PALERMO – Un “Generale-Prefetto” che ha dedicato e sacrificato la sua vita per il bene dell’Italia. Così il ricordo dei figli Simona, Rita e Nando in occasione della ricorrenza della morte del padre.
Erano le ore 21 del 3 settembre 1982 quando, in via Isidoro Carini a Palermo, l’auto sulla quale viaggiavano il prefetto dalla Chiesa e la giovane consorte Emmanuela Setti Carraro fu affiancata da una Bmw dalla quale furono esplose raffiche micidiali di kalashnikov. Contemporaneamente, altri colpi furono esplosi, da una motocicletta, sull’auto di scorta guidata dall’agente Domenico Russo che, ferito gravemente, morirà in ospedale pochi giorni dopo.
Per la strage di via Carini sono stati condannati all’ergastolo tanto i vertici di “Cosa nostra” Totò Riina, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Michele Greco, quanto gli esecutori materiali.
Quella del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa è una storia di coraggio, di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata dove capacità investigativa e perseveranza hanno condotto ad importanti successi come l’arresto dei fondatori delle BR, Renato Curcio e Alberto Franceschini.
Nel 2002 sono stati condannati in primo grado, quali esecutori materiali dell’attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all’ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno. Nella stessa sentenza si legge: “Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale.”
Il 5 settembre al quotidiano La Sicilia arrivò un’altra telefonata anonima, che annunciò: “L’operazione Carlo Alberto è conclusa”. Il 4 aprile 2017 Il Fatto Quotidiano riporta la rivelazione del collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino secondo cui Francesco Cosentino, vicino all’onorevole Giulio Andreotti, sarebbe il mandante dell’omicidio del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa. Tale notizia risale all’audizione in commissione antimafia del Procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato.