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Oltre 1000 realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico saranno davanti a Montecitorio domani 17 ottobre 2014, dalle 10 alle 18. Al finaco di “Miseria Ladra” del Gruppo Abele, anche la Federcontribuenti assieme al Comitato 16 Novembre parteciperanno con il sostegno di Libera. Vengono negati i fondi per affrontare la gravissima condizione in cui versa il continente ed il futuro della pacifica convivenza dei popoli europei, imponendo ulteriori tagli alla spesa sociale e bloccando gli investimenti pubblici, mentre le banche hanno ricevuto sostegni per 4 mila miliardi di euro. 126 milioni di poveri, 43 milioni di affamati e 27 milioni di disoccupati testimoniano la crisi sociale ed economica del continente
di Cinzia Marchegiani
Roma- Le politiche di austerità ed i trattati di stabilità e governance hanno inibito la spesa pubblica e in particolar modo quella sociale, considerata come un costo insopportabile. Mentre le banche hanno ricevuto sostegni per 4 mila miliardi di euro, vengono negati i fondi per affrontare la gravissima condizione in cui versa il nostro continente ed il futuro della pacifica convivenza dei popoli europei, imponendo ulteriori tagli alla spesa sociale e bloccando gli investimenti pubblici. La povertà sta diventando un’emergenza gravissima e a parlarcene è Federcontribuenti: ” I numeri parlano chiaro, la povertà in Italia si sta ampliando per la mancanza di politiche a sostegno del cittadino. 10 milioni le persone in povertà relativa e 6 milioni in quella assoluta.”
Una fotografia del tessuto italiano l’ha fatta Eurostat che lascia poco all’incertezza, un italiano su tre è a rischio povertà. I minori indigenti sono passati da 723 mila a 1 milione e 434 mila. Il rischio di rimanere in condizioni di indigenza nel nostro paese è tra i più alti d’Europa: 32,3% rispetto alla media del 26%. Anche la dispersione scolastica ha subito un impennata, arrivando al 17,6% contro il 13,5% della media europea. Gli homeless (senza casa) sono aumentati: se ne stimano circa 50 mila, soprattutto a nord-ovest (38,8%). Il 63% delle famiglie ha ridotto la spesa alimentare. Il 40% vive in condizioni di deprivazione materiale; una famiglia su quattro soffre di deprivazione materiale grave. Sul versante occupazionale viviamo una crisi senza precedenti: oltre 3,2 milioni di disoccupati, più del 44% di disoccupazione tra i giovani con punte ben oltre il 60% al sud, 4 milioni di precari.
Arriva anche la commissione Ue sull’occupazione «Employment and Social Developments in Europe Review» che denuncia come anche il 12% degli occupati non riesce più ad arrivare a fine mese. Solo Romania e Grecia hanno percentuali di working poor più elevate delle nostre. In un paese così diseguale e precario sono le mafie a trarre grandi benefici: 54 i clan impegnati in attività di riciclaggio e usura.Anche il nostro territorio viene colpito dalla crisi ed usato in maniera criminale per ottenere profitto a discapito della popolazione e delle generazioni che verranno. Sono 93,5 i crimini ogni giorno contro l’ambiente, aumentati del 170% negli ultimi tre anni, come denuncia l’ultimo rapporto sulle ecomafie di Legambiente. La corruzione si sostituisce al rispetto delle regole e della convivenza fondata sulla certezza del diritto, inquinando ulteriormente il clima della nostra democrazia.
Domani a Montecitorio oltre 1000 realtà del sociale e del volontariato laico e cattolico saranno davanti a Montecitorio. Le proposte della campagna, suddivise a livello territoriale, nazionale ed europeo, intervengono sia su situazione emergenziali e contingenti che vanno affrontate e risolte nell’immediato, come il blocco degli sfratti, l’utilizzo dei beni confiscati per fini sociali e la residenza per i senza fissa dimora, sia sulle cause strutturali della povertà e della crisi, attraverso proposte da attuare nel medio e lungo periodo come la rinegoziazione del debito pubblico. Quanto sta avvenendo in Italia obbliga moralmente noi tutti a farci portavoce dei più deboli, dobbiamo spingere il governo e la politica a farsi carico dei problemi creati dalla loro stessa superficialità e poca attenzione verso il sociale.
Una situazione già oggi insostenibile: 126 milioni di poveri, 43 milioni di affamati e 27 milioni di disoccupati testimoniano la crisi sociale ed economica del continente, ulteriormente accentuata nei paesi del mediterraneo. I dati, gli studi effettuati, la storia europea e la nostra Costituzione considerano invece la spesa sociale e gli investimenti pubblici non solo un dovere etico-istituzionale ma uno strumento fondamentale per il rilancio dell’economia. Con un obiettivo preciso: rendere illegale la povertà.
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