Connect with us

Esteri

EUROPA E NORD AMERICA CYBERCRIME: OPERAZIONE BLACKSHADES, ARRESTATI 80 HACKERS

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti L’FBI ha valutato il fatturato di questa attività illecita intorno ai 350 mila dollari tra fine 2010 e aprile 2014.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Le operazioni condotte in Olanda, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Austria, Estonia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Cile, Croazia, Italia Moldavia e Svizzera hanno prodotto più di 80 arresti, 359 perquisizioni e oltre 1100 dispositivi di memorizzazione dati sequestrati. Il BlackShate Rat, il sosfisticato malware  permetteva al cybercrime, una volta installato dalla vittima, di avere controllo completo del computer, con l'accesso non solo a tutti i dati sensibili, ma anche registrare le battute inserite e persino attivare la webcam, azioni che permettevano poi di estorcere denaro ai malcapitati.

di Cinzia Marchegiani
 
Un vero business online denominato Blackshades, grazie al quale gli hakers hanno infettato mezzo milione di computer, depredando dati sensibili, fotografie private ma soprattutto password riuscendo anche a controllare le vittime tramite la webcam nel loro ambiente privato. La strategia applicata era quella di disattivare l’accesso ai dati della vittima e poi chiedere il riscatto. Inquietante la tecnologia e i metodici coercitivi con cui i pirati informatici effettuavano un vero e proprio stalking alla vittime cadute nella loro rete virtuale, riuscendo anche a ossessionare il malcapitato con messaggi anche sonori. Si legge che l’FBI ha valutato il fatturato di questa attività illecita intorno ai 350 mila dollari tra fine 2010 e aprile 2014. BlackShades ha venduto e distribuito software dannoso (malware) a migliaia di persone in tutto il mondo. Prodotto di punta BlackShades era il BlackShades RAT, un sofisticato malware che permette ai suoi utenti di ottenere in remoto e nascosto il controllo completo su computer della vittima. Una volta installato sul computer della vittima, un utente del RAT è libero di, tra le altre cose, di avere accesso e di visualizzare documenti, fotografie e altri file, registrare tutte le battiture inserite e persino attivare la webcam sul computer della vittima – che potrebbe essere fatto senza la conoscenza della vittima. BlackShades rende anche possibile effettuare su larga scala denial-of-service (DDoS), attacchi informatici distribuiti. Ma l’aspetto fantascientifico e particolarmente dannoso di questo software è la possibilità di crittografare e negare l'accesso ai file. 
Chiunque e in qualunque parte della terra, acquistando il Blackshades RAT per una quarantina di dollari era in grado di depredare i dati sensibili che veicolano tramite il semplice computer, ma non solo. Questa storia di spionaggi e storie fantascientifiche e crimini nelle reti purtroppo sono concrete ma monitorate, grazie all’ Europol, agenzia di applicazione della legge dell’Unione Europea, che assiste gli Stati membri dell’UE nella lotta a ogni tipi di crimine internazionale. Dal sito si può scendere nel dettaglio di questa spy-story che ha coinvolto in due giorni, sedici paesi di tutto il mondo, coordinati da Eurojust all'Aja e sostenuto dal Centro criminalità informatica europea (EC3) presso l'Europol, proprio perché i creatori e i venditori e gli utenti di BlackShades di malware sono stati presi di mira dalle autorità giudiziarie e di polizia. Durante le due giornate di azione,  sono state effettuate in tutto il mondo 359 perquisizioni, e più di 80 persone sono state arrestate. Oltre 1100 dispositivi di archiviazione dati sono sospettati di essere utilizzati in attività illegali e quindi acquisiti, tra cui computer, computer portatili, telefoni cellulari, router, hard disk esterni e chiavette di memoria USB. Notevoli quantità di denaro, armi da fuoco illegali e droga sono stati sequestrati. I paesi che hanno intrapreso l'azione contro i creatori, i venditori e gli utenti di malware sono i Paesi Bassi, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito, Finlandia, Austria, Estonia, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Cile, Croazia, Italia, Moldavia e Svizzera.

Tre riunioni di coordinamento si sono tenute presso l'Eurojust prima dei giorni dell’azione concordata, cui hanno partecipato la maggior parte dei paesi coinvolti. Durante le operazioni avvenuta in due giorni, presso l’Eurojust è stato istituito un centro di coordinamento, dove i rappresentanti di Eurojust, EC3 di Europol e l'FBI hanno assistito i paesi interessati, fornendo una panoramica dello stato di avanzamento oltre a l'assistenza giudiziaria alla necessità. Nel dettaglio l’EC3 di Europol ha fornito supporto analitico in tempo reale e è stato fondamentale e determinante per i dati di follow-up e l'identificazione delle vittime.
Il responsabile del Centro europeo criminalità informatica (EC3), Troels Oerting, presso l'Europol ha dichiarato: "Questo caso è ancora un altro esempio della necessità critica per le operazioni di coordinamento delle forze dell'ordine contro il crescente numero di cyber criminali che operano a livello comunitario e mondiale. EC3 continuerà – insieme ad Eurojust e altri partner – a lavorare instancabilmente per supportare i nostri partner nella lotta contro truffatori e altri criminali informatici che approfittano di Internet per commettere il crimine. Il lavoro è tutt'altro che terminato, ma la nostra cooperazione per lavorare insieme attraverso le frontiere è aumentato."  Koen Hermans, assistente del membro nazionale per i Paesi Bassi, ammonisce l’uso ingenuo e senza consapevolezza di internet, poiché nessuno è al sicuro, ricordandolo anche agli autori degli atti criminali cibernetici. 

Il grande Omero sembra avesse indicato la strada alla cautela: "Bada di non perdere la sostanza, quando cerchi di afferrare l'ombra."

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

Continua a leggere

Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

Continua a leggere

Esteri

Biden pronto ad autorizzare l’uso di armi a lungo raggio dall’Ucraina contro la Russia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La visita del nuovo premier britannico Keir Starmer a Washington potrebbe segnare una svolta nella strategia militare occidentale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sarebbe sul punto di approvare l’utilizzo da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lungo raggio per colpire obiettivi russi, secondo fonti europee, purché tali armi non siano fornite dagli Stati Uniti. Questo tema cruciale sarà al centro del primo incontro ufficiale tra Biden e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, previsto per venerdì alla Casa Bianca.

Londra ha già espresso la propria disponibilità a consentire all’Ucraina di utilizzare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontano dal confine ucraino, ma vuole il via libera esplicito di Biden per garantire una strategia coordinata con gli alleati, in particolare con la Francia, che produce un missile simile. Sebbene il presidente degli Stati Uniti non abbia ancora preso una decisione definitiva, ascolterà attentamente l’opinione di Starmer durante l’incontro.

Se Biden darà il via libera, l’Ucraina potrebbe rafforzare le proprie posizioni nelle aree di confine già sottratte alla Russia, come dimostrato durante l’incursione nella regione di Kursk. Tuttavia, il presidente americano ha esitato a permettere l’uso di armi statunitensi in questo contesto, preoccupato dalle possibili ritorsioni della Russia, che potrebbe intensificare la cooperazione con l’Iran per attaccare le forze americane in Medio Oriente.

Giovedì, funzionari della Casa Bianca hanno dichiarato che non è imminente una decisione sull’uso dei missili tattici a lungo raggio di fabbricazione statunitense (ATACMS). Tuttavia, Biden ha lasciato intendere che una maggiore flessibilità potrebbe essere in arrivo, rispondendo martedì alle insistenti richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Stiamo lavorando su questo”.

Il via libera da parte degli Stati Uniti e degli alleati europei all’uso di armi a lungo raggio potrebbe rappresentare l’ultima accelerazione dell’assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, resta da vedere quale sarà la reazione della Russia, che giovedì ha avvertito esplicitamente che l’uso di tali armi richiederebbe l’assistenza tecnica e satellitare occidentale. Questo, secondo il presidente Vladimir Putin, equivarrebbe a un coinvolgimento diretto della NATO nel conflitto.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti