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Lo "Sportello dei Diritti" rilancia l'allarme in Italia: i continui sequestri sulla sponda salentina dell'Adriatico dimostrano che arrivano fiumi di cannabis. Ma secondo gli svizzeri non si tratta della solita "erba". Dietro si nascondono ancora maggiori pericoli per la salute
Redazione
Sono anni che continuano i sequestri di cannabis e derivati sulla costa salentina di provenienza albanese. Non passa settimana che sulle spiagge o sugli scogli della provincia di Lecce le pattuglie delle forze dell'ordine non scovino natanti e borsoni, a volte abbandonati per la fretta, carichi e carichi di questa merce. La Terra d'Otranto alla luce delle continue notizie di cronaca che si possono leggere sulla stampa locale in merito, infatti, é divenuta probabilmente il più importante crocevia del traffico di marijuana e simili d'Europa, droga che poi viene esportata nel resto del Vecchio Continente.É dalla Svizzera che però rimbalza una notizia shock che riguarda la potenziale maggiore pericolosità di questa droga proveniente dal Paese delle Aquile.Proprio una televisione elvetica in lingua italiana, ha mandato in onda le interviste ad alcuni giovani che secondo la ricostruzione dell'emittente si sono imbattuti nella canapa lavorata o contaminata da una serie di veleni e sostanze e resa altamente nociva ma esteticamente più appetibile, per incrementare i guadagni.Le testimonianze dei consumatori parlerebbero chiaro: “Nausea, dolori e difficoltà respiratorie” ed il Cantone e tutta la Svizzera sarebbero letteralmente invase da questo "prodotto", tanto che complessivamente al di là delle Alpi ne sarebbero arrivate alcune tonnellate, soppiantando il mercato biologico locale.Si tratta di una questione che sta assumendo contorni transazionali e che per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", deve creare una forte preoccupazione ed una reazione anche nelle autorità italiane poiché ad essere maggiormente esposti ai rischi delle droghe, e con maggior riguardo quelle oggetto del suddetto report da parte della tv Svizzera, trattate chimicamente e potenzialmente con effetti devastanti, vi sono i nostri giovani, che notoriamente sono tra le fasce di popolazione che maggiormente consumano le cosiddette "droghe leggere".
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