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STAMINA: 365 LANTERNE VOLANO DAL PRESIDIO DEI FRATELLI BIVIANO

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Tempo di lettura 4 minuti L’Osservatore d’Italia un anno fa aveva cominciato a scrivere di questa protesta, che chiedeva il diritto di potersi curare

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23 Luglio 2013 – 23 luglio 2014 365 sono i giorni che Sandro e Marco Biviano hanno vissuto in questa piazza dentro una umile tenda, per combattere per un diritto depredato, quello di potersi curare. Ieri sera sono state fatte volare all’unisono lanterne coloratissime, e tantissime altre in tutt’Italia, ognuna di loro aveva scritto un pensiero, tanti di solidarietà e stima. Quelle luci ormai lontane nel cielo nero rappresentano i gridi di dolore, ma non di rassegnazione dei malati che mettono la muro l’indifferenza non solo della politica.

di Cinzia Marchegiani

Piazza Montecitorio Roma – I fratelli Biviano, l'Osservatore d'Italia ha cominciato a conoscervi giusto un anno fa, quando nella notte dormivate al freddo davanti al parlamento italiano. Tanti, pensavano che sarebbe stata una bolla di sapone, che presto vi saresti stancati, che la vostra malattia in fondo non vi avrebbe permesso di portare avanti questa epocale battaglia….ma così non è stato. Sono trascorsi ben 365 giorni, le fatue promesse degli stessi politici di dare ascolto e risposte ai gravi problemi prodotti dal mondo della sanità e dell’assistenza medica, etichettando il tutto come vergogna nazionale, sono rimaste tali… tanto fumo e niente arrosto.

Per questo la vostra battaglia incessantemente non si è mai interrotta, in un paese civile non sarebbe mai accaduto, anche gli stranieri passando in quel luogo hanno dato giudizi severi sui nostri politici. Oggi Marco e Sandro Biviano vivono ancora in una semplice tenda blu, battezzato Civico 117 A, in piazza Montecitorio, giorno dopo giorno hanno scritto la storia di questo strano paese, pieno di evidenti contraddizioni, e luoghi comuni, lontano dalla forza e il coraggio che dovrebbe profondere nel tutelare i diritti inalienabili dell'essere umano. Hanno insegnato con umiltà e fierezza che la vita è un dono unico e straordinario, che nessuno…nessuno può depredare in nome di qualcosa che non può competere con l'etica e la giustizia, il diritto di vivere e di curarsi. Non si può morire nell'indifferenza, un male che sembra ancor più incurabile delle patologie che questi malati hanno….In Piazza Montecitorio, ombelico di Roma che rappresenta i diritti sanciti dalla nostra costituzione, i fratelli Biviano venuti da Lipari, lasciando a casa altre due sorelle malate (anche loro con distrofia muscolare) e una mamma straordinaria, con la loro tenacia e forza granitica hanno inchiodato alle responsabilità chi nei ruoli, prima istituzionali e poi umani doveva dare delle risposte concrete mai arrivate. Le loro vite, le loro sofferenze ma soprattutto il loro incredibile coraggio ora pesano non solo sulle istituzioni, ma su ognuno di noi….loro sono lo specchio della nostra civiltà. Ieri sera, un una splendida serata romana, avvolti dalla stima e dall’amore di tante persone, hanno scritto con le candele sul selciato nero il numero 365, davanti a quel palazzo del governo sempre trincerato con il mutismo e un muro invisibile. Poi le 365 lanterne hanno preso il volo davanti al parlamento. Elena, la loro sorella che sta molto male, le invia questo messaggio da Lipari: “Cari fratelli oggi è un anno che siete a Roma, per un diritto che non viene rispettato e per una speranza che ci vogliono togliere,ma voi state avendo una forza da Leoni vivendo in una tenda affrontando tutti i disagi. Grazie alla forza d’animo che avete, e le vostre compagne che vi sostengono e tutte le persone che vi vogliono bene. Ci mancate tantissimo Io la mamma e Palmina siamo orgogliosi di voi, vi vogliamo un mondo di bene, vi aspettiamo a Lipari abbraccia aperte..”
Tantissime le lanterne volate in tante parti d’Italia, ognuna con un messaggio di speranza e di immensa stima, ne prendo una tra le tante, così scrive Daniela Gentile: ”Grazie..io oggi da semplice cittadina italiana alzo le braccia al cielo vi osservo e applaudo a voi. Applaudo alla vostra costanza, il vostro senso di giustizia, la vostra determinazione,la vostra ideea di liberta' e rispetto io. Applaudo a voi che oggi fate 365 giorni che vivete in una tenda di fronte il parlamento italiano. Io applaudo a voi che avete mosso un mondo,le citta', la cultura. Applaudo a voi che avete unito la gente! Chi puo' fare questo? Solo grandi uomini liberi e giusti. Non ce ne sono molti come voi, se vi dovessi paragonare a qualcuno apparte i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non mi viene in mente nessuno. Siete per me l'orgoglio dell'italia!!! Nonostante la vostra sofferenza, i vostri dolori conseguiti dalle vostre patologie, i disagi siete li' e ci siete da un anno e non mollate neanche mezzo centimentro dal alto delle vostre sedie a rotelle.
Io vi applaudo, vi stimo, vi ammiro!!! Io…vi applaudo fratelli Biviano col vostro vivere state dando un grande insegnamento agli italiani, state insegnando che per cambiare non serve aver paura e nemmeno le lamentele, non serve scaricare il barile o cercare scuse…serve solo prendere atto, presa di coscienza e questo lo state facendo voi. Nel mio piccolo, per cio' che mi e' possibile io sono e starò con voi! Ci state restituendo una parte d'Italia ….quella bella, dalle faccie buone e pulite quella unita! Grazie a voi questa italia ancora oggi esiste!”

