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Politica

Vaccini, Lega e M5S divisi. Giulia Grillo: “Sono io il ministro della Salute, tocca a me!”

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Nella maggioranza Lega e 5 Stelle si dividono sulla questione dei vaccini. Cavallo di battaglia tradizionalmente grillino ma cavalcato da qualche tempo da Matteo Salvini, il quale apre a freddo la questione con un’intervista. Ma, a differenza di altri episodi analoghi che si sono succeduti nei giorni scorsi, questa volta i partner di governo reagiscono. Prima con Luigi Di Maio, che usa toni ancora felpati; poi con Giulia Grillo, che sbotta: il ministro della Salute sono io, e tocca a me.

“Già ne ho ragionato con il ministro Grillo”

In mattinata si registra l’ennesima fuga in avanti del leader della Lega. “Dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi”, dice il ministro dell’Interno in un’intervista radiofonica. “Garantisco l’impegno preso – aggiunge – di permettere che tutti i bimbi possano andare a scuola, possano entrare in classe. Al governo siamo in due, c’è un’alleanza e bisogna ragionare con gli alleati. Ho già iniziato a ragionare col ministero della Salute Grillo, ma di certo questi bambini non devono essere espulsi”.

Cosa intende, il leader leghista? A tutta prima si direbbe che voglia dire: voglio l’abolizione dell’obbligo vaccinale, e già sto dando disposizioni al ministro della Salute. Che è del M5S.

La prima reazione è della Lorenzin

Risponde per prima Beatrice Lorenzin, che ha guidato il dicastero della salute fino alle elezioni del 5 marzo. “Il ministro Salvini dice di ritenere le vaccinazioni inutili, pericolose e dannose: è un’affermazione grave sia nella forma che nella sostanza.”, attacca. E poi mette il dito nella piaga: “Che sia il ministro degli Interni a dettare la linea sulla sanità è un fatto che non ha precedenti nella storia recente della Repubblica”.

Nemmeno Di Maio gradisce

Diplomatica, ma chiara, la risposta di Luigi Di Maio: “Il contratto parla chiaro. Vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, assicurando comunque una tutela vaccinale ai nostri bambini. Poi ognuno ha la sua idea sui vaccini e la nostra la conoscete”.

Fuori del governo si affonda il colpo

La presa di distanza non basta alle opposizioni. “Ecco il povero Di Maio all’inseguimento della salvinata sui vaccini fare una dichiarazione che sintetizza la nota mancanza di idee del M5s. Imbarazzante”, scrive su twitter Alessia Morani, deputata del Partito democratico. Il tono, la scelta delle parole e la sostanza lasciano capire che sulla tendenza di Salvini a vestire i panni di tutti gli altri ministri si concentreranno gli attacchi del Partito Democratico da oggi in poi, adesso che si intravede una crepa nel muro della maggioranza.

Più distaccata nei toni, ma ugualmente pungente la posizione di Forza Italia.  “Su un tema così delicato come i vaccini ci aspettiamo che il governo abbia, nel più breve tempo possibile, una posizione comune, seria e chiara”, fa sapere Mariastella Gelmini, capogruppo del partito berlusconiano alla Camera dei Deputati. E aggiunge: “Non fanno bene fughe in avanti di singoli ministri e i contrasti all’interno dell’esecutivo. Non si scherza con la salute dei bambini!”.

Medici contro

Del resto il mondo dei medici si schiera in blocco contro l’idea di Salvini. “I 10 vaccini sono sicuri, efficaci e indispensabili a garantire la protezione di tutta la popolazione verso malattie gravi, pericolose e potenzialmente mortali”, afferma il presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), Alberto Villani. Gli fa eco la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri: “Sull’efficacia dei vaccini ribadiamo le nostre convinzioni, che derivano dai dati presenti in letteratura e scientificamente provati. Il governo, da parte sua, ha l’onere di mettere in atto provvedimenti efficaci e scientificamente provati per salvaguardare la salute degli italiani”.

Il ministro perde la pazienza

“Voglio ribadire ancora una volta, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria. E che in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione”. A dirlo è Giulia Grillo, titolare del dicastero della Salute e indicata, al momento del giuramento, come no vax. Un’ipotesi da lei stessa smentita subito dopo.

Ma il ministro non si ferma qui. “Tutte le polemiche sono solo strumentali e finalizzate a creare un circo mediatico che a me non interessa alimentare”, aggiunge,  “Prenderemo le decisioni opportune in accordo con gli alleati di Governo, ma chiaramente si tratta di un tema che deve essere discusso anzitutto dal ministero della Salute”. Come dire: ognuno al suo posto. È la prima volta che Salvini se lo sente dire dal giorno della nascita del governo.

