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Ferrovia Roma-Viterbo: Regione Lazio di nuovo condannata per le barriere architettoniche

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La Corte di Appello di Roma ha nuovamente condannato la Regione Lazio, rigettando il ricorso presentato contro l’Ordinanza n. 3051 del 2016 emessa, dal Tribunale di Tivoli, in favore, della signora Maria Cristina Abballe di Rignano Flaminio. Impossibilitata a usufruire della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per gli spostamenti giornalieri con il figlio Alessandro, affetto da una grave disabilità sia motoria che cognitiva e costretto alla sedia a rotelle, per la presenza delle barriere architettoniche nelle stazioni extraurbane della linea che l’Ente “aveva l’obbligo di eliminare”.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=ogJR7MA6DXk&w=560&h=315]

L’odissea di Maria Cristina è ampiamente conosciuta, anche negli ambienti di Atac, tanto da suscitare sdegno e stupore nell’opinione pubblica. Nell’ottobre del 2014 è stata al centro di un’inchiesta condotta dal giornalista Luca Teolato de Il Fatto Quotidiano, attraverso la quale è stato possibile conoscere le criticità, quotidiane, che la signora incontrava – e incontra – nel raggiungere la banchina della stazione e nel salire/scendere dai convogli ferroviari.

Temi cardini dell’atto presentato il 29 gennaio di quello stesso anno dall’avvocato Marianna De Collatore, legale della donna, presso il competente Tribunale Civile di Tivoli. Con l’obiettivo, evidente, di riconoscere ad Alessandro il sacrosanto diritto alla mobilità, palesemente negato benché sancito dalla Costituzione Italiana.

Dopo la vittoria in primo grado è giunta la conferma in Appello, con la sentenza emessa l’8 gennaio scorso. “La Corte – spiega l’avvocato De Collatore – ha chiaramente condiviso la tesi secondo la quale il concetto di stazione principale, ove vi è l’obbligo di abbattere tali barriere, non è normativamente definito e che ad ogni modo questa disparità di trattamento tra stazione principale e non, rappresenterebbe una discriminazione, nelle more di quanto affermato in primo grado.  E che comunque la stazione di Rignano è sempre presenziato da personale come ammesso dalla Regione e pertanto comunque è da considerarsi principale”. “In primis ha rigettato l’eccezione di incompletezza del Giudice della Regione – prosegue il legale – in quanto questa materia è specificatamente regolata da legge ad hoc che prevede competenza del Giudice ordinario in luogo del Giudice amministrativo, ovvero il TAR”.

All’epoca del ricorso, e fino al 2017, Alessandro frequentava la scuola Leonardo Vaccari con sede in Roma (viale Angelico), che si occupa della riabilitazione psico-fisica e della integrazione didattica sociale dei disabili, mediante cure cliniche necessarie e terapie riabilitative, nonché della loro istruzione fino al conseguimento dell’obbligo scolastico e, successivamente della loro formazione professionale in apposite strutture. E Maria Cristina per poterlo accompagnare all’istituto, ma anche per tutti gli altri spostamenti giornalieri, utilizza la stazione ferroviaria di Rignano che rientra nella tratta extraurbana della Viterbo. Caratterizzata “dalla presenza di barriere architettoniche – recita il documento della ricorrente – che, di fatto, rendono difficoltoso la salita e discesa dai treni ed in generale l’accesso alla stazione medesima”.

Una storia segnata da contraddizioni e discrepanze, appalesate dagli atti ufficiali emessi sia dalla Regione che da Atac, uscita comunque indenne nel procedimento giudiziale. C’è un passaggio, memorabile, che potrebbe fugare ogni dubbio al riguardo, una sorta di cortocircuito istituzionale. Va detto che prima ancora di formalizzare il ricorso in Tribunale l’Abballe, dopo i tanti tentativi per risolvere il problema rilevati infruttuosi, stremata, inviò, come extrema ratio, una raccomandata (Protocollo 01594465) alla Legione dei Carabinieri Lazio di Rignano, e per conoscenza alla Regione nonché all’Azienda Capitolina. Quest’ultima rispondeva discolpandosi di qualsiasi addebito a suo carico, precisando che “l’infrastruttura ferroviaria è di proprietà della Regione Lazio ed Atac che ne è l’esercente” e che altresì “deve sottostare alle indicazioni ed approvazioni del proprietario. Tutte le stazioni della tratta ferroviaria extraurbana hanno ancora la presenza di barriere architettoniche”. Peccato che di lì a poco Atac medesima ha poi proceduto all’installazione dei tornelli a tripode, utilizzati fino a quel momento nella Linea A e B della metropolitana, proprio nell’atrio di quelle stazioni (Riano, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Rignano Flaminio, S. Oreste, Civita Castellana e Viterbo). Tornelli che, avendo una larghezza di soli 60 centimetri di apertura, “costituiscono – secondo quanto evidenziato dalla Regione nella nota 393069 del 14/09/2012un’ulteriore barriera architettonica”, tale da “aumentare l’inaccessibilità all’infrastruttura ferroviaria nel suo complesso”. Tuttavia, è stata la Regione stessa, insieme al Ministero delle Infrastrutture (nota 2757 del 30/10/2012), a concedere il nulla osta per quell’installazione. Ciò rappresenta soltanto un fulgido esempio delle incoerenze riscontrate lungo il cammino giudiziale.

Infatti, scorrendo il carteggio si scopre la volontà aziendale di procedere all’acquisto “di idonea attrezzatura per il sollevamento delle carrozzelle ad altezza del pavimento del treno per consentire l’ancoraggio delle carrozzelle stesse – protocollo Atac 132466 del 20/09/2012 – qualora codesta Regione Lazio concordi”. Tanto da presentare nei mesi successivi, con nota 182049 del 9/01/2013, il progetto pilota per l’accesso al treno ai diversamente abili nelle stazioni extraurbane ed urbane. Questo evidenzia, indiscutibilmente, il mancato superamento del problema, al netto quindi dell’installazione dei tornelli. E lo dice a chiare lettere la Regione Lazio nella missiva 14567 dell’11 gennaio 2013, dove afferma e riconosce la “necessità di intraprendere, da subito, un percorso volto al progressivo abbattimento delle barriere architettoniche presenti sulla tratta extra urbana della ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, nelle more del necessario e definitivo innalzamento di tutte le banchine”.

In seguito, però, quando l’avvocato De Collatore ha provveduto, nel novembre del 2013 (prot. n. 176449), “a mettere in mora le Autorità interessate”, la Regione dava riscontro (prot. n. 176449), sottolineando come l’abbattimento delle barriere architettoniche fosse già stato effettuato nella stazione di Rignano, mediante l’apposizione “di un cancello, regolarmente funzionante a fine banchina del binario I, lato Viterbo. Mediante un citofono si chiama l’operatore di stazione che apre manualmente il cancello”. Il responsabile regionale del procedimento proseguiva assicurando come “il passaggio da tale cancello avvenga in totale sicurezza”. E lo stesso fece l’Azienda il 18 dicembre, attraverso il proprio legale. Che, previa negazione implicita dell’accesso agli atti amministrativi, rimarcava che “con decorrenza dal 21 gennaio 2013, anche presso la Stazione di Rignano Flaminio sarebbe stato disponibile un cancello di ingresso a livello di banchina separato ed autonomo rispetto all’ingresso dei passeggeri normodotati e dotato di campanello di avviso per il personale di servizio tramite cui l’utente disabile, previa attivazione della suoneria, avrebbe potuto accedere alla banchina della Stazione”. Da ultimo il legale dell’Azienda si “professava sorpreso – ha incalzato la De Collatore nel ricorso – dalla richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche che, a suo dire, non esistevano da quasi un anno”.

Tutto era risolto secondo i diretti interessati. Al punto che l’acquisto degli elevatori e l’innalzamento delle banchine, come anni prima fece la compianta Met.Ro. nella tratta urbana, sono rimasti su carta. Incredibilmente. “Vi è un mutamento nei progetti iniziali – ha relazionato l’avvocato della signora Abballe -, gli unici lavori effettuati da Atac, per come dalla stessa comunicato, riguardano la installazione di tornelleria di ingresso, di cui non è dato conoscere il nominativo del responsabile del procedimento, e l’apertura di cancelli nelle stazioni extraurbane, ivi inclusa Rignano, che conducono direttamente alle banchine”.