L’Osservatore d’Italia un anno fa aveva cominciato a scrivere di questa protesta, che chiedeva il diritto di potersi curare, di non voler morire nell’indifferenza, le vostre prime parole sono ormai scolpite in ognuno di noi:”se non ci ascolteranno, da qui non ci muoveremo…” Avete scritto un pezzo di storia, quella di una grande inciviltà, in un paese che non perde occasione di fare tante promesse. Tante associazione dei malati vi hanno lasciato soli, ma il contributo di persone speciali e la loro straordinarietà vi hanno avvolto con un amore incredibile, questa è la parte migliore di questa Italia, che dimostra nella difficoltà che non c’è nulla che non si possa affrontare, grande occasione persa per questo governo che poteva dare un bel segnale di cambiamento.

La protezione e il coraggio di questi due fratelli venuti da Lipari che lottano non solo per se stessi, ma per tutti, oggi sono un monito che riciamano le nostre coscienze assopite dalla banalità, dalla superficialità e incapacità di donare se stessi agli altri…

Il muro di omertà è stato scardinato incredibilmente dalla caparbietà e coraggio che solo persone sofferenti nell’animo e nella carne possono profondere…e sono ancora lì che attendono, e non conosce ferie, vacanze, freddo, caldo, ma chiedono solo rispetto, per la vita e la dignità per ogni essere umano.
Ieri sera sono state fatte volare all’unisono lanterne coloratissime, e tantissime altre in tutt’Italia, ognuna di loro aveva scritto un pensiero, tanti di solidarietà e stima. Quelle luci ormai lontane nel cielo nero rappresentano i gridi di dolore, ma non di rassegnazione dei malati che mettono al muro l’indifferenza non solo della politica.

Immanuel Kant lo aveva già indicato come valore supremo:
“Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto"

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Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

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Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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Threads in forte ascesa, superati i 200 milioni di utenti

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Threads, l’ultimo nato fra i social di Meta, ha superato il traguardo dei 200 milioni di utenti. Lo ha affermato con un post online Adam Mosseri, capo di Instagram, sulla cui rete Threads si basa. L’annuncio arriva un giorno dopo che Mark Zuckerberg aveva dichiarato durante una call sugli utili di Meta, che l’app stava per raggiungere i 200 milioni di utenti. In passato, il fondatore di Facebook ha più volte ipotizzato che Threads mira a diventare un social da un miliardo di iscritti. “La mia speranza è che Threads possa ispirare idee che uniscano le persone e che questa straordinaria comunità continui a crescere. Grazie a tutti per aver investito il vostro tempo e fornito feedback che rendono questo posto migliore per tutti” ha scritto Mosseri dal suo profilo su Threads. Come concorrente di X, l’app deve ancora risolvere alcune lacune che la differenziano ancora dal colosso guidato da Elon Musk. Come scrive Engadget, la stessa Meta è conscia del fatto che l’algoritmo che presenta i post in tempo reale di X sia molto più veloce di quello su Threads. “Non siamo ancora abbastanza veloci, e stiamo lavorando attivamente per migliorare” ha proseguito Mosseri. In ogni caso i numeri parlano chiaro, Threads in poco tempo sembra aver conquistato un elevato numero di utenti e sembra che il fenomeno sia destinato a crescere. Riuscirà a diventare la nuova punta di diamante di Meta? Lo scopriremo solo seguendo gli sviluppi e la crescita di questo giovanissimo social media.

