” come una ciliegina viene concesso lo stralcio di gran parte del debito maturato in questi anni quando sempre in questi anni la posizione davanti ai morosi è stata quella che prima dovevano rientrare della morosità e poi era possibile fare nuovi accordi  ed eventualmente restare conduttori.


Bene a questo conduttore il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari non ha mai intrapreso alcuna azione per rientrare della morosità e del possesso dell’immobile difendendo sempre la bontà del contratto all’epoca redatto dal suo ufficio e cercando di incontrare Safdie e, trovato l’accordo migliore, dal mese di luglio 2023 il giurista esperto anche di economia ha cercato di farsi approvare dal CDAE in tutte le maniere la sottoscrizione di un nuovo contratto di locazione ad un canone notevolmente inferiore. Ovviamente tutto sottoscritto con l’aggiunta di altri vantaggi soltanto per il conduttore! Per quale ragione? Caso vuole che la signora Emanuela Santelli abiti vicino alla villa a Formello dove risiede il sig. Safdie.
Per il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari non è stata semplice l’impresa: Sua Eccellenza Mons. Benoni Ambarus si è dimesso e così il dott. Fabio Meloni. Tarantelli, infatti, dopo che alla riunione del C.D.A.E. del 6 febbraio 2024 sempre alle varie ed eventuali ha cercato di ottenere l’approvazione del nuovo contratto di locazione senza averlo mai condiviso e incalzato da Sua Eccellenza Mons. Benoni Ambarus e dal dott. Fabio Meloni, è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto senza poi rispondere a nessuna  delle domande precise e puntuali che gli venivano fatte. Poi è stato il turno del Cardinal Vicario Sua Eminenza Mons. Angelo De Donatis trasferito alla Penitenzieria Apostolica senza nominare un Suo sostituto alle porte del Giubileo e in una situazione in cui la Diocesi di Roma appare completamente abbandonata a se stessa ad oggi ancora senza un programma pastorale, ma questa è un’altra storia….

Infine il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari avrebbe “esasperato” gli unici due membri laici del CDAE veramente competenti in materia economica e giuridica ed esterni al Vicariato e che hanno cercato fino alla fine di fare il bene della Diocesi: il dott. Alessandro Filippi e il Prof. Cesare Mirabelli (ex presidente della Corte Costituzionale). Entrambi hanno votato contro il nuovo contratto di locazione. Ma la maggioranza degli altri membri ha approvato perché tutti si sono messi in scia del “Tarantelli pensiero”, così il vicegerente Mons. Baldassare Reina, l’ultimo arrivato Mons. Michele Di Tolve, la direttrice dell’Ufficio Amministrativo signora Cristiana Odoardi (anch’ella alla fine dimissionaria dopo appena un anno dalla sua assunzione il 31 agosto 2024 andrà via dal Vicariato di Roma dopo avere compiuto diligentemente tutto quello che gli era stato chiesto da chi l’aveva scelta) e il direttore dell’Ufficio Edilizia di Culto Arch. Emanuele Pozzilli sempre in riga.
Quindi portato a casa il grande parere “condiviso da tutti i membri del CDAE rimasti in carica” il direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari ha fatto convocare di corsa una riunione del “Collegio dei Consultori” nella giornata di giovedì 11 luglio 2024 senza considerare che all’incontro precedente si era deciso di evitare riunioni nei mesi di luglio e agosto quando i parroci hanno le uscite dei campi estivi e alcuni avrebbero avuto un tempo di meritato riposo (anche se sappiamo che nelle parrocchie ci sta poco da fare e i parroci hanno tanto tempo libero). Ma se non bastasse il collegio viene convocato con un solo punto all’ordine del giorno: quale? “parere sulle modifiche al contratto Wellington”; chiaramente senza inviare nessun materiale sulla questione, tutto chiuso a chiave in cancelleria dove siede la Dott.ssa Maria Teresa Romano, concedendo soltanto ai consultori la possibilità di andare presso l’ufficio giuridico per consultare la documentazione (sempre perché è noto che i parroci hanno tanto tempo libero per farlo!)
Alla riunione presente anche qui don Renato Tarantelli Baccari che ha illustrato in cinque minuti il contratto e incassata l’approvazione dei presenti alla firma del nuovo contratto senza che nessuno abbia eccepito nulla, in primis i vescovi ausiliari.

E’ importante rammentare che il progetto dell’Ufficio Giuridico di questi ultimi due anni, di tornare alla situazione ante 2019 quando era soltanto l’ufficio Giuridico a gestire tutto il patrimonio immobiliare della Diocesi, è stato portato quasi a compimento senza che nessuno dei superiori abbia fatto qualcosa per evitarlo. 

Il 20 gennaio 2023 nella riunione della Sezione Patrimonio del Vicariato tra le varie cose fu detto:
1. Presentazione gruppo di lavoro; 
Mons. Pedretti presenta il gruppo di lavoro al Vicegerente. 
2. Missione della Sezione Patrimonio e Modus operandi; 
Mons. Pedretti rappresenta a beneficio del Vicegerente il lavoro svolto dal gruppo di lavoro nei circa due anni di attività, soffermandosi sulle problematiche emerse nella gestione del patrimonio immobiliare della Diocesi, in particolare con riferimento a: 

La necessità di un coinvolgimento trasversale dei vari uffici tecnici del Vicariato ed il superamento della concentrazione della gestione nelle mani di un solo Ufficio [giuridico] e una sola addetta. 

L’urgenza di affrontare le criticità emerse: a. mancanza di una mappatura del patrimonio; b. canoni di locazione fuori mercato dei contratti in essere; c. strumenti contrattuali privi di tutele per il Vicariato; d. assenza di procedure e prassi validate.
 
In questi due anni si è disciolta questa attività, mandato via il Prelato segretario Mons. Pierangelo Pedretti che aveva cercato tra le varie cose anche di eliminare quella concentrazione della gestione di tutto il patrimonio immobiliare nelle mani esclusive della signora Emanuela Santelli, era poi necessario cambiare il direttore dell’Ufficio Amministrativo mettendo un’altra persona alle dipendenze dell’Ufficio Giuridico; poi fare licenziare senza giustificato motivo direttamente dal Santo Padre Papa Francesco, il direttore dell’Ufficio Patrimonio dopo soltanto 4 mesi dalla sua assunzione; poi prevedendo nel nuovo regolamento che l’Ufficio Patrimonio potrà essere lasciato in vita senza la necessità di avere un suo direttore; poi svuotando di senso l’esistenza della sezione Patrimonio Allargata; poi obbligando l’economo della diocesi don Francesco Galluzzo a dimettersi prima della scadenza del suo mandato e senza un grave motivo come prescritto dal Codice di Diritto Canonico, tranne il fatto di dire che è malato e si deve far curare… sostituendolo dallo storico ragioniere del Vicariato dipendente dell’Ufficio Amministrativo Rag. Roberto Liso in modo da ricoprire la nomina con una persona che continuerà ad occuparsi di tutto l’aspetto contabile così che tutte le decisioni cruciali dell’economo della Diocesi di Roma saranno prese dal prossimo vicario episcopale per l’ambito amministrativo e giuridico, l’ onnipresente direttore dell’Ufficio Giuridico don Renato Tarantelli Baccari.

In questo modo sarà completamente svuotato il ruolo dell’economo in barba al Codice di diritto canonico vigente, ma si sa che la gerarchia delle fonti non è una materia molto conosciuta. È lo stesso che ha annunciato l’imminente nomina a vicario episcopale alla presenza del vicegerente e di tutti i dipendenti dell’Ufficio amministrativo lo scorso 24 luglio.

Per finire in bellezza pare che siano iniziate le pressioni all’unico superstite addetto dell’Ufficio Patrimonio dott. Davide Adiutori; resterà solo di portarlo all’esasperazione e far sì che anche lui decida di andarsene via così che l’ufficio patrimonio di fatto cesserà di esistere e la situazione tornerà al 2019 quando l’ufficio giuridico e la sua addetta signora Emanuela Santelli potrà fare tutto come bene ha fatto in tutti questi anni!

Intanto i poveri restano scartati, i ricchi aiutati, i donatori ingannati, i fanfaroni promossi. 
Questo si che è un buon esempio da seguire. Dare ai ricchi e togliere ai poveri, a due passi dalla Caritas….

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Compatri, lettere al giornale. Un cittadino: “Via Selli dimenticata”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

“Caro dottor Baglioni le scrivo per mostrare le immagini di una via di Montecompatri che forse conosce bene. E’ via Selli che giorno dopo giorno anno dopo anno peggiora.”

Inizia così la email ricevuta qualche giorno fa da un cittadino di Monte Compatri.
Ne risulta un quadro di disperazione misto al rammarico dell’impotenza di fronte ad un sistema amministrativo troppe volte, forse, sordo alla semplici richieste dei cittadini.

foto allegate alla email

Un’analisi lucida, fredda, ma che porta dentro le poche e semplici parole tutta la tristezza di chi vorrebbe vivere in un mondo migliore e poi si scontra contro i mulini a vento di una burocrazia che spesso è più attenta all’apparenza che alla sostanza.
“Luci notturne quasi assenti, pavimentazione ai limiti, scalini che sono ormai più trappole che camminamenti. Senza dimenticare l’erbaccia che ricopre tratti del selciato.
Con molti vicini abbiamo sollecitato il comune ma al di là di un provvederemo la situazione resta sempre precaria”
prosegue triste la descrizione di questa che è una delle vie storiche di accesso alla parte alta del paese.

foto allegate alla email

“Scrivo a lei, continua, perché dimostra almeno la voglia di dare voce a noi poveri cittadini incantati da spot come tutto prende forma ma qui di sostanza ne abbiamo poca o di inaugurazioni faraoniche ma qui non passa nessuno con aerei tricolori o fasce al collo”.
Una polemica elegante, ironica ma che fa comprendere, qualora ce ne fosse la necessità, che i cittadini sentono maggiormente la necessità di vedere piccole opere quotidiane completate per il vivere sereno e civile.

