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Il nuovo CDA della Velletri Servizi, composto dalla Dott.ssa Lavinia Ilardi, dall’Avv. Piero Guidaldi e dal Rag. Arturo Mascetti stava dimostrando un positivo cambio di passo negli affidamenti, nel clima lavorativo interno all’azienda e finalmente anche nei rapporti con i cittadini non più costretti ad estenuanti file. Eppure si è dimesso il 7 settembre 2018 a pochi mesi dall’elezione dell’attuale sindaco in quota Pd Orlando Pocci. Ricordiamo che la Velletri Servizi è un’azienda comunale che opera con affidamenti in house (affidamento diretto senza gara)
L’opera di rimettere in piedi la società
Come ben spiega l’M5S di Velletri, è da evidenziare che il bilancio del 2015, non avendo più margini di aggiustamento, si chiuse con un ammanco di 300.000 (trecentomila) euro, di molto superiori al capitale sociale e probabilmente molto inferiori al reale.
Tale problema costrinse l’Ente e ripianare le perdite per evitarne la messa in liquidazione, perdite che vennero ripianate a seguito di approvazione da parte del Consiglio Comunale sulla base di un piano industriale e di una riorganizzazione, iniziata dall’agosto 2016, contestualmente al rinnovo delle cariche del CDA.
Dimissioni come un macigno per le famiglie dei lavoratori
Da queste dimissioni poco comprensibili, chi ci rimette più di tutti? I cittadini e 74 famiglie dei dipendenti.
Nel verbale di consiglio dello scorso settembre sono emersi fatti gravissimi che sono stati evidenziati dal consigliere Paolo Trenta (M5S), il quale tra l’altro ha presentato una serie di emendamenti, sulla presunta grossa perdita di circa 800 mila euro che deriva da un grosso errore fatto negli anni 2015 e 2016 (fino a che non si è insediato il nuovo Cda) quando sono state inviate più di mille cartelle per il pagamento della tassa sui rifiuti tramite poste private che adesso si rivelano essere nulle. Sono scattati i ricorsi a pioggia da parte dei destinatari che finora sono stati accolti.
La conferma
Paolo Trenta ha ritenuto necessario richiedere ulteriore documentazione e dalla relazione del Collegio Sindacale della società è risultata confermata la perdita.
Emerge dalla relazione del collegio sindacale che era usanza negli anni antecedenti al 2016 (di qui una delle possibili cause delle perdite del 2015) che il Direttore Generale autorizzasse acquisti e provvedesse ai relativi pagamenti superando il limite di €5.000,00 impostogli dal CDA, senza dare le dovute comunicazioni e soprattutto senza far ratificare il Suo operato.
Il Collegio sindacale riscontra altresì che: ”Non risultano ratifiche di acquisti né sopra né sotto soglia (dal 01/01/2015 al 13/10/2016) […] abbiamo riscontrato acquisti per importi superiori a € 5.000 che non trovano riscontro nei verbali del cda.”
Lo stesso Collegio Sindacale però trova un riscontro positivo invece dal 14/10/2016 al 30/06/2018 con l’avvento del nuovo CDA, che pone nuove procedure ed afferma che: “Dall’esame dei verbali del cda abbiamo riscontrato che il cda portava all’ordine del giorno gli acquisti per l’approvazione come da regolamento”.
Usciranno fuori altri documenti. Di certo l’M5S di Velletri continuerà a scavare
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