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di Chiara Rai
Una politica senza rancori in nome di poltrone da conquistare e mantenere. E’ il non plus ultra, la crème de la crème concentrata per portare a casa una media tenuta. Chi ha covato astio per l’acerrimo nemico e sfidante di sempre, adesso, ne evidenzia i pregi ed è pronto a banchettarvi insieme… pubblicamente.
Perché quando si è lontano dai riflettori, l’impressione è che siano tutti fratelli senza colori: rossi, neri o a strisce non importa. In comune hanno l’appetito e quello basta a tutti per sedersi intorno ad un tavolo e dare vita alla grande abbuffata.
Questa è l’epoca della politica dell’inciucio, consumato dentro stanze fastose e apparecchiate da servi sciocchi, ma soprattutto è l’era dello snobismo degli specchi. Nessuno ha la faccia talmente pulita da poter guardarsi riflesso: ma allora perché farlo? Perché richiamare quella integrità morale frutto di convenzioni quando è l’epoca della ribollita, dei camaleonti, degli uomini e delle donne senza scrupoli neppure nei confronti dei propri figli e dei propri cari.
Quale ragionevole essere prima calunnia l’avversario e serpeggia e si spara vicendevolmente veleno e ingiuria e percuote e litiga e poi si accoppia e con edulcorante spasmodica sete di governare e rastrellare le tasche di chi si guadagna il pane con il duro lavoro, avanza calpestando l’altrui dignità ma prima di tutto la propria. Volevo attendere prima di dare un mio giudizio su questa ennesima farsa elettorale ma provo un vomitevole disgusto per chi si trascina dietro relitti affondati, per chi da una vita siede in poltrona e si ripropone come fosse una matricola alle prime armi e anche per chi vorrebbe rappresentare i sentimenti popolari ed invece vi è lontano anni luce.
Ecco ci vorrebbe una bella passata di politi candeggina per pulire tutto il marcio incrostato da anni.
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