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Esteri

USA: LA LIBERAZIONE DEL SERGENTE AMERICANO

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Tempo di lettura 2 minuti I talebani hanno liberato Bowe Bergdahl in cambio di 5 terroristi detenuti a Guantanamo. Un video mostra le fasi concitate della fine della detenzione.

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[ PER VEDERE IL VIDEO DELLA LIBERAZIONE CLICCARE QUI ]

 

di Maurizio Costa

Afghanistan – Il Sergente Bowe Bergdahl, catturato dai talebani nel giugno del 2009, è stato liberato dopo una lunga ma pacifica trattativa tra il Governo degli Stati Uniti e i capi talebani che lo tenevano detenuto. Un video diffuso dai talebani mostra tutte le operazioni che hanno portato alla liberazione del Sergente. Nel video si vedono chiaramente i combattenti afghani seduti su una collina che aspettano l'arrivo dell'elicottero americano. I talebani, che portavano una bandiera bianca in mano, segno di resa, dopo una breve stretta di mano con i soldati a stelle e strisce, hanno lasciato andare via Bergdahl, che adesso si trova in un ospedale tedesco in attesa di essere trasportato in patria.

Lo scotto che il Governo di Obama dovrà pagare agli afghani è quello della liberazione di ben 5 talebani detenuti nella prigione di Guantanamo. Una decisione che ha portato a molte critiche, visto che, gli scorsi anni, i prigionieri liberati dalla maxi-struttura detentiva cubana sono stati messi subito in piena libertà e molti non hanno smesso di compiere azioni illecite. Questa volta, però, Obama è stato più cauto: i 5 talebani che torneranno in libertà, saranno confinati in Qatar, in una sorta di arresto domiciliare.

Ma chi sono questi 5 detenuti che verranno liberati? "Time" ha fornito delle indiscrezioni che rivelerebbero i nomi dei talebani che andranno in esilio in Qatar in cambio del Sergente Bergdahl.

1. Mohammad Fazl
Uno dei primi talebani catturati e trasferiti a Guantanamo, nel lontano 2002. Fazl è l'ex vice Ministro della Difesa dei talebani ed è stato accusato di aver compiuto molte uccisioni di massa ai danni di cittadini sciiti.

2. Mohammad Nabi
L'ex capo della sicurezza dei talebani verrà liberato nella maxi-operazione. Mohammad ha collaborato con la CIA per la cattura di molti capi afghani e questo rende difficile la sua scarcerazione.

3. Abdul Haq Wasiq
Anch'esso accusato di molte uccisioni di massa. Abdul è l'ex vice Ministro dell'Intelligence talebana ed ha collaborato strettamente col Mullah Omar, Capo di Stato dell'Afghanistan fino al 2001.

4. Mullah Norullah Nori
Ex Governatore di due province talebane, Mullah sarebbe uno dei più importanti funzionari talebani detenuti a Guantanamo.

5. Khairullah Khairkhwa
Comandante militare e Ministro degli Interni talebano. Khairullah è stato anche stretto collaboratore del Mullah Omar e di Hamid Karzai. Già nel 2002, però, sembrava aver preso le distanze dal movimento talebano.

Cinque liberazioni non proprio tranquille; i personaggi che verranno scarcerati hanno ricoperto cariche importanti nel Governo talebano e si sono macchiati di violenti omicidi. La cosa positiva è che, almeno, verranno tenuti comunque sotto osservazione in Qatar per evitare ripercussioni negative.

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Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

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Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

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Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

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Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

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Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

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La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

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