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CASTEL GANDOLFO (RM) – “Aderisco al gruppo dei sindaci che vuole rivedere il decreto sicurezza. Il Decreto “Sicurezza” rischia di creare maggiore insicurezza soprattutto per quanto riguarda la questione dei migranti.
In particolare mi riferisco all’articolo 13 delle legge 132 che stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e quindi per avere la residenza. Secondo il decreto, i Comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi necessari, come ad esempio l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio.
Con questo decreto i Comuni si troveranno ad affrontare, senza avere le risorse per farlo, gli ingenti costi e i problemi sociali di tante persone vulnerabili abbandonate a loro stesse. È davvero questo che si vuole?
Rifiutarsi di affrontare un problema che esiste ed è molto serio, non lo risolve, ma lo ingigantisce. Sgombrare un palazzo è un gesto di grande effetto, ma ci siamo chiesti oggi dove sono quelle persone e cosa fanno?
Un sindaco ha il dovere di far rispettare la legge, ma ha anche il dovere di difendere i diritti umanitari che la nostra Costituzione garantisce a tutte le persone, senza distinzione di razza, sesso o religione.
Per questo ritengo urgente e necessario la costituzione di un tavolo di confronto tra il Governo e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per rivedere la riforma del sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) e limare le evidenti disposizioni che vanno in contrasto con la nostra Costituzione”. Così in una nota il Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi
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