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Editoriali

LA MUSICA, MEDICINA DELL’ANIMA E… NON SOLO

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Tempo di lettura 3 minuti

di Mario Torosantucci

E’ risaputo che lo studio della musica è importantissimo, ma pochi sono a conoscenza dei benefici reali che esso produce. Il pensiero comune e giusto, è pensare alla bellezza del lato artistico che questa arte regala, non sapendo, che questa è soltanto una delle componenti. Certamente, la persona che studia musica, acquisisce sensibilità, cultura, arricchimento morale, socialità, sicurezza del carattere e della propria personalità, oltre la personale soddisfazione di poter esprimere i propri sentimenti, e, di poterli esternare verso gli altri che diventano automaticamente compartecipi di svariate situazioni emozionali. Ma, il beneficio più importante, è quello che questo impegno provoca e  fa migliorare nel cervello umano. Infatti, vari scienziati, hanno stabilito che la parte del cervello interessata ai suoni, è palesemente molto più grande nei musicisti, rispetto ad una persona qualunque. Quindi studiare musica, significa migliorare il proprio cervello. Si ha la possibilità di far lavorare i due emisferi mentali, e, poiché ogni parte del corpo utilizzata, sollecitata e stimolata, occupa una certa superficie del cervello, le cellule cerebrali, che hanno una loro disposizione secondo i vari suoni percepiti, occuperanno certamente una gamma più vasta, rispetto ad un individuo che non ha mai studiato. Immaginiamo un attimo, il lavorio cerebrale di un pianista. La mano destra, suona migliaia di note con valori, altezze e velocità diversi, quindi occorre una determinata e forte concentrazione, che non consenta di commettere errori.

La mano sinistra, suona altre migliaia di note, con le stesse problematiche della destra, ma del tutto indipendenti. Il piede destro contemporaneamente, deve pigiare il pedale sustain, e talvolta quello centrale. Il piede sinistro, per marcare il tempo e pigiare quando serve il pedale della sordina. Nello stesso momento, abbiamo il grande lavoro del cervello nella lettura della musica, della quale, una sola nota si legge differentemente secondo la chiave a cui appartiene. Ovviamente, servono, concentrazione, pratica e tanto studio continuo, per poter identificare con gli occhi questa miriade di note e trasferirle istantaneamente all’ esecuzione delle dieci dita.

Ora poiché tutte queste cose avvengono nello stesso tempo, non ritenete un musicista, una persona speciale, da essere giustamente stimata e considerata ? Quando negli anni passati, dei genitori mi dissero, che volevano far prendere il diplomino di pianoforte ai loro figli, perché a scuola non avevano voglia di studiare, il primo istinto è stato quello di strozzarli. Non si rendevano conto di tutti i benefici che la musica può dare, ma non si rendevano conto neanche di quanti sacrifici bisogna essere in grado di sopportare, per raggiungere determinati obiettivi musicali. Personalmente giudico un concertista come un genio. Solamente pensare allo sforzo di memoria ( e quindi lavoro cerebrale ), per poter esibirsi in un concerto classico, nel ricordare migliaia di note, sincronizzarle in millesimi di secondo, senza poter commettere il minimo errore, pena la rovina della propria carriera e dello studio di una vita. Tutta questa perfezione non basta, perché si è giudicati non solo per l’ esecuzione tecnica del concerto, ma particolarmente per l’ estro e la espressività, che il concertista deve infodere nell’ animo dello spettatore, a livello emozionale. Si può iniziare lo studio della musica a qualsiasi età, perché non bisogna fare necessariamente la professione, ma c’ è la cosiddetta musica leggera che ci consente di suonare anche a livello amatoriale. Certamente iniziare da piccoli, ci saranno dei benefici maggiori, poiché nella fase precoce evolutiva del cervello, le stimolazioni musicali, favoriscono meglio i collegamenti delle cellule cerebrali. E’ opportuno per il cervello, ascoltare e studiare altre culture musicali, con suoni e scale diverse, poiché  diversificando gli stimoli uditivi, le parti cerebrali coinvolte, aumenterebbero la propria massa. Il cervello nell’ ambito musicale, è talmente complicato, da far sì che certe eleborazioni di dati uditivi, in certi soggetti particolarmente sensibili ( sinestesici ), producano ai loro occhi dei colori secondo determinate note. Abbiamo degli esempi con dei geni musicali del passato, come Liszt, Skriabin, Korsakov, etcc. che abbinavano dei colori a determinate note. Non trascuriamo neanche il beneficio della musica all’ articolazione, circolazione, vista, indipendenza degli arti e self control, che può essere utile in tanti altri momenti della nostra vita. Spero di aver dato un piccolo contributo, consigliando come migliorare la nostra esistenza e quella degli altri, con lo studio della musica.
 

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