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STAMINA L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA: SENTENZA SHOCK CHE SCUOTE POLITICA E SANITA'

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Tempo di lettura 10 minutiIl giudice Genna ordina il proseguimento delle terapie al piccolo Giole affetto da SMA

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Una sentenza che getta ombre inquietanti sull’operato di tutte le istituzioni politiche e sanitarie rimaste inerti, nonostante fossero evidenti i miglioramenti oggettivi dei malati

di Cinzia Marchegiani

Una lotta titanica, questa è la verità. Contro un sistema assurdo che vuole portare al Tribunale dei Genitori affinché sia tutelato un diritto sancito dalla carta costituzionale, il diritto a ricevere una terapia che ha salvato da morte certa il proprio bambino.

Giole è nato con una malattia genetica, la SMA (Atrofia Muscolare Spinale), una malattia che non lascia speranza, dove la letteratura medica non da alcuna alternativa e prospettiva di vita. Giole però è qualcosa di più, come i tanti bambini che per uno strano caso del destino ha voluto che seguissero una terapia ad uso compassionevole agli Spedali Civili di Brescia.

Questi malati, trascurati anche da Theleton (come il caso di Sofia Ponta) dalla medicina ufficiale, dai guru della scienza avventuristica ricca di proclami hanno scoperto un’alternativa, certo non miracolosa, perché non si cancella con un colpo di spugna una malattia degenerativa (questo l’hanno capito anche i sassi), ma assai più virtuosa, perché gli ha permesso di ottenere benefici fisiologici importanti tali da poter affrontare la quotidianità nel rispetto della dignità della vita concessagli.

La sentenza che arriva dal Tribunale di Marsala a firma del giudice Antonio Genna, custodisce in se un valore molto più grande di una semplice ordinanza. Molto spesso i detrattori di questa metodica hanno sempre puntato il dito contro i giudici che hanno dato sentenze favorevoli sostenendo che un magistrato deve valutare in base alle evidenze scientifiche…questa sentenza è l’atto con cui si vanifica questa leggenda metropolitana.

Un giudice si basa sui fatti, sui dati, al di là delle evidenze scientifiche. Se una terapia è fiorera di successi per un malato, la terapia è un ausilio che non si deve scartare, soprattutto quando c’è il pericolo di morte certa e assenza di altre terapie alternative.

Nella fattispecie la sospensione della prosecuzione delle infusioni ha fatto regredire i miglioramenti, dimostrando, con un’amara sorpresa per i benpensanti della medicina, che la sua validità è ancor più evidente. Una sentenza che farà infuriare quella scienza con atteggiamenti scientistici, che seduta dietro una cattedra inquisitrice ha cominciato a criticare, evitare il confronto, a depennare la curiosità e ha giudicato senza dimostrare l’assunto citato.

Il paradosso di questa controversa aggressione alle cure compassionevoli, forte delle mancate pubblicazioni, dei brevetti scaduti, dell’indagine dei Nas (opinabili dalla dichiarazione del documento n.173 dell’ISS) e delle ordinanze dell’Aifa alberga nelle prove tangibili fornite da questi bambini in cura agli Spedali Civili di Brescia.

La loro vita e la loro sopravvivenza inaspettata con i benefici reali smentiscono le dichiarazioni fuorvianti ormai al limite dell’accettazione umana. Queste evidenze che stranamente non sono state accertate e valutate da un Comitato Scientifico (mandato a casa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio) e tantomeno dalla Commissione Conoscitiva al Senato (che non ha messo in agenda l’ascolto delle famiglie), sono state acquisite e messe nero su bianco in questa sentenza che inevitabilmente getta un’ombra davvero inquietante sull’operato di tutti i preposti istituzionali. Il giudice Genna, da tutti acclamato umano, non ha fatto altro che mettere in pratica gli tabella di legge che tutelano il malato di fronte ad un abuso illecito del non rispetto dell’essere umano.
Anticipando il giudizio finale, il Dr Antonio Genna in una lunga scrittura spiega senza lasciare alcuna interpretazione la sua decisione, la riportiamo quasi nella sua interezza, auspicandoci possa essere un atto documentale per l’indagine dei magistrati da poco avviata:
Avuto riguardo alle peculiarità del caso, appare quindi confermata la sussistenza del quadro cautelare che legittima l’adozione del provvedimento d’urgenza a tutela del diritto alla vita del piccolo Gioele. Con riferimento al Fumus Boni Iuri è infatti innegabile che il piccolo vanta il fondamentale diritto di continuare ad essere curato con la stessa terapia che si è pacificamente rilevata satisfattiva delle aspettative di miglioramento delle condizioni di sofferenza sue proprie e dei suoi familiari. E’ giuridicamente arduo infatti non ravvisare un’atroce barbarie nel privare un malato anorché grave e senza speranza, di un sollievo ancora possibile e umanamente praticabile poiché ciò equivarrebbe a “ledere in modo delittuosamente illecito la dignità umana” e un migliore livello di benessere non solo del paziente ma anche dei familiari, i quanto assorbiti intrinsecamente nella sofferenza del proprio congiunto.
“Nel caso in esame, le evidenze storico fattuali e cliniche vissute in atti, dimostrano infatti, in maniera peraltro del tutto incontestata, che Gioele, sin dalla prima infusione con il metodo Stamina, ha manifestato sensibili miglioramenti che travalicano le ordinarie finalità e aspettative proprie di una qualunque cura compassionevole”. Partendo, infatti a causa della terribile malattia genetica che lo affligge, la SMA da un’aspettativa di vita di circa sei mesi, sta di fatto che, in seguito al trattamento con cellule mesenchimali provenienti dallo stroma osseo del padre, il piccolo è riuscito non solo a superare tale infausta previsione temporale ma ha, anzi, goduto di una sensibile e prolungata attenuazione dei terrificanti sintomi della malattia, giungendo nel giro di pochi mesi, contrariamente a quanto gli era assolutamente precluso, a respirare in modo autonomo, a sorridere ai genitori, a muovere gli arti e a crescere i proprio peso da 3,7 Kg a 11,8 Kg pienamente commisurati alla sua età di tre anni”.

