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Anguillara, Pizzorno, Bianchini e Stronati rispondono all’Amministrazione Anselmo: “Ma quale debito? Tutte fake news da Palazzo Baronale”
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6 anni faon
ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Pizzorno, Bianchini e Stronati rispondono all’Amministrazione (forse) grillina in merito alla presunta posizione debitoria ereditata dalla precedente Amministrazione: “Dal Palazzo Baronale si continuano a diffondere falsità, ma bastano pochi click sul sito del Comune per sconfessare con gli atti le menzogne stellate, individuare inesattezze e uso improprio di termini. Le fake diffuse dall’attuale Amministrazione hanno il solo fine di arginare il crescente malcontento per la inettitudine di una Giunta strapagata e virtuale”.
A prendere la parola è l’avvocato Francesco Pizzorno: “Da quando è terminato il mio mandato da Sindaco – precisa – mi sono riproposto di non intervenire nelle questioni amministrative relative ad Anguillara, sforzandomi di rimanere distante dalle polemiche, dalle diatribe e dalle provocazioni. Mi è stato insegnato che non bisogna mai riferirsi agli altri se non per parlarne bene.
Ed a proposito, su questa amministrazione, ho ritenuto, finora e per tale motivo, di non aver nulla da dire. Sono costretto, però, non per me, ma per il rispetto che nutro verso tutte quelle persone – compresi i dipendenti del Comune – che con me hanno amministrato con sforzo e dedizione per cinque anni, a fare alcune precisazioni.
Quindi, mio malgrado, nonostante i propositi iniziali, mi trovo a dover rispondere – unitamente all’attuale Consigliere Bianchini ed al già Assessore Stronati – al comunicato – sottoscritto da tutti i componenti della attuale amministrazione – comparso l’indomani della uscita del Consigliere Fioroni dal gruppo di maggioranza. A riguardo non vogliamo entrare – precisano Pizzorno, Bianchini e Stronati – nel merito delle motivazioni rappresentate dal consigliere Fioroni e dai toni ed agli epiteti usati dalla maggioranza nel detto comunicato di risposta.
E’ nostro dovere – però – chiarire un punto, proprio per il rispetto ed a tutela di chi durante il nostro mandato si è sforzato di migliorare la situazione complessiva del Comune di Anguillara.
Nel comunicato con il quale la maggioranza ha reagito alla iniziativa del consigliere Fioroni, non ci si è limitati solamente a rispondergli, ma, oltre ad indicarlo quale “Giuda” e “traditore”, lo si è accusato di essersi messo con “quelli che ci hanno lasciato un debito di 1.856.000,00 euro che oggi sono diventati 114.000,00 grazie al lavoro di questa amministrazione”.
Non abbiamo alcuna intenzione di spiegare agli attuali amministratori e in particolare alla sig.ra Anselmo, le regole del bilancio comunale, nonché la differenza tra il significato di debito, indebitamento e avanzo o disavanzo di amministrazione. Né è nostra intenzione evidenziarle il contenuto degli atti che lei stessa e la sua maggioranza hanno votato, evidentemente in modo inconsapevole. Non ne abbiamo né il tempo, né la pazienza, né – probabilmente – la capacità di farci comprendere.
Riteniamo, oltretutto, siano concetti che – sebbene da considerarsi giustificatamente difficili per i non addetti – dovrebbero essere chiari e scontati per chi si è proclamato come persona in grado di gestire la cosa pubblica.
Vogliamo – però – rivolgerci a quelle persone che – leggendo quel comunicato – potrebbero essere state tratte in errore dalle inesattezze in esso contenute. Cercheremo, quindi, forse facendo storcere il naso ai professionisti del settore, di usare un linguaggio semplice e – speriamo – comprensibile.
Nel bilancio del Comune di Anguillara non esiste alcuna somma imputabile alla voce “debito” portante quell’importo (euro 1.856.000,00), né quell’importo risulta essere prodotto da alcuna singola partita debitoria.
Basta andare a leggere il bilancio, onere che gli attuali amministratori – riteniamo – abbiano fatto prima di votarlo.
La cifra a cui fa riferimento il comunicato – pari ad euro 1.856.000,00 – non risulta, quindi, essere un debito in nessuna voce o parte del bilancio comunale.
