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MONDIALI 2014: QUANTO INCIDE LA SPERATA VITTORIA DELL'ITALIA SU ECONOMIA, LAVORO E TURISMO?

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Tempo di lettura 3 minuti Il primo studio sugli effetti dell'ultimo mondiale vinto dall'Italia su economia, lavoro e turismo

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Redazione 

La previsione di un aumento fino all’uno per cento del prodotto interno lordo (PIL) formulata dal premier Matteo Renzi in caso di vittoria del mondiale di calcio da parte degli azzurri esce rafforzata dal primo studio sugli effetti dell’ultimo trionfo italiano nel 2006, con un taglio rilevante alla disoccupazione, una crescita record del Pil e delle esportazioni ma anche un forte aumento delle presenze turistiche straniere in Italia nell’anno successivo.  E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata all’Unioncamere nell’incontro su “In tavola l’Italia garantita” dove è stata allestita la prima esposizione dei principali prodotti taroccati scovati in Brasile, alla vigilia del mondiale, che evidenziano un palese e preoccupante “taroccamento” degli alimenti piu’ tipici del Made in Italy. “Un inganno che rischia di offuscare le opportunità che vengono da un momento di grande visibilità  generato dalla competizione mondiale” ha denunciato Gennaro Masiello componente di Giunta della Coldiretti che ha partecipato all’iniziativa.

 

L’anno successivo alla vittoria degli azzurri nel campionato mondiale di calcio del 2006 in Germania, l’economia nazionale – precisa la Coldiretti – è cresciuta in modo sostenuto con un aumento record del 4,1 per cento del Pil a valori correnti mentre il numero di disoccupati è diminuito del 10 per cento. Nel 2007 – continua la Coldiretti – si è anche verificato un incremento delle vendite nazionali all’estero del 10 per cento e a beneficiarne maggiormente sono stati i prodotti simbolo del Made in Italy nel mondo come i prodotti artistici e culturali, che hanno fatto registrare un aumento record del 30 per cento, le automobili che sono cresciute del 16 per cento così come i macchinari, i cibi e le bevande con una performance positiva del 9 per cento, oltre a scarpe e tabella in cuoio (+6 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat. Va registrato infine – rileva la Coldiretti – un aumento 2,36 milioni di stranieri che sono venuti in Italia in vacanza nell’anno successivo la memorabile vittoria che significa in termini percentuali un +3,5 per cento.

 

Anche se non tutti i risultati positivi possono essere attribuiti alle performance degli azzurri, non c’è dubbio che un’eventuale vittoria in Brasile – sostiene la Coldiretti – è comunque una importante chance per le imprese nazionali che si confrontano quotidianamente sui mercati esteri dove la spinta favorevole sulla domanda di prodotti nazionali deve essere colta per valorizzare le qualità offerte dal sistema economico. Purtroppo – continua la Coldiretti – è allarme a tavola per gli azzurri, i tifosi italiani e quelli stranieri che seguiranno sul posto il campionato del mondo in Brasile che si classifica tra i Paesi dove piu’ diffusi sono i prodotti alimentari Made in Italy taroccati, come  il Gran formaggio tipo grana, la ricota d’Itália, il formaggio tipo a d’Itália, la pomarola, il parmesao, mortadela bolognese e il salame tipo Milano rigorosamente in salsa carioca che sono stati esposti dopo essere stati scoperti da una task force della Coldiretti nel Paese Sudamericano.Sui banchi dei supermercati e nei ristoranti del Brasile e possibile acquistare prodotti e piatti che – denuncia la Coldiretti – richiamano in modo spudorato ai cibi piu’ tipici dell’Italia senza avere nessuna delle caratteristiche qualitative, d sicurezza e di legame con il territorio nazionale. Tutti prodotti che peraltro – continua la Coldiretti – possono trarre in inganno sulla reale origine anche perché spesso le confezioni richiamano nei colori al tricolore e nelle immagini all’Italia. Il falso Made in Italy a tavola vale nel mondo 60 miliardi pari a quasi il doppio del valore delle esportazioni dei prodotti alimentari nazionali originali.