Ma la realtà è ben lontana da quanto prospettato: “le ridotte dimensioni dei tornelli di ingresso non consentono il passaggio dei disabili su carrozzina – scrive la De Collatore nel ricorso – il cancello laterale aperto per il passaggio diretto sulla banchina non permette un accesso agevole e sicuro ad Alessandro. Ciò è pur vero se si considera che la strada [laterale alla stazione di Rignano NDR] con una pendenza superiore all’8% che conduce verso il predetto ingresso verte in una situazione di degrado totale, assenza di asfalto e presenza di brecciolina”. Inoltre, “il piazzale di riferimento dal quale si deve necessariamente passare per raggiunge il predetto cancello non è stato ancora ristrutturato. Ed ancora il posto invalidi che, le controparti sostengono di aver riservato alla Signora versa in uno stato di degrado totale oltre che essere caratterizzato dalla presenza di pozze di ristagno di acqua meteorica dovuta proprio alle irregolarità del terreno ed all’assenza di accorgimenti per la convogliazione ed il relativo allontanamento dell’acqua piovana. A ciò si aggiunga, altresì, che è tutt’ora presente l’ex magazzino pericolante, in attesa di essere abbattuto, e che, in ogni caso, l’apertura del predetto cancello è vincolato alla presenza di un operatore e l’altezza del pulsante di richiesta non è assolutamente plausibile per le persone diversamente abili”. E ancora: “poniamo per assurdo ma non improbabile che, nel mentre la ricorrente si trova con il figlio davanti al cancello magari in una giornata di pioggia (assenza di adeguato riparo) e proprio in quel momento l’operatore si assenta per qualsiasi ragione, chi e cosa assicurerebbe il passaggio alla carrozzina di Alessandro che, lo si ribadisce, non riesce ad entrare dai tornelli di ingresso?”. Come si evince dal servizio de Il Fatto e dalle immagini della perizia di parte.

Nell’Ordinanza 3051/2016 del 17/03/2016, il Tribunale di Tivoli nella persona del Giudice Marco Piovano provvedeva ad accogliere l’istanza dell’Abballe e per effetto ordinava alla Regione Lazio “di realizzare dalla data della presente decisione, le seguenti opere presso gli impianti della stazione ferroviaria di Rignano Flaminio secondo un piano che preveda: a) sistemazione, così come previsto in motivazione, della strada di accesso secondario alla stazione b) installazione di sistema di accesso al locale biglietteria; c) installazione di pedane per la salita sui treni; d) installazione si scivoli per il passaggio sui binari”. Non solo. “Per l’effetto, condanna la Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, al pagamento in favore di Abbale Maria Cristina, nella sua qualità di genitore esercente la potestà sul minore Abbale Alessandro, della somma di €. 3.000,00, oltre interessi legali come in motivazione” e “pone a definitivo carico della Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, le spese di CTU”. “Condanna la Regione Lazio al pagamento in favore dell’Erario delle spese di giudizio nella misura di €. 2.176,20, oltre agli accessori dovuti”.

Nella sentenza di primo grado, infatti, il Giudice Piovano riconosce la Regione Lazio quale “proprietaria degli impianti della stazione ferroviaria in questione e, tale veste legittimata passivamente”, per effetto del DLgs 422/1997 e “dell’Accordo di Programma 22.12.1999”, secondo il quale all’Ente “sono state assegnate a fa tempo dell’1.1.2000, le funzioni di programmazione e amministrazione inerenti la rete di trasporto ferroviario”. “Per le stesse ragione va dichiarata la carenza di legittimazione passiva dell’Agenzia del Demanio, così come pure dell’Atac SpA, non proprietaria, ma gestore della linea secondo il contratto di servizio inter partes il cui art. 22 sancisce come sia la Regione tenuta a ‘promuovere azioni per consentire l’accesso al servizio delle persone diversamente abili’”. “Non vi è dubbio – esaminata la relazione, la piantina e le fotografie a corredo sia affatto o difficilmente fruibile dalle persone con disabilità. Detta situazione è oggettivamente discriminatoria e, contrariamente a quanto sostenuto dai resistenti Atac e Regione Lazio, anche l’avvenuta installazione del cancello apribile su richiesta, posto al termine della strada (il secondo accesso indicato dal CTU) non consente di ovviare ad alcunché, stante la condizione della strada medesima (non solo in salita per il primo tratto, ma sterrata e sassosa, certo non percorribile, non solo autonomamente dal disabile, ma anche con l’assistenza di un ausiliario, se non con la macchina)”.

