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Editoriali

LA GUERRA PARALLELA

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di Maurizio Costa

Tutti pensiamo di conoscere in modo approfondito la situazione in Medio Oriente: gli Stati Uniti bombardano l’Iraq e la Siria per cercare di scardinare il potere dell’Isis, il sedicente califfato islamico che si è macchiato di crimini contro l’umanità e decapitazioni barbare. Quello che sappiamo, inoltre, è che Barack Obama, il Presidente degli Usa, ha creato una coalizione, composta da alcuni membri della Nato e da Paesi arabi come gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, per abbattere il potere degli jihadisti. Il problema nasce in Siria: l’Isis ha occupato molti territori nello Stato siriano, soprattutto nella zona di al-Raqqa e dintorni. Quello che non sappiamo, e che è la chiave di volta del conflitto, è che la Siria è amministrata dal regime di Bashar al-Assad, dittatore che si è macchiato di crimini efferati contro la popolazione siriana, accusato anche di aver usato armi chimiche contro il suo popolo. Da tre anni in Siria si combatte la guerra civile, e qui sta il punto. Assad, terrorista agli occhi degli Usa, non vuole l’Isis e quindi aiuta Obama; allo stesso tempo gli Stati Uniti armano i ribelli siriani che vogliono spodestare ed eliminare Assad. Come il cane che si morde la coda, Obama è alleato della Siria ma aiuta i ribelli siriani a combattere l’Isis e di conseguenza a continuare la guerra civile contro Assad. Lo Stato Islamico non nasconde solo un’anima permeata di terrorismo, ma sta smuovendo lo scacchiere delle allenaze globali. Come si comporterà Obama dopo aver eliminato l’Isis?

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