Connect with us

Primo piano

ELISA CLAPS: CASSAZIONE CONDANNA DANILO RESTIVO A 30 ANNI DI RECLUSIONE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minutoDanilo Restivo e' attualmente detenuto in Inghilterra, dove deve scontare una condanna a 40 anni di carcere per l'omicidio di un'altra donna, Heather Barnett

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto

Redazione

Giustizia è stata fatta per la piccola Elisa Claps morta che ancora era una giovane fanciulla. E' definitiva la condanna a 30 anni di reclusione per Danilo Restivo, ritenuto responsabile dell'omicidio di Elisa Claps, la sedicenne scomparsa a Potenza nel settembre 1993 e ritrovata cadavere 17 anni dopo nel sottotetto della chiesa della SS.Trinita' del capoluogo lucano.
La prima sezione penale della Cassazione ha infatti rigettato il ricorso dell'imputato contro la sentenza di condanna che era stata emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Salerno. La Cassazione ha accolto in toto le richieste del sostituto pg, Paolo Canevelli, compresa quella di annullare senza rinvio la sentenza d'appello limitatamente all'aggravante della crudelta' contestata all'imputato. Secondo il pg, infatti, non e' stata raggiunta la prova che Restivo abbia infierito sul corpo della vittima dopo la morte. L'esclusione di questa aggravante non modifica pero' il trattamento sanzionatorio e la condanna, giunta al termine di un processo con rito abbreviato, resta confermata a 30 anni.

 Danilo Restivo e' attualmente detenuto in Inghilterra, dove deve scontare una condanna a 40 anni di carcere per l'omicidio di un'altra donna, Heather Barnett, avvenuto successivamente al delitto Claps, quando l'imputato si era gia' trasferito nel Regno Unito. L'ipotesi di estradizione di Restivo appare remota, perche' difficilmente la Gran Bretagna sarebbe d'accordo con la consegna dell'uomo alle autorita' italiane.

Con la sentenza di oggi, la Prima Sezione Penale della Suprema Corte, presieduta da Umberto Giordano, ha anche condannato Restivo a pagare le spese processuali sostenute dalle parti civili: 10mila euro per i familiari di Elisa e tremila euro ciascuno per il Comune di Potenza e per l'associazione Telefono Donna.