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Redazione
Piacenza – Un errore per del genere segna indelebilmente la vita e arreca un dolore incommensurabile: Dimenticarsi in macchina un figlio dev'essere un inqubo per un genitore, soprattutto se per causa di una dimenticanza il proprio figlio muore. "Per Albanese e' un fatto positivo ma che non ha nessun potere compensatorio per quello che ha avuto: ha perso un figlio, e questa perdita resta": e' il commento dell'avvocato Paolo Fiori, difensore di Andrea Albanese, il papa' di Piacenza prosciolto con sentenza del gip (le motivazioni verranno rese note entro 30 giorni) dall'accusa iniziale di omicidio colposo per aver dimenticato in auto, il 4 giugno del 2013, il figlioletto Luca, due anni appena, trovato morto otto dopo per il caldo. L'uomo dimentico' di passare dall'asilo e si reco' come ogni giorno al lavoro, lasciando il bimbo in auto. Albanese esce da questa tragica vicenda con una sentenza di non luogo a procedere che attesta che quel giorno era in condizioni di non responsabilita' temporanea, una sorta di 'vuoto della coscienza' che esclude la capacita' di intendere e di volere. Un uomo distrutto dal dolore per la perdita del piccolo Luca, ma che in qualche modo ha saputo reagire: "Ha reagito anche perche' ha cercato un compito onorevole – spiega il legale – l'approvazione alla Camera della legge per l'uso del cosiddetto 'seggiolino allarmato': e' il modo per cercare una compensazione – conclude l'avvocato Fiori – e dare un senso a una perdita, che comunque resta".
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