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Editoriali

ALESSANDRO FLORENZI: FA GOAL E CORRE DALLA NONNA!

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Tempo di lettura 2 minutiIl calcio moderno è così povero di momenti autentici come quello vissuto oggi all’Olimpico.

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di Silvio Rossi

Per una nonna i nipotini sono due volte figli, e l’attaccamento che li lega spesso è particolare. Se si prova a guardare, in una recita scolastica, invece dei bambini che s’impegnano per fare bella figura, il pubblico che li segue, si notano gli occhi dei genitori e dei nonni pieni di ammirazione per il bel risultato che il proprio pargolo sta portando a termine.
Se poi il nipotino decide di affrontare una carriera in un campo di quelli che non garantiscono uno stipendio fisso, almeno agli inizi, sono proprio i nonni che supportano questa loro scelta. In genere i genitori sono più timorosi, e cercano di far scegliere ai propri figli l’università al posto di una scuola d’arte, un lavoro sicuro invece di un campo da calcio impolverato.
Probabilmente anche la nonna di Alessandro Florenzi, centrocampista offensivo della Roma e della Nazionale, sarà stata la prima tifosa quando il giovane nipote profondeva il suo impegno nei settori giovanili della squadra capitolina, a dispetto dello scetticismo che può aver attraversato i pensieri di mamma e papà.
Oggi, a 82 anni, per la prima volta, nonna Florenzi è andata a vedere il suo pargolo allo stadio, lo aveva promesso al nipote, che racconta – "Lei ha una certa età, non era mai venuta allo stadio e, dopo la partita in Nazionale, in cui mi ero mangiato quel gol, mi ha detto: 'Allora la prossima volta non ti preoccupare, vengo io allo stadio per la prima volta e segnerai'. Le avevo promesso che sarei andato da lei se avessi fatto gol, ogni promessa è debito, con lei ancora di più". Dopo la rete, ecco che Florenzi si è catapultato dalla nonna per abbracciarla.
Questa “bravata” è costata al centrocampista l’ammonizione da parte dell’arbitro Peruzzo, che dovrà anche pagare una multa alla società. Siamo convinti però che non ci sia punizione che possa aver fatto pensare ad Alessandro di aver sbagliato. Il calcio moderno è così povero di momenti autentici come quello vissuto oggi all’Olimpico. Ben vengano nonne e nipoti che riportano questo sport alla realtà. 

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