Salvini chiude l’incidente

Colto quasi di sorpresa, Salvini fa circolare una precisazione che sa di volontà di chiudere la faccenda. “Ringrazio il ministro Grillo, sua è la competenza sui vaccini, condivido il suo pensiero, a questo ci atterremo e al contratto di governo”, fa sapere, “Anche a me, da papà e da ministro, sta a cuore la salute dei bambini e che a tutti sia garantito l’accesso al nido, alla scuola dell’infanzia e alle classi successive. Con tanti medici – prosegue Salvini – condivido l’idea che sia meglio educare ai vaccini piuttosto che obbligare. Ci stiamo lavorando, l’importante è che a settembre tutti i bambini possano entrare in classe”. E si spera che torni il sereno.

Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Castelli Romani

Monte Compatri, è scontro a colpi di post tra il sindaco Francesco Ferri ed il consigliere Marco de Carolis

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Lo scontro monticiano all’indomani del Consiglio Comunale di venerdì prosegue serrato sempre a colpi di post su Fb.
Da una parte l’attuale sindaco, Francesco Ferri, dall’altra il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri.
Stavolta la “tenzone” si sposta su l’ex Centro Logistico dei Rifiuti che, con ordinanza sindacale n. 14 del 21 maggio 2024 il sindaco di Monte Compatri sceglie quale sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C. (ricordiamo che trattasi dello stesso centro che con nota prot. 133430 portava la Tekneko a richiedere una “delocalizzazione del Centro Logistico di via delle Cannetacce in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di Raccolta comunale sito in Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana” confermata con delibera di giunta n. 64 del 9 maggio 2024, ed oggetto, successivamente al malore di Marco, il dipendente Tekneko licenziato, di verifica da parte dell’Ispettorato del Lavoro che stante alle parole del rappresentante sindacale Cobas “non idoneo”).

il post del sindaco di Monte Compatri, Francesco Ferri

Per primo, nelle prime ore del pomeriggio di domenica, il sindaco Francesco Ferri da “in pasto” alla rete la pec del consigliere de Carolis con un post titolato “Giù le mani dalla Protezione Civile”.

la pec del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis

Nella pec, datata 16 luglio 2024, il consigliere de Carolis chiede alla Polizia Locale ed ai Carabinieri di Monte Compatri di “accertare” che i lavori compiuti dentro tale struttura, tenuta in consegna da Tekneko, come indicato dalla PEC, fino al 27 giugno 2024 con la restituzione delle chiavi, fossero stati eseguiti “nel rispetto della normativa vigente urbanistica (ovvero fossero stati autorizzati dall’Ente preposto)”.
Il sindaco parla di “… lavori di “edilizia libera” indispensabili se si voleva fronteggiare con determinazione e immediatezza ogni possibile criticità. Vedi l’emergenza incendi che in queste ore sta affliggendo drammaticamente il nostro territorio …”, e prosegue indicando che “… lo stabile in prossimità del centro urbano, oltre ad essere strategico per la tempestività con cui si possono garantire i singoli interventi, riesce ad ospitare la vasca di oltre 20.000 litri a servizio degli elicotteri di Protezione Civile Regionale, non ultimo tutte quelle infrastrutture tecnologiche in grado di assolvere ad ogni risposta e comunicazione con la Sala Operatoria …”.
Nel concludere definisce la pec inviata dall’ex sindaco de Carolis “il tentativo di fuggire con un certo imbarazzo a quanto richiesto a Carabinieri e Polizia Locale” e la stessa ricalchi “… l’inadeguatezza di certi Consiglieri Comunali che preferiscono la guerriglia politica, anziché stringersi al prezioso lavoro dei Volontari …”.

