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di Emanuel Galea
Matteo Renzi, irrompe sulla scena con la verve e la spregiudicatezza dell’inesperienza nell’istante che la gente spera che si conduca in porto alcune delle riforme da anni promesse e mai mantenute. L’ex sindaco fiorentino si affaccia su un’Italia e trova il lavoro che manca. Gli si materializza la disperazione d’intere generazioni prive di dignità, di diritti e di futuro.
A dargli il benvenuto trova una generazione senza un domani. Ad aspettarlo ci stanno la negazione dei diritti sociali e quelli civili, promesse deluse di un processo di sviluppo del Paese mai avverato. Trova una generazione smarrita, davanti a lui lo sfaldamento delle ragioni fondatrici della Costituzione, lo sfibramento del tessuto sociale. Il temerario incosciente affronta una classe dirigente che ama rivolgersi a una “società che non esiste”. Davanti al nominato Presidente si affaccia un vuoto tombale di contenuti, di sostanza, d’idee, di proposte, di quel minimo di entusiasmo e di pensiero ideologico necessario per risollevarsi, per tornare a vivere, a sperare, a sognare. Su quali alleati può contare Renzi per sollevare dal degrado un Paese in costante declino?
Rimodulare una scuola resa oggetto di proselitismo da parte di minoranze asservite a lobby internazionali che vedono nell’educazione giovanile la propagazione delle loro ideologie. Progressivamente e inesauribilmente si sono prosciugate non solo le risorse economiche ma anche quelle morali. Assieme ai posti di lavoro scarseggia l’ingegno, la creatività, la gioia di vivere. I cittadini sognano una giustizia sociale, libertà di pensiero e di espressione. Proprio in questi giorni si discute in commissione una legge restrittiva di dette libertà. Della Costituzione “più bella del mondo” rabberciata, ferita e ricucita, accorciata e dilatata, osannata e calpestata, ormai poco è rimasto.
E’ stata stravolta da mille pagine di rimandi, d’interpretazioni, convincimenti e ahimè, talvolta, da improvvisazioni. Si sta facendo dominare dal pensiero unico, a volte dettato da istituzioni internazionali. Si è, infatti, costretti ad ammettere che, ha vinto alla grande il pensiero liberista che, oltre a calpestare il senso di comunità e, di conseguenza, i diritti, la dignità e le speranze di quegli stessi individui che afferma di voler esaltare, ha inquinato il sistema politico al punto che oramai sono del tutto svalutati i partiti. Le idee dell’estravagante “uomo della provvidenza” sono destinate a fallire nell’’attimo che si scontrano con i gruppi parlamentari riottosi e animati da un inconfessabile spirito di rivalsa contro tutto e tutti in odore di novità, di riforme.
Il cittadino guarda sbigottito e Matteo Renzi rimane un enigma del domani. Sarà un sogno? Un miraggio? Al momento rimane solo una speranza.
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