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Redazione
Catania – Prestavano soldi a imprenditori, commercianti e artigiani, e i tassi d'interesse raggiungevano anche il 140 per cento annuo.
Quasi tutti i componenti dell'organizzazione criminale sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catania ed eseguite dagli agenti della Squadra mobile.
In 20 sono finiti in carcere e quattro ai domiciliari mentre altre tre persone sono ancora ricercate. Molte le perquisizioni eseguite dagli oltre 200 agenti che hanno partecipato alla fase finale dell'operazione "Money Lender", e che hanno portato al sequestro di oltre 350 mila euro.
Gli arrestati, due dei quali dipendenti del ministero della Giustizia, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a usura ed estorsione, aggravate dall'utilizzo del metodo mafioso.
L'indagine della Squadra mobile etnea è iniziata nel 2008 e si è conclusa all'inizio dello scorso anno.
Intercettazioni telefoniche, ambientali, appostamenti e pedinamenti nonché approfondite analisi su conti correnti intestati agli indagati o a loro prestanome, che hanno documentato almeno 21 episodi di usura e 11 di estorsione.
Molto importante è stata la collaborazione della Guardia di Finanza che ha eseguito anche un sequestro preventivo di 800 mila euro.
Al centro dell'inchiesta i titolari di una catena di supermercati, intorno ai quali ruotava la fiorente attività parallela e illegale. Le somme date in prestito dall'organizzazione andavano dai mille ai 350 mila euro e prevedevano tassi di interesse che raggiungevano anche il 140 per cento.
Spesso gli interessi erano trattenuti alla fonte, altre volte venivano pagati utilizzando i bancomat dei supermercati.
In alcuni casi venivano anche depositati assegni in garanzia, che venivano girati ai fornitori del supermercato, ma capitava spesso che alcune vittime pagassero gli interessi utilizzando carte di credito e bancomat alle casse del supermercato.
Per chi non poteva far fronte ai pagamenti era prevista anche l'acquisizione delle attività del creditore in crisi.
Nell'inchiesta sono coinvolti divrsi presunti esponenti mafiosi della cosca 'Mattiddina', del clan Santapaola-Ercolano e del gruppo Piacenti.
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