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Redazione
Varese – È stata denominata "Scialla semper", l'operazione della Squadra mobile di Varese che ha portato all'arresto di 27 persone, di cui 18 ai domiciliari. Il nome si rifà al gergo dei molti soggetti giovani coinvolti spesso minorenni.
Tutti i fermati, 25 italiani, 1 albanese e 1 romeno, sono accusati di traffico di sostanze stupefacenti. Una vera e propria banda di pusher a capo della quale c'erano padre e figlio, rispettivamente di 60 e 21 anni.
Due anni di indagini, iniziate nel 2012, effettuate tramite intercettazioni ma anche pedinamenti, che hanno portato alla luce una rete di spacciatori che muovevano circa 10 chili di marijuana alla settimana distribuendoli per la vendita al minuto. Bersagli principali della banda erano gli studenti di Varese: la parte finale della vendita, quella cioè di piccole dosi, aveva come clienti principali i giovanissimi, tra cui molti minorenni.
Il gruppo criminale invece nel fine settimana, con le scuole chiuse, forniva cocaina nei locali e nei parchi pubblici della provincia.
I membri di questo "clan della droga" avevano maniere tutt'altro che delicate: i due "boss" per riscuotere i crediti usavano spesso metodi brutali, con violenze e minacce. Il padre era un vero e proprio mentore per il figlio, consigliandogli come effettuare lo spaccio e come arruolare i pusher migliori, lamentandosi e infuriandosi quando il ragazzo non seguiva i suoi consigli, come se fosse una vera e propria azienda a conduzione familiare.
Durante l'operazione sono state eseguite numerose perquisizioni dove è stato sequestrato denaro in contante e droga.
21/06/2014
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