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Editoriali

L’U.N.A.R. FUORIUSCITO DALLE LINEE GUIDA

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A tanta gente vien a pensare che l’Unar, anziché fare politica, tesa verso il trattamento di parità di diritti, tutti i diritti, fra persone, uomo e donna,combattere il bullismo a scuola, stia facendo propaganda pro gender, pro LGBT.

 

di Emanuel Galea

L'Unar è l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali,  alle dirette dipendenze del Ministero delle Pari Opportunità, Ministero Cooperazione Internazionale e Integrazione.  L'Ufficio è chiamato ad occuparsi del: Servizio per la tutela della parità di trattamento e Servizio studi, ricerche e relazioni istituzionali. Opera in attuazione della direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica. Il mandato conferisce a quest’ufficio la difesa di diritti e mai e, da nessuna parte  si legge, che a esso sia stato demandato l’incarico di fare propaganda e pubblicità a chicchessia e tanto meno di assumere iniziative atte a educare, insegnare e instillare nuove filosofie agli studenti. Il settore Crescita e Pari Opportunità  ospita  la Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna ed il Comitato per l'imprenditoria femminile. Questo è il perimetro entro il quale è chiamata ad operare secondo il dettato del legislatore. Qualsiasi iniziativa fuori di questo cerchio ricade  nella responsabilità delle autorità politiche, come giustamente ha spiegato il viceministro Guerra accompagnando  la nota di demerito  a Marco De Giorgi, il direttore dell’Unar, dopo la distribuzione dei tre volumi che  fanno parte del kit «Educare alla diversità».

Emerge chiaro che tutte le iniziative che l’Unar sta autonomamente assumendo questi giorni, esulano completamente da quelli che il legislatore ha inteso assegnare. Sorge forte il dubbio che l’Unar , l’art 29 – Attuazione della direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, trascura il fatto che si  parla di parità di trattamento fra le persone e non si è fermato alla sola parità fra uomo e donna. Parla di difesa di diritti fra persone, che riguardano la sfera della razza, lingua, origine etnica. Le iniziative a favore della “filosofia gender” e delle associazioni gay sono gratuiti ed arbitrarie. Vedo più appartenenti alla sua sfera temi del razzismo e della xenofobia, nonché sul tema fondamentale dell’inclusione dei Rom e dei Sinti”, per dirne una viene il dubbio che tutta la crociata dell’Unar non è altro che un pretesto per giustificare il ben nutrito e sempre crescente organico dei suoi uffici. Sono tanti e costosi. Alle dirette dipendenze del Direttore Generale lavorano : 3 elementi alla segreteria, un esperto ancora da nominare, un magistrato, un dirigente per trattamento pari dignità in attesa di nomina,  un Dirigente Servizio studi, ricerche e relazioni istituzionali – n.8 impiegati amministrativi –  Uno staff più che rispettabile,  per fare che cosa? Emanare direttive e raccomandazioni agli insegnanti, inviandoli  “tre opuscoli che – con tanto di loghi istituzionali -sconsigliano ai maestri di leggere in classe le fiabe perché tendono a promuovere il solo modello di famiglia tradizionale” Per un organico che può reggerel’amministrazione di un Comune, mi pare, come produzione  è un tantino scarsa.

 Quanto pesa sulla collettività? Cottarelli a Renzi : “Il nuovo governo definisca in fretta la destinazione dei risparmi che intende ricavare dalla spending review, l'Italia non può perdere tempo”.Siamo d’accordo. Il signor Marco De Giorgi,direttore dell’Unar ne prenda nota.
A tanta gente vien a pensare che l’Unar, anziché fare politica, tesa verso il trattamento di parità di diritti, tutti i diritti, fra persone, uomo e donna,combattere il bullismo a scuola, stia facendo propaganda pro gender, pro LGBT. Questo dubbio lo fa balenare ingenuamente Imma Battaglia , presidente onoraria di Gay Project ,quando dice : «Siamo a fianco di Alessio De Giorgi*, che da anni all’interno dell’Unar, porta avanti un lavoro di analisi che è punto di riferimento per tutte le vittime che l’omofobia continua a mietere in Italia a causa di una politica irresponsabile» Secondo Battaglia , Di Giorgio lavora a “uso e consumo” di una causa che “ continua a mietere vittime in Italia …”Ma quale mietitura ? Chi sono queste vittime? Leggo sulla stampa: “Andrea Troiso ha ucciso Fulli (Daniele il ragazzo gay) con un punteruolo. I due si erano conosciuti da qualche giorno e l'omicidio è avvenuto sul luogo del ritrovamento del cadavere probabilmente subito dopo avere avuto un rapporto sessuale. Dunque il movente passionale è l'ipotesi più probabile”. Quale sarebbe la politica irresponsabile in questo caso?

Questa leggenda metropolitana di una “ mattanza, vittime di omofobia” esiste solamente nella mente di chi da anni lavora per portare avanti, che cosa? L’informazione è una cosa seria, la gente è stufa del bla bla.  Quando parliamo di “tutte le vittime.” siamo coerenti, citiamo fatti ,luoghi, dati e circostanze. Il lettore ha diritto di sapere la verità. Ho letto da qualche parte e condivido pienamente il contenuto:  “Qui è il nonsense. Nelle scuole oggi non si fa apologia della famiglia eterosessuale ma si pensa ad insegnare altro. Sono coloro che si considerano "diversi" che trovino discriminazioni e intolleranza dovunque anche dove non c'é. Così si arriva all'epurazione di tutto perché tutto può essere letto in chiave intollerante e discriminatoria.”  Omnia munda mundis : Proviamo una volta tanto  di non immaginare il male dove male non ci sia e vivremo più sereni.
*Forse Battaglia voleva riferirsi a Marco Di Giorgio

 

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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