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Esteri

KFOR: CONCLUSA SENZA INCIDENTI LA CELEBRAZIONE ORTODOSSA SERBA DEL GIORNO DI "SAN VITO".

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Tempo di lettura 3 minuti Per l’occasione migliaia di persone provenienti sia dal Kosovo che dalla Serbia si sono radunate durante lo scorso week end a Gazimestan attorno all’obelisco eretto in ricordo della battaglia.

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Redazione

Pristina –  Si sono concluse senza incidenti a Gazimestan, una piccola località nelle vicinanze di Pristina, le celebrazioni del giorno di “San Vito”, ricorrenza religiosa con cui la Chiesa Ortodossa serba celebra ogni 28 di giugno (secondo il calendario Gregoriano, e 15 giugno secondo quello giuliano) la memoria del martirio di San Vito. Nella stessa data la comunità serba ricorda la battaglia nella piana di Kosovo Polje quando nel 1389 l’esercito ottomano sconfinse l’alleanza balcania guidata dal principe Lazar.

Per l’occasione migliaia di persone provenienti sia dal Kosovo che dalla Serbia si sono radunate durante lo scorso week end a Gazimestan attorno all’obelisco eretto in ricordo della battaglia.

La manifestazione è stata preceduta da una funzione religiosa che si è tenuta nel monastero di Gracanica nel corso della quale sono stati comemmorati i combattenti serbi caduti. Numerosi gli eventi culturali che si sono svolti in diverse località. 
L’assenza di incidenti nel corso di questo importante evento, che per la comunità serba è molto di più di una ricorrenza religiosa, rappresenta come anche la rimozione nei giorni scorsi delle barricate che dividevano la citta’di Mitrovica, un altro importante positivo segnale nel senso della convivenza e della integrazione.
“L’importante dispositivo di sicurezza dispiegato con un low profile ci ha consentito di rassicurare I cittadini e di prevenire eventuali scontri inter – etnici pertanto anche questa giornata si può archiviare come un altro successo delle organizzazioni internazionali e locali responsabili della sicurezza: KFOR, Kosovo Police ed EULEX”, ha detto il Generale Farina al termine delle operazioni.

“Questi tre principali protagonisti in Kosovo”, ha sottolineato il Generale nel ringraziare la Kosovo Police, EULEX e tutto il personale di KFOR per la professionalità dimostrata nello svolgere il proprio ruolo rispettivamente di primo, secondo e terzo responsabile della sicurezza, “nel riconoscere il diritto e la libertà di tutte le persone a celebrare la loro eredità culturale e religiosa hanno operato affinchè l’evento si svolgesse in modo pacifico e ordinato”.
“Abbiamo di nuovo lavorato gomito a gomito in stretto coordinamento sia nella fase di pianificazione che durante il dispiegamento delle unità sul terreno al fine di garantire un ambiente sicuro, effettuando il monitoraggio dell’evento pronti a intervenire qualora fosse stato necessario”.
“In kosovo, in questi 15 anni di presenza, KFOR ha sempre agito in maniera imparziale, vigile, prudente ma ferma e decisa quando necessario ottenendo la stima ed il rispetto di tutti i cittadini a prescindere dall’etnia di apparetnenza. Il fine ultimo è quello di promuovere il dialogo, la riconciliazione, i valori democratici che sono il fondamento di una convivenza multietnica, pacifica e del progresso. Un piccolo passo avanti verso la vera graduale lenta normalizzazione di questa parte dell’Europa”, ha concluso in Generale Farina.

Note storiche e curiosità
Vidovdan, il giorno di “San Vito”, è la ricorrenza religiosa in cui ricorre la memoria del martirio di San Vito osservato dalla Chiesa ortodossa serba e da quella bulgara nel giorno del 15 giugno del Calendario giuliano e che corrisponde al nostro 28 giugno del Calendario gregoriano.
Il Vidovdan è anche data di rilevante importanza storica:
–          il 28 giugno 1389, la tradizione religiosa e nazionale commemora la Battaglia di Kosovo Polje che i Serbi hanno combattuto contro l'Impero Ottomano nella;
–          il 28 giugno 1914, l' assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Austria erede al trono dell'Impero Austro-Ungarico e di sua moglie la Duchessa Sofia a Sarajevo è la miccia che farà scoppiare la prima guerra mondiale;
–          il 28 giugno 1919, viene firmato il Trattato di Versailles mettendo fine alla prima guerra mondiale;
–          il 28 giugno 1989, nel 600º anniversario della Battaglia di Kosovo Polje, il leader serbo Slobodan Milošević tiene il famoso discorso sull'origine serba del luogo dove è stata combattuta la storica battaglia.
 

Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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