 

L’“agropirateria” internazionale utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità dell’export che nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 33,4 miliardi di euro. Sul piano internazionale questo fenomeno – conclude la Coldiretti – va combattuto con l’informazione ma va anche cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto e facendo chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.

 

 

 

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Editoriali

Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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Editoriali

La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Roma, aggressioni e borseggi in metro. Riccardi (UdC): “Linea più dura per garantire la sicurezza pubblica”

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“Ci troviamo ad affrontare un problema che il Governo non può più ignorare: i borseggiatori operano impuniti nelle metropolitane di Roma. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento deciso e immediato. Ritengo che la sicurezza dei cittadini debba essere una priorità assoluta e che la moderazione non significhi inazione”.
È assai dura la reazione del commissario cittadino di Roma Capitale dell’UdC, il dottor Roberto Riccardi, circa le continue, ripetute aggressioni e borseggi nella Capitale.

Dottor Riccardi secondo Lei dove bisogna intervenire in fretta nella legislazione italiana in tale materia?
I recenti episodi di furto nei mezzi pubblici mettono in luce una legislazione troppo permissiva. La normativa attuale, che prevede l’intervento delle Forze dell’Ordine solo su querela dei borseggiati, è del tutto inefficace. Questo non solo rallenta l’intervento delle autorità, ma spesso disincentiva le vittime a denunciare, sapendo che le conseguenze per i borseggiatori saranno minime o inesistenti.
Le leggi attuali non sono sufficienti per contrastare efficacemente questo fenomeno. È necessario un cambio di rotta deciso.

il commissario cittadino UdC di Roma Capitale, dottor Roberto Riccardi

E cosa può fare in più, in questo frangente, l’organo giudiziario?
Bisogna smettere di essere troppo indulgenti con i delinquenti. Va adottata una linea più dura per garantire la sicurezza pubblica.
Lei rappresenta uno dei partiti di governo nazionale. Esiste una vostra “ricetta” in merito?
Ecco le misure che proponiamo; arresto obbligatorio per i borseggiatori con l’introduzione dell’arresto obbligatorio per chiunque venga colto in flagrante a commettere furti nei mezzi pubblici. Questo deterrente è essenziale per scoraggiare i delinquenti e proteggere i cittadini.
Modifica della normativa vigente; bisogna consentire l’intervento delle Forze dell’Ordine anche in assenza di querela da parte della vittima, permettendo un’azione tempestiva e decisa contro i borseggiatori.
Inasprimento delle pene ed introduzione di sanzioni più severe per i reati di furto, specialmente quando commessi in luoghi pubblici e affollati come le metropolitane.
Campagne di sensibilizzazione informando i cittadini sui loro diritti e sull’importanza di denunciare ogni atto di borseggio, contribuendo così a creare una comunità più sicura e coesa.
Ma Lei crede che con tali misure si possa mettere un argine alla questione che preoccupa non solo i romani ma le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano nella capitale?
Non possiamo più permetterci di essere indulgenti. Dobbiamo agire con fermezza per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini.
Le Forze dell’Ordine devono essere messe nelle condizioni di poter agire senza ritardi e senza ostacoli burocratici.
Dobbiamo essere determinati nello spuntare le armi dei buonisti ed a ripristinare la legalità nelle nostre strade e nelle nostre metropolitane. Solo con un intervento deciso e risoluto potremo garantire una Roma più sicura e vivibile per tutti.

Risposte chiare e concrete quelle del commissario cittadino UdC di Roma Capitale Roberto Riccardi.
Ci auguriamo che questa volta la politica affronti davvero con tale determinazione questa assenza di sicurezza per i romani e per le migliaia di turisti che si apprestano a giungere nella Capitale per l’imminente apertura, il 24 dicembre 2024, dell’Anno Giubilare.

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