Ma non solo, nel caso di specie è altresì documentata e incontestata l’assenza di qualsiasi effetto collaterale conseguente al trattamento di stamina.
Le pacifiche allegazioni attoree sul punto dimostrano, infatti che a seguito l’interruzione del trattamento, “le condizioni di Gioele hanno ripreso a regredire e sono da ultimo ritornate a livelli di alto allarme per la sua sopravvivenza” sul punto che il padre Rosario, ha, anzi, fornito precise indicazioni temporali avute dai medici che hanno attualmente in cura il piccolo, secondo cui, che non intervenga alcun fattore di sorpresa nel giro di poche settimane, le condizioni del piccolo potrebbero precipitare irreversibilmente verso un imminente decesso.

Appare dunque correlato il quadro fattuale sotteso all’invocato provvedimento e appare tanto più evidente la soluzione giuridica da adottare nel caso concreto nel potendosi apprestare la tutela cautelare negli specifici termini prospettati da parte ricorrente.

Gli interessi giuridici che verrebbero infatti, irrimedialmente conculcati in caso contrario sono, innanzitutto, il diritto alla salute e alla vita individuale, essendo evidente che il diniego del proseguimento della cura Stamina determinerebbe una vistosa e inammissibile perdita di chance di sopravvivenza e miglioramento della vita “ben potendosi, anzi, delle gravi forme di responsabilità penale a carico di soggetti che, essendo legalmente tenuti a dare seguito al presente provvedimento, abbiano contribuito ad integrare con le loro condotte omissive oltre che il delitto pp. dell' art. 388 cp, anche delle forme di contributo eziologicamente rilevante per il mancato imledimento del malaugurato evento morte, ove concretamente evitabile e rinviabile alla luce dei positivi risultati terapeutici pregressi.”

Verrebbe inoltre irrazionalmente compromesso il diritto al miglioramento della vita e della salute collettiva essendo evidente che l’immotivata interruzione del trattamento priverebbe la società umana e la comunità scientifica, della possibilità di apprezzare fino in fondo le caratteristiche, i limiti e le prospettive di un eventuale futuro sviluppo delle applicazioni terapeutiche delle cellule staminali mesenchimali, sottraendo eventuali spazi di avanzamento del progresso medico scientifico, a detrimento del miglioramento delle condizioni di vita generali.
Così il dispositivo emesso a favore di Giole, il giudice Genna ordina al legale rappresentante e al responsabile dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia di riprendere e comunque entro e non oltre il 5 maggio c.a. il trattamento terapeutico mediante la somministrazione di cellule stromali prodotte secondo la metodologia di stamina eventualmente con cellule già presenti nella struttura senza alcuna interruzione e fino all’avvenuto completamento della terapia da valutazioni ad opera del medico prescrittore.

Questa sentenza riporta negli alveoli della giustizia qualcosa che di innaturale si stava perpetrando. Ma i dubbi impietosi riguardano la funzione di una Commissione Conoscitiva che di fatto i suoi attori dovevano nei loro compiti conoscere in dettaglio i documenti ora venuti alla luce del sole, ma che erano stati sempre sotto gli occhi di tutti.

L’Osservatore d’Italia, invece di fare gossip, ha sempre cercato e pubblicato l’attendibilità dei documenti prodotti da un ministero della salute, dell’ISS, della azienda ospedaliera, e dell’Aifa stessa. Ora si è conclusa l’indagine ma è stato divorato un tempo troppo prezioso per questi malati per confutare documenti che gli stessi inquisitori dovevano conoscere.

E’ emerso la regolarità con cui le terapie compassionevoli sono state autorizzate dalla stessa Aifa. E allora il quesito fondamentale è un corale disappunto e amarezza infinita… Pietro Grasso, un illustre magistrato antimafia, non è stato visto sguainare la spada a favore degli indiscriminati, quelli che avendo un diritto acquisito da un’ordinanza non possono accedere alle terapie.

I malati ancora devono conoscere il primo tutore e garante dei diritti negati. La sua assenza denota scarsa attenzione, soprattutto perché i bambini lesi nel loro diritto sono diventati proprio tanti, e forse proprio per questo motivo non si comprende come mai, invece di essere dalla stessa parte dei malati, lo si vede impegnato all’evento con i più grandi detrattori di stamina a Palazzo Madama. Di certo ora è arrivato il momento delle riflessioni e delle risposte immediate.

Tutti a parlare di staminali ai senatori, la dr.ssa Cerbai, la ricercatrice che assieme a Elena Cattaneo fece ricorso al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato (persi entrambi) per poter opporsi al diniego dei finanziamenti per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Alcun dubbio ha imposto una verifica e monitoraggio su un grande conflitto d’interesse in questi personaggi.

Dr Gianvito Martino che assieme ad Elena Cattaneo hanno presentato una pubblicazione sulle cellule pluripotenti indotte, iPSC-derived neural precursors exert a neuroprote… [Nat Commun. 2013] – PubMed – NCBI , l’Associazione Luca Coscioni che condivide oltre che le cariche elettive con i ricercatori Michele De Luca (impegnato con la stessa senatrice in Eurostemcell, dove grazie a fondi milionari hanno sperimentato sulle cellule staminali embrionali, dichiarate dall’EMA pericolose e dalla sentenza della Corte Giustizia Europea non brevettabili), Gilberto Corbellini…anche le più grandi battaglie personali, legge 40 e uso degli embrioni, OGM, legge sull’eutanasia, e la sperimentazione animale (necessaria affinché si possano saggiare le embrionali improponibili agli esseri umani perché altamente cancerogene) oltre a pubblicare la raccolta fondi per pagare la fattura alla Cattaneo, Elisabbetta Cerbai assieme a Silvia Caragna per aver perso ai ricorsi suddetti.

Quello che agli occhi degli italiani sconcerta è nel constatare che né il Presidente del Senato, Pietro Grasso, né l’On. De Biasi, Presidente della Commissione della Sanità al Senato, non hanno messo in agenda i diritti negati dei bambini, eppure ci sono sentenze disattese, in Italia la legge dovrebbe essere uguale per tutti. Esiste ed è acclarato un processo anche dibattuto con la legge sui conflitti d’interesse la possibilità neanche tanto remota, che i ricercatori nel campo della scienza medica soprattutto, siano animati da forti conflittualità, sia nel mantenere prestigio accademico che di acquisire opportunità nell’assoggettarsi grandi finanziamenti, soprattutto perché in questo settore, tranne che il progetto sia fortemente probabile, le lobby farmaceutiche le lasciano al loro triste destino e quindi vivono solo grazie ai finanziamenti statali. Nell’editoriale su La Stampa di ieri, la stessa senatrice Cattaneo afferma che grazie all’Aifa è stata scoperta la truffa di Stamina…quale di sua grazia se i carteggi appena emersi mettono in una luce tutta da valutare l’operato dell’Aifa che sapeva dei documenti e nonostante questo ha emesso ordinanze su quei laboratori che lo stesso Tar di Brescia definisce di ottimo livello.

Ci sono documenti sconcertanti su tutta questa storia e molti cittadini auspicano che siano acquisiti al più presto, perché quando si chiede trasparenza, sempre nella stessa si deve respirare.

Dare più potere all’Aifa questo è quello che Elena Cattaneo si auspica, peccato che dalle indagini dell’Antitrust da poco concluse è emerso un potere troppo sbilanciato a favore del big pharma.

Il Giudice Genna ha valutato e un bambino è stato tutelato da un’udienza che fortunatamente i genitori si son potuti permettere, un altro colpo basso per chi non ne ha le possibilità, perché avere un avvocato che ti spiega i propri diritti è un lusso che molti malati non si possono permettere.

Questo è uno Stato di diritto? Il suo valore etico e civile non deve essere minacciato da ombre, ma essere nella pienezza della sua natura.

Gioele ha due garanti al di sopra dello Stato, di quell’onestà intellettuale messa troppo spesso in discussione e della scienza inquisitoria. Lui è vivo grazie all’amore e la tenacia dei suoi genitori. Giole è un monito per quei signori seduti su degli scranni d’oro.
In precedenza l’inchiesta de L'osservatore Italia era stata inviata al Presidente del Senato Pietro Grasso, questa sarà personalmente recapitata alla Procura che ha sentito il dovere di indagare su questo disastro senza colpevoli ma solo vittime del silenzio.

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