Probabilmente, invece, cercando di interpretare il confuso senso del comunicato, ci si riferisce ad una somma imputabile a “disavanzo di amministrazione”.
Il disavanzo di amministrazione – lo precisiamo sempre per i meno esperti, i “politici” attuali sicuramente sanno di cosa stiamo parlando – è il risultato aritmetico al 31.12 di ogni anno della differenza tra due voci: da una parte devono sommarsi il saldo presente sul conto corrente dell’Ente (qualora positivo) ed i residui attivi (i crediti o accertamenti non ancora incassati) e dall’altra i residui passivi (gli impegni di spesa scaduti e non pagati) e gli importi di cui al fondo di svalutazione crediti (ora fondo crediti di dubbia esigibilità) ed al fondo rischi da contenziosi.
La differenza tra queste due voci dà il “risultato di amministrazione” che può essere di avanzo o disavanzo.
Qualora – quindi – il risultato fosse negativo si arriverebbe NON ad un DEBITO (che è tutt’altra cosa), ma ad un “disavanzo” tecnico di amministrazione.
I DEBITI sono – invece – rappresentati dai residui passivi e dai mutui contratti.
Per quello che attiene ai mutui contratti, però, c’è da precisare che questi non sono indicati complessivamente quali debiti in bilancio in quanto – in sede di risultato di amministrazione – ogni singola quota annuale di ammortamento viene pagata direttamente dalla banca tesoriera e – quindi – è già ricompresa nel saldo contabile finale.
Fino al 2014 la maggior parte dei Comuni italiani – compreso il nostro – si trovava in una situazione di avanzo di amministrazione (più semplicemente i Comuni avevano un saldo attivo).
Al 31.12.14 l’avanzo di amministrazione ad Anguillara era di euro 2.074.000,00 (attivo).
Nel 2015 è entrato in vigore per i Comuni il Decreto Lgs. 188/2011 emanato dal Governo Monti, con il quale si è passati al cosiddetto “bilancio armonizzato”.
Questo decreto ha introdotto – per la prima volta – tutta una serie di nuove regole per la redazione dei bilanci dei Comuni, impedendo la contabilizzazione di determinate poste, nonché prevedendo dei meccanismi molto rigorosi e prudenziali (qualche economista li valuta come “esageratamente” prudenziali) sui fondi di svalutazione crediti, sui fondi rischi contenziosi e sul mantenimento dei residui attivi.
Tali nuove regole, se da una parte hanno impedito politiche imprudenti, dall’altra parte hanno introdotto accertamenti molto gravosi per tutti i Comuni italiani i quali – praticamente nella loro totalità – sono andati, da un anno ad un altro, in disavanzo di amministrazione.
A riguardo l’importo del risultato di amministrazione del nuovo bilancio “armonizzato” del 2015 era pari ad un disavanzo di euro 1.856.000,00 (importo che del tutto erroneamente viene definito dagli attuali “politici” un debito) .
Proprio per equilibrare tale situazione la stessa legge inerente il “bilancio armonizzato” di cui sopra ha previsto che, accertato il disavanzo in base alle nuove regole, bastasse prevedere come copertura un importo pari ad un trentesimo di quel risultato (per ogni anno, per 30 anni).
Pertanto facendo un semplice calcolo: 1.856.000,00 : 30 = 61.882,00 euro.
Quindi l’onere del Comune di Anguillara doveva essere quello di prevedere una copertura pari ad euro 61.882,00 annua e che, per l’anno successivo, il risultato di amministrazione non fosse superiore ad un disavanzo pari ad euro 1.794.118,00 (pari ovvero alla differenza tra il “disavanzo iniziale” e il rateo di ammortamento dell’anno precedente: 1.856.000,00 – 61.882,00).
Così vale per ogni anno: ad esempio per il terzo anno il risultato di amministrazione non deve essere superiore ad un disavanzo pari ad euro 1.732.236,00 (disavanzo anno precedente meno il rateo di ammortamento: 1.789.000,00 – 61.882,00) e così via fino all’esaurimento del disavanzo medesimo.
In ogni caso è doveroso precisare che – continuano Pizzorno, Bianchini e Stronati – il risultato di amministrazione derivato dal bilancio 2016, l’ultimo approvato dalla nostra amministrazione, aveva già portato ad una consistente diminuzione del disavanzo, il quale – sempre nel rispetto della nuova normativa “Monti” – si era ridotto ad euro 567.824,93 – somma notevolmente inferiore a quella di euro 1.856.000,00 che gli attuali amministratori affermano – erroneamente – di avere “ereditato”.