F.P.L.

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Luigi’s Mansion 2 HD, il titolo icona del 3DS torna su Switch in alta definizione

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Luigi’s Mansion 2 ritorna, a più di 10 anni dalla sua uscita originale su Nintendo 3DS, in versione rimasterizzata per Nintendo Switch. Questa nuova edizione in alta definizione del piccolo capolavoro del colosso nipponico offre l’opportunità di rivivere una delle avventure più amate del fratello di Mario, con una veste grafica rinnovata e alcune migliorie tecniche. Ma come si comporta questo titolo del 2013 nel panorama videoludico attuale? Analizziamo nel dettaglio questa riedizione per scoprire se il fascino di Cupavalle resiste ancora alla prova del tempo oppure è destinato a soccombere sotto il peso degli anni. Seguendo in modo abbastanza diretto dal primo episodio, uscito su Game Cube nel lontano 2001, Luigi’s Mansion 2 HD (al tempo Luigi’s Mansion 2 o Luigi’s Mansion Dark Moon negli Usa) catapulta i giocatori nuovamente nell’avventura con un incipit decisamente semplice: dopo la vittoria dell’idraulico in verde nel primo capitolo, i fantasmi si sono acquietati e vivono in serenità con gli umani, permettendo al Professor Strambic di continuare i suoi studi con grande efficienza. Un “misterioso intervento esterno”, però, distrugge e frammenta la pietra a forma di luna che teneva sotto controllo gli spiriti, mandandoli in agitazione e costringendo lo scienziato a chiedere il soccorso del miglior acchiappafantasmi in circolazione. Così in men che non si dica quel fifone di Luigi si trova nuovamente impegnato a catturare spettri con aspirapolvere alla mano e gambe tremolanti. Questa volta però non si troverà più in una sola, vasta, magione, ma dovrà spostarsi in differenti aree per recuperare i pezzi del cristallo, scoprire chi si nasconde dietro le quinte e ripristinare tutto alla normalità, assicurandosi che nessuno dei suoi amici sia finito nei guai. Il tutto è possibile grazie al genio di Strambic, che oltre a essere il massimo esperto di fantasmi è anche riuscito a sviluppare una tecnologia chiamata “pixeltrasporto”, in grado di muovere Luigi da una parte all’altra del mondo sfruttando schermi e telecamere come veicolo. Da qui inizia un’avventura tendenzialmente in linea con gli altri episodi, che vede il buon Luigi esplorare ogni angolo delle location da lui visitate alla ricerca di tesori, chiavi, fantasmi e segreti: insomma, tutto il necessario per proseguire di livello in livello e soddisfare le richieste di Strambic. Idealmente la progressione ricorda un po’ quella di un metroidvania, in quanto c’è la libertà di muoversi in aree tutto sommato limitate, da sbloccare di volta in volta, mentre vengono mostrati al tempo stesso tanti passaggi apparentemente inaccessibili, muri misteriosi che sembrano nascondere qualcosa, stanze prive di accesso o sistemi di controllo che sembrano non rispondere alle sollecitazioni di chi gioca.

