Connect with us

Editoriali

Il ricatto morale, scudo di immigrati

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

A monte della scomposta bagarre in corso, la rissosa ed aspra polemica, supera a volte ogni decenza, come nel caso delle frasi “ipocrite” proclamate da qualche capo di stato e altre frasi volgari pronunciate da dirigenti del partito di sua appartenenza. Travolto da un grande dibattito, in gran parte ideologizzato, il caso Aquarius ha il merito di avere scoperchiato impegni disattesi, diritti contestati e assurde invasioni di campo da stroncare. Gli attori sul proscenio sono l’Europa, il governo italiano e le organizzazioni non governative. Come è stato detto da qualche parte, Salvini ha gettato un masso nel mediterraneo e rischia di scompaginare i progetti politici e commerciali di chi giudica “Roma, cinica e irresponsabile”. Il vaso di coccio tra questi tre vasi di ferro, ahinoi, questa volta lo fa l’immigrazione non governata.

Le Ong si fanno scudo del profugo

In una delle tante trasmissioni trash di questi giorni, si è aggiunta al coro dei “chi la spara più grossa”, la portavoce AOI, Silvia Stilli che intervenendo sul blocco dei porti alle navi delle Ong, la signora Stilli, non si sa a quale titolo, si è dichiarata disponibile ad incontrare il ministro Salvini per discutere il problema immigrazione. Qualcuno ha mormorato: Silvia Stilli chi? Le Ong sono un corpo estraneo al governo del paese e qualcuno bisogna che si dia una calmata. Il Registro delle associazioni e degli Enti che svolgono attività (le più svariate) a favore degli immigrati superano di gran lunga il numero 750. Più che ovvio che tutti, proprio tutti sarebbero disponibili a partecipare e discutere dei problemi dell’immigrazione. Sull’organo ufficiale della AOI, la Stilli non si sdegna di fare scudo di storie pietose, un logorato dejà-vue, per difendere il suo punto di vista personale.

Scrive fra tante imprecisioni la Stilli:

“623 disperati, anche bambini, raccolti nel Mediterraneo dalla nave Aquarius, sono bloccati davanti alle nostre coste: in fuga da morte e sofferenze, guerre, povertà e fame, scampati a lunghi viaggi nel deserto, sfuggiti talvolta alle torture nei centri di detenzione in Libia, con i segni nel corpo e nell’anima delle violenze degli scafisti.” Chiude la batteria pirotecnica con: “A loro il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta negando la speranza di vivere”. Il suddetto pezzo ricorda tanto la monotona tiritera dei questuanti rom presenti all’uscita delle chiese: mamma morta, tre fratellini da sfamare, nonno in ospedale, bambina piccola molto malata….” In un suo articolo apparso su La Nuova Bussola del 12 giugno, Andrea Zambrano pone una domanda molto pertinente: che ci fanno i giornalisti a bordo della nave della Ong Aquarius? Altri chiedono: chi li ha chiamati? Per quale scopo umanitario-pubblicitario? Un fatto, se per null’altro, rimane molto curioso e fa pensare che l’operazione sia stata preparata preventivamente. Cosa doveva fotografare la stampa-umanista? Senza meno i volti sofferenti delle donne, gli sguardi stanchi dei bambini, qualche anziano? Doveva fare colpo la “pietas” e lo “xenofobo” governo italiano appena insediato, ne doveva uscire fuori con le ossa rotte.

L’Europa e lo scudo umanitario

Il macigno che Salvini ha gettato nello stagno mediterraneo ha causato uno tsunami. Le sue onde anomale già lambiscono gran parte del vecchio continente e qualcuno dovrebbe evitare che si propaghino ulteriormente. L’Europa dovrebbe uscire fuori dalle sue incongruenze. Sta vietando i respingimenti e nello stesso tempo sta chiudendosi a riccio dentro i suoi confini, puntando il dito indice verso chi si azzardi a ribellarsi contro siffatta ingiustizia. Anche il divieto dei respingimenti può, in qualche modo, essere considerato un ricatto, uno scudo anomalo. Il 10 luglio 2014, la Adnkronos/Aki, riportava: Il movimento islamico Hamas invita i palestinesi della Striscia di Gaza a fare da scudi umani contro i raid aerei israeliani. “Chiediamo che venga seguita questa pratica”. Una tattica come un’altra per cautelarsi contro un pericolo. Qualcuno nel paese della “belle époque” la definirebbe “vomitevole” L’Europa non dovrebbe rincorrere Hamas.

Salvini chiama e l’Europa s’e’ desta

Mentre le Ong si proteggono e si difendono prendendo in consegna dalle mani degli scafisti, immigrati clandestini decisi ad affrontare la traversata, embedded fotografi e giornalisti fanno circolare la notizia; Mentre fino a ieri la sinistra accucciata nel suo vassallaggio verso Bruxelles, con gran pace dell’establishment, l’Europa si sentiva forte e con la coscienza a posto, elargendo al Belpaese l’obolo della vedova, intimando porti aperti e divieto assoluto ai respingimenti, qualcosa di strano è successo. Il principe ha baciato la bella assonnata e l’Europa si è svegliata. Oramai il dado è tratto e l’incanto si è rotto! Non c’è migliore finale a questa storia che seguire il noto principio: “Fai ciò che devi, accada quel che può”

Emanuel Galea

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

Continua a leggere

Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

Continua a leggere

Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti