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Redazione
E’ positiva la debole inversione di tendenza dopo che la spesa per i consumi finali delle famiglie nel 2013 è crollata del 7 per cento dall’inizio della crisi nel 2008 con un taglio di 57,8 miliardi toccando tutti i principali beni ma sul podio delle rinunce salgono nell’ordine vestiario e calzature (-16%) mobili, elettrodomestici e manutenzioni (-12%) e gli alimentari (-8%). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della spesa per consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat che prevede per il 2014 un aumento dello 0,2 per cento della spesa delle famiglie. Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all’anno precedente. A beneficiare di questa inversione di tendenza – conclude la Coldiretti – dovrebbe essere soprattutto il cibo che rappresenta la seconda voce di spesa nei bilanci familiari dopo l’abitazione.
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