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Terremoto in Grecia, avvertito anche in tutto il sud Italia

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Una potente scossa di terremoto, di magnitudo 6.8, ha colpito la notte scorsa poco prima delle due del mattino (l’una in Italia) la costa occidentale del Peloponneso, in Grecia, causando una grande paura ma fortunatamente nessuna vittima, e solo danni limitati. L’epicentro, è stato localizzato nel mar Ionio, a 38 chilometri dall’isola di Zante (o Zacinto), ad una profondità di 14 chilometri.

La scossa è stata avvertita distintamente fino ad Atene, a circa 300 chilometri di distanza, oltre che in tutto il sud Italia, in Albania e a Malta. I maggiori danni sono stati registrati a Zante, in particolare nel maggior porto dell’isola, che comunque resta in funzione. Per diverse ore la fornitura di energia elettrica è stata interrotta.

“Stiamo controllando tutti i villaggi dell’isola, dove ci sono numerosi vecchi edifici”, ha detto all’Ap il portavoce della protezione civile Spyros Georgiou, aggiungendo che la mancanza di elettricità rende le cose più difficili, ma i tecnici sono al lavoro e si spera che presto verrà ripristinata. In una delle vicine isole Strofadi sono stati segnalati pesanti danni all’antico monastero, di cui è crollata gran parte della torre. Parte di una chiesa è crollata anche nella città di Pyrgos, sulla costa.

Dopo la scossa, è stata diffusa un’allerta tsunami, ma a quanto risulta non si è poi verificata alcuna onda anomala. Frattanto sono state invece registrate diverse scosse minori, di assestamento.

In tutto il sud Italia, ci sono state numerose segnalazioni di cittadini che hanno avvertito il sisma, dalla Sicilia alla Basilicata, dalla Calabria alla Puglia, fino alla Campania.

Intanto in Italia è cessata l’allerta tsunami. Alla Protezione civile regionale della Calabria, l’avviso è giunto alle 6.34 da Roma. Lo ha detto all’Ansa il capo della Protezione civile calabrese Carlo Tansi. “Per tutta la notte – ha detto Tansi – abbiamo seguito l’evoluzione della situazione attivando le procedure previste. Dai modelli di riferimento abbiamo visto che i valori di un eventuale tsunami avrebbero potuto raggiungere il metro. Giusto pochi giorni fa avevamo fatto un’esercitazione proprio per questo”.

Dopo il terremoto infatti l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia aveva consigliato di “stare lontani da coste e spiagge“. In seguito, l’Istituto ha fatto sapere che “un’anomalia di circa 10 centimetri si è osservata al mareografo di Le Castella, in provincia di Crotone, che conferma l’allerta tsunami arancio per le coste ioniche italiane”.

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Francia, nuovo Governo: Macron bloccato tra i partiti

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La Francia è intrappolata in un’impasse senza precedenti, con il presidente Emmanuel Macron bloccato in un labirinto politico che sembra non avere via d’uscita. La scelta del nuovo premier, incaricato di formare un governo che possa gestire efficacemente il Paese, si sta rivelando una sfida insormontabile. Le consultazioni con i partiti politici, iniziate la scorsa settimana, non hanno portato ad alcun risultato concreto, lasciando il Paese in uno stallo politico che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile da risolvere.

Dopo aver incontrato il Nuovo Fronte Popolare, Macron ha ricevuto i rappresentanti della destra, nella speranza di trovare un consenso per il nuovo esecutivo. Tuttavia, il clima politico è rimasto teso e privo di progressi significativi. La presidente dell’Assemblea Nazionale, Yael Braun-Pivet, è stata la prima ad arrivare all’Eliseo, ma ha lasciato l’incontro senza rilasciare dichiarazioni, segno del profondo disaccordo che persiste.

Diverso l’approccio dei leader del Rassemblement National, Marine Le Pen e Jordan Bardella, che non hanno esitato a manifestare la loro opposizione a un eventuale governo del Nuovo Fronte Popolare, anche in assenza di ministri dell’ala sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Le Pen ha chiaramente espresso l’intenzione di chiedere una sessione straordinaria del Parlamento a settembre per valutare la possibilità di censurare il governo non appena verrà formato. “Non cambia assolutamente nulla”, ha dichiarato, evidenziando come la sfiducia nei confronti di qualsiasi esecutivo proposto sia totale.

A peggiorare ulteriormente la situazione, si è aggiunto il leader dell’ex Republicain, Eric Ciotti, che ha dichiarato la sua ferma opposizione a un primo ministro scelto dal Nuovo Fronte Popolare, preannunciando un voto di censura immediato da parte del suo gruppo. La possibilità di una seconda ondata di consultazioni non è più solo un’ipotesi remota, ma un’opzione sempre più concreta, mentre il tempo stringe.

L’attuale stallo non è solo una questione politica, ma rappresenta anche una crisi istituzionale. Gabriel Attal, il premier dimissionario, è ormai da 41 giorni alla guida del governo per gli affari correnti, una situazione senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo prolungato periodo di incertezza sta sollevando preoccupazioni non solo tra i politici, ma anche tra i cittadini francesi, sempre più disillusi e preoccupati per la mancanza di una leadership stabile.

Nel frattempo, la tensione tra i partiti continua a crescere. Il Nuovo Fronte Popolare, ansioso di imporre la candidatura di Lucie Castets, non sembra disposto a scendere a compromessi. Il socialista Olivier Faure ha già messo in guardia contro una “messa in scena” orchestrata da Macron, mentre l’Insoumis Manuel Bompard ha parlato di “manovre” presidenziali per impedire alla sinistra di governare. Bompard ha avvertito che qualsiasi nomina diversa da quella di Castets potrebbe portare a un’escalation di tensioni, con proteste di piazza e, in ultima istanza, alla destituzione dello stesso Macron.

In questo contesto di crescente frustrazione e incertezza, il presidente Macron ha ancora pochi giorni per trovare una soluzione, prima di partire per la Serbia per una visita ufficiale. Con la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici all’orizzonte, sembra sempre più probabile che la nomina del nuovo premier debba ancora attendere, prolungando ulteriormente l’impasse politica che sta paralizzando la Francia.

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Israele e Hamas: accordo rischia di fallire

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L’accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco è sull’orlo del fallimento e non esiste uno schema alternativo che possa essere presentato al suo posto.

Lo hanno riferito a Politico due alti funzionari Usa e due israeliani. “Non sappiamo se Sinwar vuole l’accordo”, ha detto una fonte, “se non lo vuole, c’è la possibilità che l’Iran attacchi e la situazione degeneri”. Mentre gli Usa spingono per un vertice al Cairo venerdì, un funzionario israeliano ha affermato: “Non è affatto sicuro che ci sarà un vertice, se ci fosse, non ci sarebbe nulla di cui parlare finché Israele resterà sulla sua posizione”. 

In un attacco con un drone israeliano a Sidone è stato ucciso Khalil el-Moqdah, fratello di Mounir el-Moqdah, un comandante delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Fatah palestinese, secondo quanto scrive il quotidiano L’Orient le Jour online citando un annuncio fatto nel campo palestinese di Ain el-Héloué, nei pressi di Sidone. Suo fratello Mounir è uno dei leader palestinesi di Fatah in Libano. È stato ripetutamente accusato da Israele di contrabbando di armi alle Brigate dei Martiri di al-Aqsa nella Cisgiordania occupata.

“Hezbollah ha lanciato questa mattina 50 razzi nel centro della città di Katzrin. Hezbollah spara indiscriminatamente contro i civili israeliani. Come ogni Paese che protegge i propri cittadini, agiremo di conseguenza”, ha dichiarato su X il portavoce dell’esercito Daniel Hagari.

Intanto i media libanesi riferiscono di un attacco di un drone israeliano a un veicolo nel campo profughi palestinese di Mieh Mieh, vicino alla città costiera di Sidone. L’Idf non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

L’ esercito israeliano continua a operare nell’area di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, e nelle ultime 24 ore ha eliminato decine di terroristi, distruggendo infrastrutture e individuando numerosi armamenti. Lo ha riferito il portavoce dell’Idf aggiungendo che l’aeronautica israeliana ha colpito circa 30 obiettivi terroristici nella Striscia, incluse postazioni di lancio e di osservazione.

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Vaiolo delle scimmie: l’Argentina blocca una nave in porto

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Tutto l’equipaggio è in quarantena, nessuno può sbarcare

Restano in quarantena gli oltre venti membri dell’equipaggio della nave per il trasporto di cereali Ina Lotte, battente bandiera liberiana, bloccata dalle autorità sanitarie argentine nel Rio del Paranà, nei pressi di Puerto San Lorenzo, nella provincia di Santa Fe, per un caso sospetto di vaiolo delle scimmie.

L’imbarcazione aveva lasciato l’Atlantico del nord il 12 luglio dopo essere entrata in un porto russo e olandese e due settimane dopo era arrivata in Brasile, dove è rimasta oltre una settimana nello scalo di Santos, prima di riprendere il largo verso l’Argentina.

Secondo quanto riportano le tv locali, il personale medico salito a bordo ieri sera ha sottoposto ad un test almeno un membro dell’equipaggio che presentava sintomi compatibili col virus.

Nessuno potrà sbarcare dalla nave fino a quando non si conosceranno gli esiti degli esami.

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