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Editoriali

GOVERNO RENZI: IL RE E’ NUDO

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di Emanuel Galea

Matteo Renzi non è certamente l’imperatore protagonista della fiaba di Hans Christian Andersen. Una cosa, però, accomuna i due personaggi: la vanità e la spiccata voglia di apparire. Non si sa precisamente chi, quando e dove abbia convinto Renzi di essere lui “l’atteso”, il “sospirato” uomo del destino. Forte di questo pensiero e incoraggiato dai suoi cortigiani più prossimi, si è fatto confezionare addosso  un guardaroba di riforme: quella del Senato, la legge elettorale, la riforma della Pubblica Amministrazione, quella della Giustizia, il Jobs Act, l’abolizione delle Province, i pagamenti dei debiti della PA ai creditori. Ancora, i tagli della spesa pubblica, da realizzare con la Spending review, per 4,5 miliardi nel 2014 e 17 miliardi nel 2015. Secondo Brunetta, si è fatto bello, inoltre, con la promessa di maggiori entrate per circa lo 0,7 per cento del Pil (quasi 11 miliardi) l’anno, per il triennio di riferimento, da ottenere mediante privatizzazioni. 

Una proposta di riforme così vasta che nessun governo è mai riuscito a scalfire negli ultimi trent’anni. Per questo, da subito, fu bollata come irrealizzabile. Ma lui è “Renzi”, ha fretta e “niente lo ferma”.

Così combinato, aiutato dai suoi cortigiani Del Rio, Boschi, ‎ ‎Madia,Mogherini e non solo‎, si è messo in sella del suo ronzino e al grido di “rottamare adesso”, sfoggiando un sorriso da playboy, si è introdotto nei salotti bene dell’Europa, a braccetto con François Hollande, ipnotizzato dal sorriso maliardo della Fraulein Merkel.

A Marzo,  parte dalla Padania, scorrazzando felice fra i suoi adulatori tutto inghingherato, scorrendo la penisola fino giù giù nel  Regno delle due Sicilie, sul suo puro sangue, urlando e incitando i fans alla vittoria, sfidando l’apparato del suo partito, la resistenza delle Cinque Stelle, avendo unica stella polare che lo guidi, l’accordo del Nazzareno con il redivivo, colui che fu condannato e subito premiato, assegnandolo ai servizi sociali.

Si rende conto di non essere neppure lui convinto  alcunché di quello che andava cianciando; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori delle “riforme”, cose buone e giuste.

Il gioco dura poco. A marzo, il professionista Cottarelli aveva lavorato alacremente con una squadra di esperti producendo  25 relazioni su altrettanti segmenti della spesa pubblica. Queste relazioni rivelano un quadro della realtà italiana che fa venir ribrezzo. Le ottomila aziende pubbliche, delle quali non si sa quanti possano essere veramente di utilità pubblica, per anni e anni sono servite come allevamenti di apparati politici, in parte causa della pesante situazione delle casse dello Stato. Si legge da qualche parte che 2.761 di questi contano più amministratori che dipendenti. 

Il 30 luglio il commissario alla spesa Carlo Cottarelli, nel suo blog, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme: "Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione sul  lavoro”.

 Dopo di lui sono seguite altre. Confindustria lancia il suo ennesimo allarme: l’Italia è diventata uno dei luoghi peggiori, dove fare impresa. Uno degli indici che maggiormente penalizzano l’impresa italiana è il prelievo fiscale. 

La corte di Renzi si sfilaccia perché “non si vive di sole promesse”, di soli spot pubblicitari, di slogan.

Questo, ahimè, la gente lo sta capire a proprie spese. L’incantesimo è spezzato. L’Italia tutta, sgranando gli occhi, si  sta accorgendo che  “il re non porta niente addosso. Il re è nudo”. Niente legge elettorale, riforma del senato taroccata, una beffa dell’abolizione delle Province, un fiasco del Jobs Act, un fallimento del pagamento debiti della PA verso creditori, sulle pensioni statali, il governo fa dietrofront. Renzi ritorna a promettere un ennesimo  intervento più ampio per i professori. Niente,  non porta niente addosso. La Boschi toglie d’addosso il suo scialle con sopra il ricamo della sbandierata trovata di “ottanta euro ai pochi fortunati”  e cerca di  coprire le vergogne del governo Renzi. Non funziona !  Troppe retro marcia che ha dovuto fare. Aspettiamo una sua decisione. Svegliare e scendere giù dal mondo dei sogni. La campagna acquisti è terminata.  Il paese aspetta ben altro, lavoro, crescita, più opere e meno spot pubblicitarie. 

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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