foto allegate alla email

Da parte nostra questa email diventa ancora di più lo sprone a dare voce a 360° a tutti quelli che troppe volte per educazione o perché non abituati ad urlare vengono messi all’angolo da un mondo troppe volte sordo alla richieste sussurrate e gentili.

foto allegate alla email

“Il suo giornale resta la nostra unica speranza per avere almeno da parte dell’amministrazione un ascolto diretto. La ringrazio e mi scuso per averla disturbata”.

foto allegate alla email

Chiude così la email e non nascondiamo che il grazie lo giriamo a questo coraggioso cittadino che non ci ha affatto disturbato ma ci ha riportato, ancora un volta di più, a comprendere la bellezza e l’importanza di questa nostra professione.

foto allegate alla email

Continua a leggere

Cronaca

Il mondo della cultura piange la scomparsa di Elvino Echeoni

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

I Funerali si terranno a Roma Martedì 27 agosto alle ore 10:30 presso la parrocchia di San Giustino

La notizia della scomparsa di Elvino Echeoni, artista poliedrico e figura di spicco nel panorama culturale italiano, ha lasciato un profondo vuoto nel cuore di chi lo conosceva e lo ammirava. Pittore, musicista e cantante di fama internazionale, Echeoni ha dedicato la sua esistenza all’arte e alla diffusione della cultura, con un particolare impegno verso le periferie italiane. La sua improvvisa dipartita rappresenta una perdita inestimabile per il mondo della cultura e per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incontrarlo e di essere toccati dalla sua generosità e dal suo inesauribile entusiasmo.

Il Maestro Elvino Echeoni intervistato da Chiara Rai durante Officina Stampa del 28/03/2019

Nato nel 1950, Echeoni ha passato gli ultimi venti giorni della sua vita presso l’ospedale Gemelli, dove la sua lotta si è conclusa in modo tragico e inatteso. Da quel momento, la comunità di artisti e amici ha iniziato a condividere ricordi e emozioni, testimoniando l’impatto profondo che Elvino ha avuto su chiunque abbia incrociato il suo cammino. Tra coloro che hanno voluto onorare la sua memoria, spicca Pina Di Tano, scrittrice e pittrice, che ha reso pubblica la notizia della sua scomparsa con parole cariche di dolore.

L’impegno di Echeoni nella promozione della cultura e dello sport, in particolare nei quartieri in cui ha vissuto, è stato instancabile. Con il suo compagno di avventure, Remo Panacchia, ha guidato per oltre cinquant’anni la Galleria Il Mondo dell’Arte, trasformandola in un luogo di incontro e scambio per artisti e appassionati. La sua dedizione verso l’arte e la comunità ha lasciato un segno indelebile, facendolo diventare una figura di riferimento per molti.

Elvino Echeoni era noto e apprezzato non solo per il suo talento artistico, ma anche per il legame profondo che aveva con la comunità. La Galleria Il Mondo dell’Arte, che aveva fondato insieme a Panacchia, era un faro di cultura, sempre attiva nel promuovere nuovi talenti e iniziative artistiche. Recentemente, il 13 maggio, un articolo ha celebrato il cinquantesimo anniversario di attività della galleria, sottolineando il coraggio e la determinazione con cui Echeoni e Panacchia hanno portato l’arte nelle periferie di Roma.

La storia di Echeoni è quella di un uomo che ha vissuto la sua passione con perseveranza e dedizione

Oltre alla sua carriera pittorica, ha utilizzato la musica come mezzo di espressione, esplorando temi profondi legati all’esistenza e all’immortalità dell’arte. Una delle sue canzoni più significative, “La vita se ne va”, riflette pensieri e sentimenti che ora suonano come un messaggio lasciato a chi lo ricorda.

La morte di Elvino Echeoni ha lasciato un vuoto incolmabile nelle vite di chi lo ha conosciuto, ma la sua arte e il suo spirito continueranno a vivere attraverso le sue opere e le numerose iniziative culturali che ha sostenuto. La settimana della sua scomparsa sarà ricordata anche per una mostra personale del Maestro Gianni Testa, in programma il 24 maggio presso la Galleria Il Mondo dell’Arte, un evento che conferma l’importanza di mantenere viva la memoria di Elvino attraverso l’arte.

Il mondo dell’arte e della cultura non dimenticherà facilmente Elvino Echeoni

Le sue opere, il suo sorriso e la sua voce rimarranno nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, e la sua eredità continuerà a ispirare generazioni di artisti e amanti della cultura. Le più sentite condoglianze vanno alla sua adorata moglie e ai suoi figli, mentre la sua luce continua a brillare attraverso l’arte e la memoria di chi lo ha amato.

Sulla pagina Facebook del Maestro il messaggio

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti