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Cronaca

ROBERTA RAGUSA: A BREVE LA CHIUSURA DELLE INDAGINI E I 18 ANNI DEL FIGLIO DELLA DONNA SCOMPARSA

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Tempo di lettura 4 minutiIl sostituto procuratore Aldo Mantovani dovrebbe depositare l’avviso di chiusura indagini

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di Chiara Rai

Il caso di Roberta Ragusa tiene con il fiato sospeso chiunque abbia seguito la vicenda di questa povera donna scomparsa circa due ani fa da Gello di San Giuliano, dopo aver litigato animatamente con il marito Antonio Logli.

A breve proprio la difesa di Logli, unico indagato per omicidio potrà venire a conoscenza delle innumerevoli prove raccolte dall’accusa in quanto tra circa due settimane, il sostituto procuratore Aldo Mantovani dovrebbe depositare l’avviso di chiusura indagini, salvo colpi di scena. Per cui entro al massimo fine ottobre il Gup deciderà se rinviare o meno a giudizio Antonio Logli rispetto al quale gli inquirenti hanno raccolto numerosi indizi di colpevolezza.

Nel frattempo il 24 novembre, Daniele Logli, figlio maggiore di Antonio e Roberta Ragusa, conseguirà la maggiore età e in quanto 18enne potrà essere interrogato senza la presenza di assistenti sociali e/o psicologi. Chissà che questa data non porti svolte nelle indagini?

La certezza è soltanto una: Roberta Ragusa è scomparsa e il corpo non è stato ritrovato.

Esistono dei testimoni , Lozi, Campisi, Giovanna, i quali sostengono di avere visto e sentito la coppia discutere in strada.

Dopo quel momento regna il buio e l’incertezza. Gli scenari restano di fatto tutti aperti.

 Ricordiamo anche che Roberta Ragusa frequentava occasionalmente la Comunita' dei Testimoni di Geova i quali, in più occasioni, non si sono mostrati disponibili ad essere intervistati sul caso.

E se Roberta abbia percorso via Ulisse Dini in direzione Pisa (per arrivare al fiume morto ci sono 2500mt attraversato il quale si entra nel comune di Pisa) per raggiungere la Comunità e avesse incontrato dei balordi? E se qualcuno avesse provato ad abusare di lei e lei si fosse rifiutata e quel punto fosse stata uccisa e il suo cadavere occultato nella grande e deserta Tenuta di Coltano?

Sono state trovate delle donne morte in quel luogo. Non dimentichiamo però che gli indizi di colpevolezza a carico del Logli non sono ipotesi ma certezze.

Inoltre i carabinieri dedicano particolare attenzione alla testimonianza di Silvana Piampiani. Casalinga, 58 anni, la donna vive con la mamma in via Gigli, la strada che più di via Dini, dove abitano i Logli, sembra conquistare un ruolo di luogo cruciale per la messa in scena di azioni su cui si poggia la tesi dell’accusa nei confronti di Logli.

 Silvana Piampiani, una vicina di casa e Filippo Campisi, vigile del fuoco hanno riferito ai carabinieri di avere visto Logli in via Gigli intorno all'1 di notte. Campisi, che stava tornando a casa dal suo turno di lavoro, ha riferito di aver sentito anche un urlo di donna. Tutto questo si aggiunge ai risultati dei test a cui sono stati sottoposti i cani molecolari che hanno fiutato la presenza di Roberta tra la sua abitazione e un punto preciso di via Gigli nei pressi della ferrovia.

 

La tenuta di Coltano (Pisa) ove in passato sono stati ritrovati diversi cadaveri. Si presta bene all'occultamento di un corpo poiché molto vasta, c'è un torrente che corre lungo i campi e non è molto frequentata. La frazione di Coltano è un piccolo borgo agricolo, antico possedimento mediceo, e costituisce una delle storiche Tenute in cui è suddiviso il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Cinque cadaveri sono stati ritrovati in passato in quella zona, ma si è sempre trattato di prostitute. Può darsi anche che chi abbia ucciso Roberta, sempre che Roberta sia morta, abbia voluto nasconderla in quella zona boscata e abbandonata e far credere che anche la povera Ragusa sia stata vittima di un maniaco serial killer che ancora si trova in giro. Sui cordoni dunosi, che un tempo emergevano dalle paludi, si trovano le uniche fasce boscate della Tenuta. Non sembrerebbe quindi difficile occultare un cadavere da quelle parti

La scomparsa

Roberta Ragusa è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, all’epoca della scomparsa sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.

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