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Anguillara Sabazia, il Comune si prende la discoteca. L’avvocato del Country: “Azione persecutoria”

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ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Altro triste capitolo per la discoteca Country di Anguillara Sabazia che lo scorso 16 ottobre è stata ufficialmente acquisita a patrimonio comunale. “Un ultimo atto “imprudente” da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Sabrina Anselmo.” Questo un primo commento da parte dell’Avvocato Costantino Del Savio legale del Country che sta ultimando il ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio contro il provvedimento del responsabile dell’Ufficio Tecnico dello scorso 12 settembre 2018 con cui veniva revocata una precedente ordinanza che sospendeva la demolizione. Un ricorso al Tar che dovrà essere necessariamente presentato entro 60 giorni a partire dal 12 settembre.

Una vicenda quella del Country che ha dell’inverosimile e che abbiamo spiegato nel dettaglio nell’articolo dello scorso 28 settembre

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Rischio danno erariale

“La trascrizione del bene discoteca Country a favore del Comune di Anguillara Sabazia – ha detto Del Savio – sembra un atto da parte del Comune direi avventuroso se non addirittura azzardato, nel senso che essendo ancora pendente un ricorso al Presidente della Repubblica e essendo ancora pendenti i termini per impugnare il provvedimento del responsabile sulla revoca della sospensione dell’ordinanza, questo atto appare “azzardato” sebbene legittimo da parte del Comune che però in questa maniera si espone certamente ad eventuali futuri danni erariali.” Il legale del Country ha voluto dunque evidenziare che nel caso in cui il ricorso al Capo dello Stato dovesse essere accolto, i cittadini di Anguillara Sabazia si troverebbero a dover pagare tutti i danni derivanti dalle scelte prese da parte dell’amministrazione Anselmo.

Un atto “Ad personam” e persecutorio

“Aggiungo anche – ha proseguito Del Savio – che questo si profila, a mio avviso, come un atto ad personam e persecutorio perché non si comprende per quale motivo il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale Egidio Santamaria segua in maniera pedissequa le norme sulle ordinanze di demolizione per questo caso e si dimentichi di tutti gli altri condoni, di tutte le altre ordinanze di demolizione, quelle non le guarda. Tutto ciò – evidenzia il legale – in un contesto in cui il Comune ha delle forti responsabilità perché è responsabile di essersi dimenticato di trasmettere il ricorso al Presidente della Repubblica per quattro anni. Dunque ciò che appare singolare è che il responsabile non adempia ai propri doveri d’ufficio dimenticandosi delle altre ordinanze, ma agisce invece in maniera puntuale su questo caso, esponendosi anche ad un eventuale azione penale per omissione di atti di ufficio.”

L’avvocato ha poi voluto sottolineare che gli atti eseguiti finora sono legittimi, nel senso che sono proceduralmente corretti, anche se a suo avviso risultano imprudenti, mentre ha definito come “sicuramente illegittimo” il silenzio che il Comune tiene rispetto tutte le altre pratiche. “Come si dice, o per tutti o per nessuno. – dice ancora Del Savio – Gli obblighi in capo al dirigente non derivano dal clamore della questione, ma dall’esistenza o meno dei fatti. Se ci sono delle ordinanze di demolizione non eseguite il Comune deve agire.” L’avvocato ha voluto concludere ripetendo che ci si trova di fronte ad un atto poco prudenziale da parte del Comune di Anguillara Sabazia. E che ora spetterà al Consiglio comunale decidere se eseguire la demolizione in danno o decidere che quel bene è un bene d’interesse pubblico.

Fioroni: “Oltre il danno anche la beffa, o danno erariale”

Sul caso è intervenuto anche il Consigliere comunale Antonio Fioroni, che ha detto: “Questo locale è un’eccellenza nel nostro territorio ed ogni amministrazione sana dovrebbe tutelarlo anziché procedere con questo atteggiamento ostruzionista, commettendo una serie di “orrori procedurali” fino ad arrivare al punto di andare avanti con gli atti per acquisire a patrimonio del Comune la struttura, scelta insensata vista e considerata la volontà dei proprietari di pagare all’Ente il dovuto per la sanatoria che hanno il diritto di richiedere e chiudere la storia una volta per tutte. Che senso ha far chiudere la discoteca? Che senso ha non incassare per poi trovarsi a spendere? Pensate che far chiudere il locale vi faccia sembrare amministratori dal pugno duro? State solo rischiando una causa legale con risvolti economici che date le premesse ovvie non porterà ad alcun esito positivo per l’Ente. State solo rischiando di togliere ai giovani un’attrazione estiva di grande spessore. Per i giovani, soprattutto in estate, il Country è un punto di riferimento che consente di non fare 30km di auto in piena notte per andare a Roma o Viterbo, restare in zona e passare una bella serata. Non è errato nemmeno considerare questo locale come fonte di turismo, chi come me lo frequenta sa bene che molte persone vengono da Roma il sabato sera fermandosi anche la domenica, creando così un indotto anche ad altre attività commerciali nel periodo estivo. Ma la cosa più grave di tutta questa lunga storia è che il Comune, anziché raggiungere un punto d’incontro e stabilire in maniera chiara la cifra per la sanatoria, che il privato è disposto a pagare, fa chiudere i battenti al locale, ed acquisire una struttura che dovrebbe persino demolire con i soldi comunali. Quindi oltre il danno anche la beffa, o danno erariale”

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