il post del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis

Per tutta risposta, poche ore dopo, il consigliere de Carolis, con la sua “ironia proverbiale” risponde che “… sia nella mozione che nella PEC, non si menziona mai l’Associazione Beta 91 né la Protezione Civile. E non si menziona semplicemente perché la Protezione Civile non c’entra nulla …” e rincarando la dose aggiunge “… nell’intervallo temporale suddetto (dall’ordinanza sindacale del 12 maggio alla restituzione delle chiavi all’amministrazione comunale il 27 giugno nds), non c’è neanche l’ombra della Protezione Civile, nulla di nulla. Tirare in ballo il nostro Corpo di Volontari per farsene scudo a fronte di una condotta politico-amministrativa che andrebbe invece spiegata ai cittadini alimenta i dubbi, anziché fare luce su una vicenda a dir poco opaca.
Visto il precedente, con il malore di un dipendente completamente ignorato da sindaco e assessori, come consigliere di opposizione mi sembra il minimo assicurarmi della correttezza formale e sostanziale di interventi che possono incidere sulla sicurezza dei luoghi di lavoro …”
.
Quello che appare da un confronto dei due post è semplice:
Tekneko con nota 3385/24 del 12 maggio 2024 comunicava al Comune, stante la pec inviata dal consigliere de Carolis, che il Centro Logistico sarebbe rientrato nelle disponibilità del Comune ma, prosegue la PEC, “senza tuttavia procedere alla restituzione delle chiavi”;
il sindaco con ordinanza sindacale del 12 maggio destina i locali a Centro Operativo Comunale;
il 27 giugno la Tekneko restituisce le chiavi al comune e, all’ingresso nella struttura con sopralluogo da parte del Responsabile Ufficio Ambiente, Michela del Frate, l’amministrazione comunale sembrerebbe trovarsi di fronte a locali “oggetti di manutenzione straordinaria”, come indicato dalla pec a firma del consigliere de Carolis..
Una “battaglia di post” che sta portando diverse fazioni sulle opposte barricate dimenticando la necessità da parte dell’intera classe politica monticiana di dare risposte a quesiti posti e manifestati.
Quello che non è abbastanza chiaro dalle dinamiche e dalle risposte dei due post è chi sia l’autore di detti lavori e chi ne sia, chiaramente, il committente visto che il Comune rientra in possesso di detti locali solo alla data del 27 giugno 2024.

Anche stavolta proveremo a chiedere anche noi all’amministrazione di Monte Compatri chi sia stato effettivamente il committente di detti lavori e quale sia stato il motivo della lunga attesa per la restituzione delle chiavi da parte di Tekneko.

nella foto di copertina dell’articolo l’ex Centro Logistico dei Rifiuti del Comune di Monte Compatri in via Fontana delle Cannetacce, oggi sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C.

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Castelli Romani

Monte Compatri: non si placano le polemiche post Consiglio Comunale

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Non si placano le polemiche all’indomani del Consiglio Comunale di Monte Compatri del 26 luglio scorso (vedi nostro articolo https://www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-divampano-le-polemiche-dopo-il-consiglio-comunale-del-26-luglio/).

uno dei post del presidente della Protezione Civile Beta ’91 – Monte Compatri

Stavolta interviene sui social anche il presidente delle Protezione Civile Beta’91 – Monte Compatri, Andrea Sciacqua, responsabile del cantiere Tekneko sempre nello stesso comune, che, dopo un post in cui si rivolgeva in modo “ironico” ad un consigliere comunale non meglio identificato “e anche oggi siamo andati al mare consigliere …”, oggi pomeriggio, in un lunghissimo post di sfogo attacca alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Monte Compatri, che, stante le sue parole, “agiscono di sponda servendosi di seconde o terze persone per colpirti nel tentativo subdolo di estrometterti da ogni ruolo o ambito.”.

l’inizio del lunghissimo post di sfogo di Andrea Sciacqua pubblicato su fb

Un’accusa forte all’indirizzo di alcuni consiglieri comunali di minoranza corredata da alcune fotografie che lo mostrerebbero lo stesso Sciacqua coinvolto in una ipotesi di reato ex art. 595, comma 3, e 612 c.p. (diffamazione a mezzo stampa e minaccia n.d.s.) ed una citazione per i fatti inerenti alla rimozione, il giorno 11 marzo 2024, del lucchetto del Centro Sportivo di Monte Compatri.

la citazione ex art. 161 comma 1 c.p.p. dove si informa Andrea Sciacqua delle ipotesi di reato
la citazione sui fatti occorsi l’11 marzo 2024 presso il Centro Sportivo di Monte Compatri

Lo stesso Andrea Sciacqua risulterebbe essere, poi, lo stesso responsabile del cantiere Tekneko che consegnò l’ordine di servizio a Marco, il lavoratore poi licenziato, che la mattina del 24 aprile rischiò di morire (leggi intervista completa al link www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-caso-tekneko-intervista-a-domenico-teramo-responsabile-cobas/).
Una situazione preoccupante perché mostra l’acuirsi di un confronto politico ben oltre le sale di Tinello Borghese ed evidenzia, con veemenza, come la situazione locale stia scemando in un confronto più personale che sui contenuti aggravato da risvolti giuridici che corrono il rischio di poter estromettere “sulla carta”, alcune figure coinvolte, da quel ruolo di “terzietà istituzionale” che dovrebbe appartenergli.

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