Inoltre, “Il richiamo che i resistenti [Regione e Atac NDR] fanno all’art. 25 DPR 503/1996 in riferimento all’obbligo di predisporre idonei meccanismi per consentire l’accesso ai disabili solamente nelle stazioni principali, è incompleto; infatti, come sopra rammentato, ai sensi del settimo comma del predetto articolo, le norme del presente regolamento non sono vincolanti per gli edifici e per gli impianti delle stazioni e delle fermate impresenziate, sprovviste cioè di personale ferroviario sia in via temporanea che in via permanente; è quindi la stessa norma che, nella sostanza, stabilisce quali siano le stazioni non principali, cioè non vincolate, facendo riferimento alle stazioni non presenziate, cioè prive di personale, permanente o temporaneo: tra queste, non può essere fatta rientrare quella di Rignano Flaminio, che è stazione a fermata obbligatoria (cfr. sito dell’Atac) e dove la presenza, sia pur temporanea, del personale è invece assicurata, così come di fatto ammesso dalla stessa difesa dei resistenti principali e da come si deduce dal ripetuto richiamo della possibilità delle persone disabile di utilizzare il cancello apribile previo avviso citofonico al personale addetto. La stazione in parola è quindi da considerarsi principale ai sensi del citato art. 25, con ogni conseguenza prescritta”.

Ordinanza che, come anticipato, è stata confermata dalla Prima Sezione Civile della Corte di Appello di Roma, con la sentenza 85/2019 pubblicata l’08/01/2019. “L’appello principale [della Regione ndr] è infondato”, scrivono i Giudici. “Una volta accertato che la Regione aveva l’obbligo di eliminare le barriere architettoniche, ne discende la sussistenza di una discriminazione indiretta ai sensi dell’art. 2 terzo comma L.67/06 , attesa l’idoneità della condotta emissiva dell’amministrazione a porre Abbale in una condizione di svantaggio rispetto alle altre persone; onde non paiono affette da illegittimità le statuizione del Giudice di primo grado in ordine al danno non patrimoniale”. Pertanto la Corte “rigetta l’appello della Regione Lazio; condanna la Regione Lazio alla refusione delle spese· che liquida in euro 6.500 ·per compensi oltre accessori in favore di Maria Cristina Abbale, nella qualità, con distrazione in favore del difensore; in euro 6.500 per compensi in favore di Atac spa; in euro 5.500 per compensi in favore dell’Agenzia del Demanio”.

“Siamo in attesa di spontanea esecuzione delle disposizioni impartite nella Ordinanza di primo grado – incalza l’avvocato De Collatore – , confermata in sede di appello, ovvero di tutti i lavori di rifacimento della stazione di Rignano Flaminio diretti ad abbattere le barriere architettoniche che ancora ad oggi impediscono ad Alessandro, come anche a tutti i diversamente abili, di utilizzare liberamente la stazione stessa, nonché di provvedere al risarcimento del danno subito da Cristina pari ad euro 3000,00 oltre interessi nonché a provvedere alla pubblicazione dell’ordinanza del dott. Piovani sul quotidiano indicato”. Con l’avvertenza che qualora “tale spontanea esecuzione da parte della Pubblica Amministrazione continuerà a difettare, si azionerà giudizio di ottemperanza e/o riceduta esecutiva, con aggravio di spese per la Regione Lazio, al fine di ottenere la tutela del diritto soggettivo di Alessandro a muoversi liberamente”.

David Nicodemi

Castelli Romani

Monte Compatri, lettere al giornale. Un cittadino: “Via Selli dimenticata”

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“Caro dottor Baglioni le scrivo per mostrare le immagini di una via di Montecompatri che forse conosce bene. E’ via Selli che giorno dopo giorno anno dopo anno peggiora.”

Inizia così la email ricevuta qualche giorno fa da un cittadino di Monte Compatri.
Ne risulta un quadro di disperazione misto al rammarico dell’impotenza di fronte ad un sistema amministrativo troppe volte, forse, sordo alla semplici richieste dei cittadini.

foto allegate alla email

Un’analisi lucida, fredda, ma che porta dentro le poche e semplici parole tutta la tristezza di chi vorrebbe vivere in un mondo migliore e poi si scontra contro i mulini a vento di una burocrazia che spesso è più attenta all’apparenza che alla sostanza.
“Luci notturne quasi assenti, pavimentazione ai limiti, scalini che sono ormai più trappole che camminamenti. Senza dimenticare l’erbaccia che ricopre tratti del selciato.
Con molti vicini abbiamo sollecitato il comune ma al di là di un provvederemo la situazione resta sempre precaria”
prosegue triste la descrizione di questa che è una delle vie storiche di accesso alla parte alta del paese.

foto allegate alla email

“Scrivo a lei, continua, perché dimostra almeno la voglia di dare voce a noi poveri cittadini incantati da spot come tutto prende forma ma qui di sostanza ne abbiamo poca o di inaugurazioni faraoniche ma qui non passa nessuno con aerei tricolori o fasce al collo”.
Una polemica elegante, ironica ma che fa comprendere, qualora ce ne fosse la necessità, che i cittadini sentono maggiormente la necessità di vedere piccole opere quotidiane completate per il vivere sereno e civile.

foto allegate alla email

Da parte nostra questa email diventa ancora di più lo sprone a dare voce a 360° a tutti quelli che troppe volte per educazione o perché non abituati ad urlare vengono messi all’angolo da un mondo troppe volte sordo alla richieste sussurrate e gentili.

foto allegate alla email

“Il suo giornale resta la nostra unica speranza per avere almeno da parte dell’amministrazione un ascolto diretto. La ringrazio e mi scuso per averla disturbata”.

foto allegate alla email

Chiude così la email e non nascondiamo che il grazie lo giriamo a questo coraggioso cittadino che non ci ha affatto disturbato ma ci ha riportato, ancora un volta di più, a comprendere la bellezza e l’importanza di questa nostra professione.

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Economia e Finanza

Science on Stage, un progetto unico nel panorama italiano

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Si è recentemente svolto a Turku, Finlandia, città nota per il suo splendido arcipelago e la sua storia medievale, il 13° Festival Europeo Science on Stage. Al festival, articolato su 4 intense giornate 450, insegnanti di scuola primaria e secondaria provenienti da tutta Europa hanno condiviso le loro idee STEM più creative presso stand, seminari e sessioni di approfondimento. I partecipanti saranno scelti tramite eventi nazionali competitivi in ​​oltre 30 paesi. Il tema del festival era la sostenibilità nell’istruzione STEM, acronimo per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).
 
Temi guida
 
Tutti i progetti presentati al festival rappresentavano approcci di apprendimento basati sulla ricerca
 
STEM per i più giovani: progetti per promuovere STEM nella scuola elementare per bambini di 10 anni o più giovani; educazione STEM per lo sviluppo sostenibile,  progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile; tecnologie digitali nell’istruzione STEM, progetti su programmazione, istruzione digitale, ICT, Big Data, intelligenza artificiale, realtà virtuale, ecc.
 
Diversità nell’insegnamento STEM: progetti che riflettono l’eterogeneità e la diversità della nostra società, ad esempio metodi di insegnamento che coinvolgono studenti con diversi livelli di apprendimento o diversi retroterra culturali.
 
STEM nell’istruzione: progetti che combinano le scienze naturali con altre discipline, ad esempio scienza, tecnologia, ingegneria o matematica con arti, musica, sport, storia, ecc.
 
Esperimenti a basso costo nell’istruzione STEM: progetti che hanno costi di realizzazione bassi.
 
Inoltre, gli insegnanti poteva consegnare i loro progetti nelle due categorie seguenti: progetti congiunti: progetti sviluppati in collaborazione da insegnanti che si sono incontrati in uno degli eventi Science on Stage passati (ad esempio, festival, webinar, sviluppo professionale, incontro di rete, progetto). STEM per insegnanti in formazione: progetti sviluppati durante la formazione pre-servizio degli insegnanti o il tirocinio degli insegnanti
 
Il programma della Fiera aveva la seguente struttura: la fiera stessa, l’elemento principale del festival, dove tutti i partecipanti esponevano i loro progetti e sperimentazioni negli stand. Seminari,  sessioni pratiche interattive tenute da insegnanti e rivolte agli insegnanti. Sessioni salienti, durante le quali i partecipanti selezionati presentavano le loro idee sul palco. Sessioni plenarie, con interventi e presentazione di esempi di buone pratiche. Forum: mostre realizzate da partner, ad esempio aziende, organizzazioni, fondazioni. Eventi sociali, con attività di networking, escursioni, ricevimenti serali.
 
Patrocinata dalla Commissaria  Iliana Ivanova, membro della Commissione Europea responsabile per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, Science on Stage Europe è una rete per insegnanti di scienze, STEM,  che si concentra sullo scambio di idee di insegnamento e relative migliori pratiche. L’obiettivo finale è migliorare l’insegnamento STEM supportando gli educatori nel loro sviluppo e crescita professionale. Diffondendo concetti di insegnamento innovativi tra gli insegnanti di scienze d’Europa, si consente a più studenti di acquisire le competenze accessibili di cui hanno bisogno per un futuro impegnativo incoraggiandoli a prendere in considerazione una carriera in scienze, ICT o ingegneria.
 
Lanciato nel 2000, Science on Stage raggiunge oltre 100.000 insegnanti e formatori di insegnanti in 35 paesi, di cui 30 europei, ma anche in Canada e Kazakistan. Una rete di  comitati direttivi nazionali  in questi paesi fornisce l’interfaccia alle loro comunità nazionali di insegnanti STEM. L’ampliamento della rete, l’acquisizione di nuovi membri e vari compiti amministrativi sono svolti dalla sede centrale di Berlino. Ulteriori informazioni su Science on Stage sono disponibili qui .Dal 2011 Science on Stage Europe è un’associazione senza scopo di lucro registrata e riconosciuta dalla legge tedesca.
 
Come funziona Science on Stage
 
Si lavora direttamente alla base. Per partecipare alle attività, gli insegnanti non devono passare attraverso una complicata procedura di candidatura. Per partecipare ai seminari, di solito è sufficiente una semplice e-mail. Anche i materiali didattici sono gratuiti e disponibili in diverse lingue. In questo modo, si può raggiungere insegnanti in tutta Europa.
 
Questa piattaforma unica per l’educazione scientifica ha un impatto sostenibile, come dimostrano diversi studi di valutazione.Il 90% degli insegnanti partecipanti ha incorporato nelle proprie lezioni le idee presentate durante gli eventi Science on Stage. Il 90% degli insegnanti partecipanti ha incorporato le idee acquisite attraverso gli eventi Science on Stage nella formazione degli insegnanti nei propri paesi di origine, fungendo così da moltiplicatori. Il 92% dei partecipanti ha stabilito contatti internazionali; oltre il 55% di loro ha instaurato almeno 4 buoni contatti 1 anno dopo il festival.Il 77% dei partecipanti ritiene elevato l’impatto del festival sulla sostenibilità; il 73% di loro ha dichiarato di candidarsi anche per il prossimo festival.
 
Una dozzina i progetti che hanno rappresentato l’Italia, con docenti provenienti da vari istituti, in questa edizione; tra i temi dei progetti vincitori ci erano indagini ambientali (laghi, ghiacciai, montagne), riciclo, rappresentazioni tangibili di dati statistici, applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle scuole, esperienze di gamification (ludicizzazione) della chimica e molto altro.
 
La dimensione europea e l’interdisciplinarietà rendono questo progetto unico  nel panorama italiano
 
Tutti i progetti e gli esperimenti accettati erano presentati negli stand della fiera. Alcune attività selezionate dal comitato organizzatore erano presentate nella categoria “Workshop”  o nella categoria “Highlight Sessions”. Tutti i progetti dovevano basarsi su un approccio “inquiry-based learning”, insegnamento basato sull’esperienza, sulla formulazione di ipotesi e la realizzazione di esperimenti in prima persona e riguardavano i temi riportati in dettaglio sul bando.
 
I sette migliori progetti sono stati premiati con l’European STEM Teacher Award durante la cerimonia di premiazione. Tra questi un progetto italiano, sviluppato da  Susanna Zoboli e Giorgia Messori, sul riuso degli scarti del caffè. ma anche un progetto finlandese, sviluppato da Kirsi Rehunen e Sanna Kolhonen,con obiettivo quello di indagare il tempo, i concetti correlati al tempo e la manifestazione del tempo in varie situazioni nella vita quotidiana dei bambini.
 
Il Festival Science on Stage di Turku era organizzato da Luma Center Finlandia e Science on Stage Finlandia in cooperazione con Science on Stage Europa, Università di Turku, Turku AMK, Comune di Turku, e Abo Akademi e con il supporto di TEK e l’Agenzia Nazionale. Science on Stage è sostenuto in Italia dall’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica; AIF, Associazione per l’Insegnamento della Fisica; Società Chimica Italiana, Divisione Didattica Chimica; ML System, attrezzature scientifiche per la didattica; La Palestra della Scienza di Faenza. La partecipazione italiana all’edizione 2024 è stata sostenuta grazie anche ad un contributo dell’Istituto Italiano di Cultura a Helsinki.
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Roma, Ferragosto e turisti. Scattata l’operazione sicurezza: in manette 11 persone

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ROMA – In occasione della settimana di Ferragosto, per garantire una serena permanenza ai turisti e ai cittadini romani rimasti in città, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno intensificato i controlli per prevenire i furti in abitazione, presso i centri commerciali, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti e in modo particolare a bordo dei mezzi pubblici e presso le stazioni della metro della Capitale. D’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, nelle ultime 48 ore, i Carabinieri hanno arrestato 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di furto e tentato furto aggravato in concorso.
 
Nell’area della stazione Termini, in via Gioberti, i Carabinieri di Nucleo Scalo Termini hanno arrestato un cittadino russo, già noto alle forze dell’ordine, fermato dal personale di vigilanza di un negozio di abbigliamento, dopo aver sottratto alcuni capi, ai quali aveva rimosso le placche antitaccheggio per eludere i controlli della vigilanza.
 
In via del Corso, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due cittadini romeni – un 28enne e una 19enne, entrambi e con precedenti – sorpresi a derubare una turista cinese. I Carabinieri li hanno bloccati appena dopo aver sfilato il telefono cellulare dallo zaino della vittima.
 
In piazza del Colosseo, sempre i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno arrestato due nomadi, di 26 e 40 anni, entrambe in stato interessante e con numerosi precedenti specifici, bloccate subito dopo aver asportato con destrezza una busta contenente 420 euro dallo zaino di una turista cinese.
 
I Carabinieri della Stazione Roma Macao hanno arrestato un 59enne italiano, senza fissa dimora e con precedenti, bloccato all’interno dell’autobus “H”, all’altezza della fermata Lungotevere de’ Cenci, subito dopo aver asportato con destrezza il telefono dall’interno della borsa di un 15enne.
 
Tre cittadini romeni – senza fissa dimora di 21, 38 e 58 anni – sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro che, in abiti civili, li hanno notati mentre si aggiravano con fare sospetto presso un negozio di abbigliamento in via Nazionale, rione Monti, e li hanno seguiti all’interno. Poco dopo, i tre sono stati bloccati all’uscita dell’attività perché sorpresi ad allontanarsi senza aver pagato numerosa merce, del valore di 570 euro, che avevano prelevato dagli espositori e occultato in zaini, previa rimozione delle placche anti-taccheggio.
 
Invece, all’interno di uno store del centro commerciale “Porta di Roma”, in via A. Lionello, i Carabinieri della Stazione Roma Nuovo Salario hanno arrestato un 30enne peruviano, sorpreso ad occultare prodotti di profumeria, del valore di circa 500 euro – all’interno di una borsa schermata.
 
Le vittime dei furti hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.
 
Nell’ambito delle attività, infine, i Carabinieri hanno rintracciato un 35enne romeno, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 30enne di Roma trovato in possesso di 14 dosi di cocaina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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