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Scienza e Tecnologia

TEMPESTA MAGNETICA SOLARE: UNA MINACCIA CONCRETA

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Tempo di lettura 6 minutiLo studio e la prevenzione di queste nuovi scenari allarmanti riguardano in particolare la rete elettrica ad alta tensione a lunga distanza

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L’impatto di meteorologia spaziale sulla rete elettrica è una minaccia concreta per la Terra?
Un monito imperante emerge dagli ultimi lavori della Commissione Europea, lo “space weather” è entrato nella lista dei rischi emergenti, e potrebbe contribuire ad aumentare la comunicazione dei pericoli e dei rischi associati. I social media possono svolgere un ruolo importante nel comunicare i rischi in modo efficace per dare un avvertimento senza causare panico.

di Cinzia Marchegiani

L'impatto di meteorologia spaziale che potrebbe incombere sulla rete elettrica è una minaccia concreta e ricorrente, con conseguenze potenzialmente gravi sulla società. E’ la sentenza lucida e concreta elaborata nel “Space Weather and Power Grid: risultati e prospettive” un’evento dello scorso 29 e 30 ottobre 2013, organizzato in collaborazione con il Centro della Commissione europea comune di ricerca, le contingenze Civile Agenzia Svedese e il NOAA Space Weather Prediction. E’ stato un work shop per l’avvio al dialogo sul tema e incoraggiare le autorità, i regolatori e gli operatori in Europa e Nord America per imparare gli uni dagli altri. Le nostre moderne infrastrutture tecnologiche a terra e nello spazio sono vulnerabili agli effetti dei rischi naturali. Di crescente preoccupazione sono eventi spazio-meteorologici estremi come le tempeste geomagnetiche – un pericolo naturale ricorrente causato dalle attività solare – che può avere gravi ripercussioni sulle infrastrutture terrestri, spaziali o come reti elettriche, telecomunicazioni, navigazione, trasporto o bancario.
L'attività solare associata a Space Weather può essere suddiviso in quattro componenti principali: “brillamenti solari, espulsioni di massa coronale, il vento solare ad alta velocità, e le particelle energetiche solari.” Le Eruzioni Solari influenzano la Terra solo quando si verificano sul lato del sole rivolto verso Terra. Le Espulsioni di Massa Coronale, chiamate anche CME, sono grandi nubi di plasma e campo magnetico che eruttano dal sole. Queste nubi possono scoppiare in qualsiasi direzione, e poi continuare in quella direzione, propagando proprio attraverso il vento solare. Solo quando la nube si rivolge verso la Terra sarà il CME a colpirla e causare impatti “Space Weather.” I Flussi di Vento Solare ad alta velocità provengono da zone sul sole conosciuto come buchi coronali. Questi fori si possono formare ovunque sul sole e di solito, solo quando sono più vicini all'equatore solare, producono i venti che possono impattare con la Terra. Infine le Particelle energetiche solari sono particelle cariche ad alta energia, principalmente. Quando un CME nube solca il vento solare, ad alta velocità le particelle energetiche solari possono essere prodotte e seguendo le linee del campo magnetico pervadono lo spazio tra il Sole e la Terra. Pertanto, solo le particelle cariche che seguono linee di campo magnetico che intersecano la Terra provocheranno impatti.
Lo studio e la prevenzione di queste nuovi scenari allarmanti riguardano in particolare la rete elettrica ad alta tensione a lunga distanza, che è vulnerabile agli effetti delle tempeste geomagnetiche che possono danneggiare o distruggere attrezzature o portare al collasso della rete e in questa direzione la Commissione Europea ha diretto l’approfondimento dei fenomeni “spazio-tempo” e le dinamiche di impatto e valutazione dei rischi e la prevenzione nonché le implicazioni politiche derivanti da una maggiore consapevolezza del pericolo. Al “Space Weather e Power Grid” hanno partecipato 50 rappresentanti provenienti da operatori europei e nordamericani, regolatori, organizzatori di risposta alle emergenze, esperti, il mondo accademico e l'Agenzia Spaziale Europea. Conclusioni importanti sono emerse dalla concertazione di importanti contributi scientifici, il primo in assoluto la crescente consapevolezza del rischio di impatto Space Weather che rappresenta una priorità da affrontare. Purtroppo la prevedibilità di questi è ancora limitata e si basa, in parte, su dati provenienti da satelliti datati. NOAA sta lavorando con la NASA per lanciare il DSCOVR navicella solare-eolica, che andrà a sostituire l'ACE satellitare, nei primi mesi del 2015.
Un contributo importante su questi nuovi scenari era stato già messo in cantiere il 25 e 26 ottobre 2011 a Bruxelles con il workshop dal titolo “Space-Meteo Awareness Dialogue” che aveva anticipato questa emergenza a carattere mondiale. L'obiettivo della manifestazione era quello di aumentare la consapevolezza del potenziale impatto di meteorologia spaziale sulle infrastrutture critiche nello spazio e sulla terra, per identificare le sfide scientifiche, operative e politiche per la riduzione del rischio per le infrastrutture critiche sensibili e dei servizi, e di raccomandare azioni concrete per proteggerli meglio. Un input davvero importante per affrontare l'intero ciclo di gestione delle catastrofi, compresa la prevenzione, preparazione e risposta. 70 rappresentanti di alto livello di organizzazioni nazionali e le autorità, le organizzazioni internazionali con un consenso unanime ha messo nero su bianco punti e strategie inderogabili, soprattutto come l'analisi del fenomeno magnetico che minaccia le infrastrutture terrestri critiche (rete elettrica, l'aviazione, le telecomunicazioni, ecc) è di pari importanza come lo studio delle infrastrutture spaziali, dove purtroppo non esiste un’entità centrale che assume la guida della comunità spazio-tempo. La valutazione dell'impatto “space weather” sulle infrastrutture critiche richiede uno sforzo multidisciplinare da tutte le parti interessate (scienziati, ingegneri, operatori di infrastrutture, politici) mentre è risultato fondamentale sostituire i satelliti datati che monitorano lo spazio. In alcuni settori delle infrastrutture, nessuno è pienamente preparato per gli eventi estremi, le esercitazioni di emergenza potrebbero contribuire ad aumentare la consapevolezza dell'impatto space weather.