Luigi questa volta avrà insomma un bel da fare dovendo ripuloire ben cinque magioni infestate nel tentativo di ricomporre la pietra a forma di Luna e domare gli ectoplasmi aiutato dal fido aspirapolvere Poltergust 5000, versione potenziata del modello 3000 comparso in Luigi’s Mansion, e da una torcia multifunzione. Sulla carta per avere la meglio basterebbe “sparaflashare” gli evanescenti invasori per poi pescarli con l’aspirapolvere assecondando i loro movimenti. Nella pratica, però, i dispettosi fantasmi faranno di tutto per vendere cara la melma ricorrendo a trucchetti, armature o alla forza bruta: tutte cose che costringeranno i giocatori a indebolirli, aggirarli o quant’altro prima di poter procedere con la cattura. Su 3DS, come accennato, queste meccaniche soffrivano un poco i limiti del sistema di controllo, ma qui sono una vera goduria e bastano davvero pochi minuti per prenderci la mano e farsi trascinare dalla moltitudine di interazioni escogitata da Next Level Games e Nintendo per spremere fino all’ultima goccia le possibilità del Poltergust 5000 e il pensiero laterale dei giocatori. Il Poltergust 5000 nasce per aspirare i fantasmi, OK, ma nulla vieta di invertire il flusso e/o sfruttarlo per sollevare tappeti, afferrare tende, tovaglie e in generale passare al setaccio le magioni infestate svelandone i vari segreti o espugnandone le ricchezze in modo da potenziare il proprio arsenale. Sempre grazie all’aspirapolvere si può, ad esempio, afferrare oggetti congelati e trasportarli fino alla fiamma più vicina, oppure gonfiare dei palloncini e creare una piccola mongolfiera per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; e queste sono solo alcune delle tante interazioni possibili per sfruttare o aggirare i limiti fisici del gioco. La torcia a sua volta non si limita a rendere vulnerabili gli spiriti ma consente di attivare interruttori e meccanismi, mentre l’Arcobaluce – sorta di versione “mariesca” degli ultravioletti – è in grado di svelare porte e oggetti nascosti aggiungendo di fatto una dimensione extra all’avventura, obbligando così il giocatore a prestare particolare attenzione a tubi mancanti, zerbini e persino ai complementi d’arredo apparentemente asimmetrici. Attorno a queste dinamiche gli sviluppatori hanno costruito un sistema di enigmi incredibilmente sofisticato; le missioni inizialmente appaiono circoscritte, ma col procedere del gioco diventano sempre più elaborate facendo “esplodere” il level design delle singole magioni e servendo alcune delle boss fight più creative mai viste in un videogioco Nintendo. Di contro il cuore dell’esperienza resta la caccia, e anche sotto questo aspetto dopo le prime semplici battute è necessario ricorrere all’astuzia e a tutte le opportunità offerte dai propri strumenti, senza contare le occasionali disinfestazioni da ragni, piante carnivore e altre simpatiche creaturine che infestano le aree di gioco.

Se il titolo originale ha proposto una più che discreta esperienza portatile, in questa occasione è opportuno chiedersi se e quanto abbia giovato la transizione a una nuova piattaforma. La risposta è a nostro avviso: decisamente più performante ma meno “peculiare” rispetto alla piccola console portatile della grande N. A livello puramente visivo, nulla da dire: pur non raggiungendo le vette di Luigi’s Mansion 3, questa edizione HD del secondo capitolo risulta comunque molto curata, potendo godere di modelli e texture ricreati da zero e un impatto scenico dovuto al cambio di proporzioni dello schermo decisamente più efficace. Molto bene invece per quello che concerne il lato controlli, che tornano a contemplare l’utilizzo dell’analogico destro (assente su 3DS) per rendere più agile il movimento che su portatile risultava piuttosto sacrificato. Forse il cambiamento più importante che il gioco ha vissuto in positivo. Esplorazione e combattimenti risultano quindi più fluidi e divertenti, così come tutte le prove “speciali” che vedono variare il gameplay. Dove si paga lo scotto è nella trasposizione dell’esperienza “stereoscopica” originale: in particolare basta vedere i boss, comunque tuttora apprezzabili, per cogliere come la messinscena sia frutto di un design collegato allo speciale effetto visivo offerto dallo schermo superiore di Nintendo 3DS, risultando sacrificata, se non quasi banalizzata, quando riprodotta in modo tradizionale. E’ necessario, quando si parla di Luigi’s Mansion 2 HD evidenziare due note sulla longevità e il multigiocatore. Per quanto concerne la durata, il titolo si assesta sui livelli del terzo capitolo, quindi intorno alle 10/15 ore per una partita classica, salendo se si va alla ricerca del completismo, sebbene il tutto possa risultare un po’ allungato per via del continuo “vai e vieni” dovuto alla struttura a missioni. Per quanto riguarda il multigiocatore tocca constatare come il tutto sia in linea con il titolo d’origine, mancando quindi di una modalità storia cooperativa e limitandosi invece alla Torre del Caos in cui collaborare fino a 4 giocatori, in wireless locale o online, per superare le tante e appassionanti sfide proposte. Tirando le somme, poter tornare a giocare a Luigi’s Mansion 2 HD è sempre un piacere, soprattutto perché in termini di level design, struttura degli enigmi e gestione dell’arsenale è sicuramente il capitolo più interessante della serie, persino al netto del terzo. In più il salto in avanti per quanto riguarda il sistema di controllo offerto a suo tempo da 3DS rappresenta una vera benedizione, persino più gradita del passaggio all’alta definizione. Certo, aggiornare anche il sistema dei salvataggi sarebbe stato un gradito cambiamento, ma tutto sommato non possiamo lamentarci. Tuttavia tra gioco base, contenuti extra e tutte le cose da fare per completare il titolo al cento per cento, ci sarà da spassarsela davvero per molte ore.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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