Tale circostanza può essere facilmente verificata dalla lettura del “Rendiconto del Bilancio esercizio finanziario 2016” e può essere confermata dallo stesso attuale Responsabile della Ragioneria.
Giova far presente, in ogni caso, che, nonostante le nuove rigorose regole imposte dalla normativa di cui al decreto Monti, ancora oggi (volendo) si possono attuare degli accorgimenti per poter “artificiosamente” ridurre tecnicamente il disavanzo e portarlo entro i limiti imposti.
Ad esempio mettendo i fondi svalutazione crediti al minimo di legge, mantenendo a bilancio residui attivi molto vecchi e di difficile se non impossibile incasso, o prevedendo un fondo rischi contenzioso non congruo agli importi delle cause pendenti. “Su tale argomento in sede di approvazione dell’ultimo bilancio ho fatto – precisa il consigliere Bianchini – una specifica interrogazione per la quale sono ancora in attesa di risposta e di cui darò conto alla cittadinanza”.
Qualora, ad esempio, si mettesse a bilancio una somma non congrua nel fondo rischi contenzioso (in riferimento ai giudizi pendenti), in un primo momento il disavanzo sembrerà minore, e rientrerà nei parametri di legge, ma poi, qualora fosse pronunciata una sentenza sfavorevole in una delle predette cause pendenti, si dovrà porre in essere una variazione di bilancio spostando dei fondi previsti in altri capitoli (manutenzioni, strade, servizi sociali, etc.) nel capitolo “spese per contenzioso”. Invitiamo chi sia interessato a verificare sull’albo pretorio quanto ultimamente disposto dall’Amministrazione – compresa la variazione di bilancio in negativo – in esito alla pubblicazione della sentenza della causa “Pito Pito”.
Ed ancora, qualora si mantenessero in vita crediti (residui attivi) di difficile se non impossibile incasso, in un primo momento il disavanzo diminuirebbe, ma dopo, conclamata la inesigibilità di quei crediti, comincerebbero i problemi (che graveranno probabilmente sulle spalle delle amministrazioni future).
Quindi l’avanzo/disavanzo di amministrazione è totalmente altra cosa rispetto al “debito”. Il debito ha un importo certo ed un creditore identificato, mentre il risultato di amministrazione (in avanzo o in disavanzo) è un fattore tecnico che può essere manipolato e – per certi versi – “gestito”. Basta aumentare o diminuire il fondo rischi contenzioso o mantenere e non svalutare alcuni residui attivi per modularlo, almeno entro certi limiti.
Alla fine – però – i nodi vengono sempre al pettine – concludono Pizzorno, Bianchini e Stronati.
E’ facilmente verificabile che nel 2016, anno del “passaggio di consegne”, la situazione del Comune di Anguillara fosse buona e che gli attuali amministratori non si sono trovati in alcuna grave situazione debitoria, soprattutto pari ad euro 1.850.000,00, riferendosi tale importo non ad un debito, ma ad un disavanzo “tecnico” di amministrazione che, comunque, al momento del loro insediamento era notevolmente inferiore.
Infatti – lo ripetiamo – l’ultimo bilancio approvato nel 2016 dalla nostra amministrazione ha comportato un risultato di amministrazione con un disavanzo ridotto ad euro 567.824,93.
Nei cinque anni in cui abbiamo amministrato è diminuito l’indebitamento, sono stati quasi azzerati i debiti fuori bilancio e, al contrario, il saldo di cassa è progressivamente aumentato ed ha chiuso positivamente. Tutti dati facilmente verificabili e certificabili dallo stesso nuovo Responsabile dott. De Rose.
I nuovi amministratori – pertanto – invece di trovare false giustificazioni alle loro mancate promesse scaricando inesatte responsabilità su “quelli di prima”, si preoccupassero di “quelli di dopo” evitando di generare nuovi “debiti”, astenendosi dal contrarre nuovi esosi mutui privi di copertura certa (“anche su questo punto ho, a suo tempo, presentato una interrogazione” – precisa il consigliere Bianchini – limitassero il conferimento degli incarichi esterni ed evitassero di trasformare le cause pendenti in arbitrati”.
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