La Commissione europea ha il compito di stabilire un elenco dei rischi che l'UE si trova ad affrontare oggi, così come rischi emergenti, dove gli Stati membri si sono impegnati a intraprendere una valutazione del rischio nazionale sulla base degli orientamenti della Commissione europea. Un monito imperante emerge dagli ultimi lavori, lo space weather è entrato nella lista dei rischi emergenti, e potrebbe contribuire ad aumentare la comunicazione dei pericoli e dei rischi associati. I social media possono svolgere un ruolo importante nel comunicare i rischi in modo efficace per dare un avvertimento senza causare panico.
Sul versante delle infrastrutture devono essere definite per la valutazione d'impatto sia dei scenari peggiori innescati dalla meteorologia spaziale in condizioni estreme sia scenari realistici per le condizioni meteo medie di spazio. Attualmente, vi è una mancanza di conoscenza dettagliata di come la meteorologia spaziale può influenzare alcune infrastrutture e quali saranno le conseguenze e produce un divario nello sviluppo delle misure di attenuazione adeguate e convenienti. In generale, la preparazione è, tuttavia, considerata ad un livello basso e per questo c'è una chiara necessità di affrontare le strategie con una certa urgenza.
Sono state delineate quattro tracce su cui è fondamentale lavorare:
1) Comprensione meteorologia spaziale estrema (che è di particolare interesse per l'assicurazione); 2) effetti di normale e condizioni meteorologiche estreme spazio su spaziali e infrastrutture terrestri a capire le debolezze; 3) la preparazione che richiede un legame con istituzioni politiche; e 4) i dati, che è necessaria ma non sufficiente.
Il tempo e lo spazio possono influenzare gravemente le nostre infrastrutture critiche e per acquisire le capacità delle singole nazioni di far fronte alle emergenze è stato suggerito di creare una rete di tutte le organizzazioni delle parti interessate (scienza, industria, operatori, decisori politici) con cui si possano scambiare opinioni e discutere i progressi realizzati, in modo da stabilire un processo permanente di discussione che farà luce su tutti gli aspetti della pericolosità dei nuovi effetti magnetici spaziali.
Il mondo sempre più condizionato dall’elettricità, dalla connessioni telefoniche e della rete, dimostra dietro quella facciata super tecnologica, dove la comunicazione viaggia alla velocità di un secondo, un’immensa fragilità e dipendenza oltre la quale l’uomo sembra davvero inerme.
Non va affatto dimenticato che i primi di giugno 2014 a Vienna c’è stata un’importante conferenza sul tema “Sudden Blackout”, poiché l’Europa non ha alcun piano di emergenza nel caso di blackout totale. Herbert Saurugg, iniziatore della conferenza, aveva esordito confermando che la gestione delle crisi nazionale non è sufficiente, inoltre ha aggiunto che la società deve fare il primo passo nel riconoscere che, un black-out su larga scala è una reale possibilità. Nella conferenza è stato affrontato anche la possibilità e il dovere che almeno il 50 % della popolazione deve saper affrontare una situazione di grave emergenza come quella di un blackout totale anche per molti giorni, soprattutto la necessità di reperire petrolio, gas, cibo e acqua, che sono i beni primari che saranno per logica non reperibili. Anzi Berd Benser di GrigLab spiega che questo scenario concretamente possibile trascina con se fattori scatenanti, tra cui attacchi informatici e terrorismo… Il quadro dipinto è di totale insicurezza, poiché un blackout potrebbe durare più di sei giorni che creeranno scene di panico in ogni ambiente, partendo da quello ospedaliero dove in primis, pazienti in terapia intensiva sarebbero in pericolo di vita concreto. L’intera rete elettrica europea è potenzialmente a rischio e per questo le città particolarmente grandi devono attuare strategie per affrontare una situazione di emergenza.

Situazioni e scenari apocalittici possono capitare in un giorno qualsiasi, ora ci si chiede come i nostri governi si siano attivati per responsabilizzare i propri cittadini in condizioni di reale disastro energetico di blackout nazionali, dove spesso il panico rappresenta l’obiettivo primario da contenere e forse il più catastrofico di qualsiasi reale difficoltà. I nuovi cambiamenti climatici, le nuove sfide che l’umanità attende forse non sono ancora all’altezza della nostra cultura apparente, poiché l’uomo è evoluto con la tecnologia ma è incapace alla propria sopravvivenza, diventando fragile e totalmente dipendente da essa. Eppure queste sfide servono per poter stabilire le priorità di una nazione, della società e dell’individuo. Sicuramente vale la pena pensarci!

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