Connect with us

Cronaca

Ravenna: cinque arresti per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

RAVENNA – Alle prime ore del mattino militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ravenna, nei confronti di cinque persone indagate per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio con l’aggravante della transnazionalità del reato.

Il provvedimento cautelare è stato adottato sulla scorta delle risultanze delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno fatto luce sul fallimento di una storica società ravennate già operante nel settore della grande distribuzione di prodotti alimentari e da panificazione, deliberatamente condotta al fallimento attraverso una sistematica opera di spoliazione del patrimonio aziendale.

Le attività investigative hanno permesso di appurare come gli arrestati, attraverso la costituzione di società italiane ed estere e l’apparente giustificazione di rapporti commerciali in realtà inesistenti, fossero riusciti nell’intento di drenare ingenti disponibilità finanziarie dai conti della società fallita, dirottandole verso rapporti bancari di altre imprese a loro riconducibili, causandone deliberatamente lo stato di irreversibile decozione.

L’indagine, avviata circa due anni fa, è scaturita da un esposto presentato da alcuni soci di minoranza dell’importante azienda ravennate, costituita in forma di cooperativa circa cinquant’anni or sono, che nel tempo è divenuta una realtà di riferimento nella fornitura di prodotti alimentari per la ristorazione e la panificazione anche a livello nazionale, con tre unità produttive a Ravenna e nelle province di Pesaro e Venezia.

L’attività investigativa, eseguita anche con l’ausilio di indagini tecniche, di indagini finanziarie e corroborata dall’esame di copiosa documentazione sequestrata nel corso di numerose perquisizioni eseguite in Emilia-Romagna, Lombardia e nel Lazio, ha consentito di accertare come, a partire dal mese di luglio 2014, la proprietà dell’impresa, facente capo ad un noto professionista di Ravenna, avesse architettato una vera e propria strategia predatoria del patrimonio societario, poi concretizzata a seguito del subentro di un imprenditore modenese nella titolarità dell’azienda.

Infatti, dopo aver rilevato l’impresa senza pagamento di alcun reale corrispettivo, l’imprenditore di Modena, avendo a completa disposizione i conti correnti ed i titoli di credito (cambiali e/o assegni bancari) della società, distraeva quasi due milioni di euro di risorse finanziarie a favore di aziende a lui riconducibili. Oltre un milione di euro sono fuoriusciti dai conti societari per il pagamento di fittizie operazioni commerciali con società riferibili agli arrestati con sede a Cuba, in Messico, in Gran Bretagna ed in Romania, autoriciclando i proventi della bancarotta fraudolenta.

Parte di tali somme è poi rientrata nella disponibilità del precedente proprietario della società, il professionista ravennate, che le ha utilizzate per acquisire le quote e quindi il controllo di un’impresa immobiliare, l’unico asset che era rimasto nel patrimonio aziendale della fallita.

Anche il parco auto della società, infatti, composto da 7 autovetture, è stato completamente depredato a favore di società dell’imprenditore modenese, che lo hanno rilevato senza alcun reale pagamento; così come il magazzino merci dell’impresa ravennate, ormai decotta, è stato interamente ceduto sottocosto ad un’altra società, costituita ad hoc e riconducibile sempre al soggetto di Modena, che una volta rivenduti tutti i beni ha cessato l’attività.

Oltre alla misura cautelare personale nei confronti dei cinque responsabili della bancarotta fraudolenta e dell’autoriciclaggio, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna ha altresì accolto la richiesta della Procura della Repubblica di disporre il sequestro anche delle quote della società immobiliare acquisita dal professionista ravennate con i proventi illeciti autoriciclati, per un controvalore di circa 1,3 milioni di euro.

Cronaca

Macabro ritrovamento a Vignale: Il mistero dei resti di neonati in una villetta di Parma

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

A Vignale di Traversetolo, Parma, la scoperta dei resti di un neonato e forse di un altro bambino ha sconvolto la tranquilla comunità. I corpi, rinvenuti in un giardino di una villetta abbandonata, hanno portato all’accusa di omicidio e occultamento di cadavere per una ragazza di 22 anni. L’autopsia sul primo neonato ha confermato che il piccolo era nato vivo, ma le cause del decesso restano ignote. Le indagini proseguono sotto il massimo riserbo, con i RIS sul posto e la villetta sotto sequestro.

A dare l’allarme è stato un vicino, e i resti sono stati ritrovati a distanza di un mese l’uno dall’altro. La comunità di Traversetolo, circa 10mila abitanti, è sotto shock, e i dettagli emersi non fanno che aumentare l’angoscia. Il sindaco Simone Dall’Orto ha descritto il quartiere come un’area benestante e tranquilla, dove nessuno si sarebbe aspettato una tragedia del genere.

Gli inquirenti stanno interrogando la giovane e il suo fidanzato, cercando di capire se la ragazza abbia agito da sola o se ci siano stati complici. Il fidanzato, che ha dichiarato di non sapere nulla della gravidanza, ha affermato che la loro relazione si era raffreddata negli ultimi tempi. Un dettaglio significativo è che la giovane era appena tornata da un viaggio in America, postando foto sui social mentre emergevano le notizie sul ritrovamento del cadavere.

La vicenda è ancora avvolta nel mistero, e si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero portare alla scoperta di altri corpi e chiarire le dinamiche di questo oscuro dramma.

Continua a leggere

Cronaca

Germania, stretta sui controlli ai confini: un esempio per l’Italia?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il governo tedesco introduce controlli rigorosi. Italia pronta a valutare la stessa via per la sicurezza nazionale

Il governo tedesco ha deciso di ripristinare i controlli alle frontiere per sei mesi, sospendendo temporaneamente l’accordo di Schengen. L’iniziativa, annunciata dal cancelliere Olaf Scholz e dal ministro dell’Interno Nancy Faeser, mira a combattere l’immigrazione clandestina e identificare potenziali estremisti islamici. Faeser ha dichiarato: “I controlli ci permetteranno di fermare i criminali e proteggere la sicurezza nazionale”.

In Italia, il governo osserva con attenzione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha elogiato l’approccio tedesco, affermando che “l’Italia dovrebbe considerare misure simili per garantire il controllo dei flussi migratori e migliorare la sicurezza”.

Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso sostegno all’iniziativa, sottolineando la necessità di un rafforzamento delle frontiere esterne dell’UE.

Dall’opposizione italiana, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato la misura, sostenendo che “questo approccio può danneggiare la solidarietà europea”. Schlein ha insistito sulla necessità di politiche migratorie basate sulla condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.

Sul fronte tedesco, i Verdi hanno espresso perplessità, ribadendo che i controlli non devono compromettere i diritti umani e chiedendo una maggiore attenzione agli aspetti umanitari della migrazione. Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), invece, ha applaudito la decisione, richiedendo controlli ancora più severi.

Queste misure giungono in un momento in cui l’Europa è di fronte a una crescente pressione migratoria, e la cooperazione tra gli Stati membri appare cruciale. L’approccio della Germania, sebbene temporaneo, potrebbe fornire spunti per l’Italia, che sta cercando soluzioni a lungo termine per affrontare la gestione dei flussi migratori.

Meloni: Lavoriamo a soluzioni innovative sui migranti, occhi puntati sul modello Albania

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito la volontà di esplorare nuove strategie per la gestione dei migranti, con particolare attenzione al protocollo Italia-Albania. Meloni ha dichiarato che il progetto richiede ulteriore lavoro, ma potrebbe rappresentare un modello innovativo in Europa per processare le richieste d’asilo. Sottolineata anche la necessità di intensificare la lotta al traffico di esseri umani, unendo forze di sicurezza e intelligence.

Continua a leggere

Cronaca

Tentato assassinio a Donald Trump: Fermato un 58enne armato di AK47 in Florida

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Un nuovo attentato contro Donald Trump è stato sventato mentre l’ex presidente giocava a golf nel suo club di West Palm Beach, Florida. Ryan Wesley Routh, 58 anni, proveniente dalle Hawaii, ha puntato un fucile contro Trump. Un agente del Secret Service ha individuato l’arma e aperto il fuoco, mettendo in fuga Routh, poi arrestato senza opporre resistenza. Il sospettato è ora sotto custodia della polizia.

L’FBI ha avviato un’indagine sul tentato omicidio, mentre il movente di Routh rimane oscuro. Tra i suoi post sui social, si evidenzia un forte interesse per la guerra in Ucraina, dove ha tentato di reclutare persone per la causa di Kiev.

L’ex presidente Trump, rassicurando i suoi sostenitori, ha dichiarato: “Sto bene, non mi arrenderò mai”. Questo è il secondo attentato nei suoi confronti in due mesi, aumentando le preoccupazioni per la sua sicurezza.

Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris sono stati tempestivamente informati dell’episodio. Harris ha espresso sollievo dichiarando: “Sono felice che stia bene. La violenza non ha posto in America”. Anche Biden ha condannato l’episodio, sottolineando l’importanza della pace e della sicurezza nel paese.

Le misure di sicurezza attorno a Trump sono state intensificate, con la presenza di cecchini a protezione immediata durante l’evacuazione. Le indagini proseguono, mentre l’episodio aumenta la tensione in vista delle prossime elezioni, a soli 51 giorni dall’apertura dei seggi.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti