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Redazione
Bari – Per costringerlo a pagare 1500 euro al mese hanno brutalmente aggredito, davanti alla moglie, un imprenditore edile barese rischiando di fargli perdere un occhio. La vittima 41enne, sebbene gravemente ferita, ha trovato il coraggio di denunciare i fatti ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari che, in poco tempo, sono riusciti ad identificare tutti gli aggressori. Si tratta di sette soggetti, di Bitritto e di Ceglie del Campo, ritenuti vicini al clan Di Cosola, arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso, lesioni personali gravissime e violazione della sorveglianza speciale.
I fatti risalgono alla fine dello scorso anno quando, in due distinte occasioni, hanno avvicinato la vittima minacciandola di gravi ritorsioni nei suoi confronti. In particolare nel mese di:
– ottobre si sono portati nel barese presso un cantiere edile dell’imprenditore costringendolo a pagare 1500 euro al giorno per poter continuare a lavorare in quel luogo. Il 41enne, non acconsentendo alla richiesta estorsiva, decideva di chiudere il cantiere;
– dicembre invece, considerato che la vittima vantava crediti per centinaia di migliaia di euro per dei lavori svolti in tutta la provincia di Bari per conto della ditta di uno degli arrestati, le davano appuntamento all’interno di un garage nel barese dove l’imprenditore si recava a bordo della sua auto in compagnia della moglie. All’interno del locale hanno dapprima minacciato l’uomo intimandogli di non pretendere il pagamento di alcun credito e successivamente mentre uno di loro tratteneva l’imprenditore gli altri aggredivano l’uomo con calci e pugni procurandogli fratture multiple al viso, distorsioni ed ecchimosi su tutto il corpo. Nonostante l’uomo fosse disteso a terra, gli aggressori, davanti agli occhi della moglie, continuavano a colpirlo riferendogli che quella stessa sera sarebbe morto.
Tratti in arresto i sette sono stati associati presso le case circondariale di Bari, Taranto e Lecce.
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