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Editoriali

ROMA, OMICIDIO A PIAZZA BOLOGNA: UNA STORIA DI SICARI, MANDANTI E SERVIZI SEGRETI. TRA CRIMINOLOGIA E INDAGINI

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Tempo di lettura 3 minuti La metodologia di investigazione moderna ha dimenticato l’essenza della criminologia, una scienza che non può solo affidarsi alle analisi del DNA, ma che deve riscoprire lo studio del particolare

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di Cinzia Marchegiani

Roma – Alla Sala Rubino non c’era un posto libero, fans e appassionati di storia e cronaca erano tutti ad attendere la conferenza stampa con cui Armando Palmegiani e Fabio Sanvitale hanno presentato lo scorso 6 dicembre la loro new entry "Omicidio a Piazza Bologna", capolavoro inedito di un fatto storico che ha lasciato segni evidenti nell’immaginario collettivo.  Una serata dedicata non solo alla lettura, non solo al noir, ma ad atmosfere d’indagini storiche, sensazioni e sequenze logiche che hanno incantato l’ascolto.  In quella sala la complicità tra i due scrittori e il giornalista Igor Patruno si annusava a pelle… ed è stato come rivivere quei giorni del lontano 1958, quando in Via Monaci, nei pressi di piazza Bologna l’omicidio di Maria Martirano, ritrovata strangolata nella suo appartamento, accendeva riflettori su un giallo passato alla storia come il Caso Fenaroli.

Non vi è dubbio che a Palmegiani e Sanvitale piace l’enigma da scardinare, ma piace ancor di più raccontare le modalità d’investigazione. Come un ladro esperto piace sfidare imprese impossibili ecco che i due, ormai consolidati in questa tecnica investigativa, condividono con i presenti, frammenti, passaggi e particolari importanti… mirabili tecniche di esecuzione che nascono, maturano e si concretizzano durante il lavoro certosino di ricerca… Igor Patruno, giornalista e scrittore ispirato anche lui a delitti inquietanti e avvolti nel mistero, conduce e amalgama queste atmosfere con quella capacità formidabile di accendere il fuoco della curiosità. Non è un semplice caso se è stata affidata a lui la presentazione del nuovo libro.

Ed ecco che la storia di questo delitto alla fine degli anni ‘50 viene analizzando ripercorrendo e studiando carte processuali, giornali, interviste… come davanti ad uno specchio riemergono i volti dei protagonisti, le loro paure, le loro passioni, la loro vita setacciata e analizzata da una gigantesca lente d’ingrandimento. Armando Palmegiani nel dettaglio illustra come la metodologia di investigazione moderna ha dimenticato l’essenza della criminologia, una scienza che non può solo affidarsi alle analisi del DNA, ma che deve riscoprire lo studio del particolare, quell’elemento privo di impronta ma ricco di segnali, di informazioni che vanno rivalutati per chiarire la personalità dei protagonisti o anche semplicemente il sesso. Un mozzicone di sigaretta… prima non era importante per la prova del DNA, ma poteva suggerire indizio semplicemente dal modo cui era spenta…. rituali che affascinavano le indagini e che spesso danno ancora oggi, importanti strumenti logici. Invero, la perizia grafica, una tecnica analitica moderna, ha permesso di ritornare nel passato svelando i volti e le personalità dagli stessi  documenti in deposito, di fatto rendendo più cristallina la relazione anche tra gli stessi attori.  Fabio Sanvitale adora definire questa storia come il più bel delitto del Novecento italiano, poiché è la prima volta che appaiono la figura del sicario e del mandante, elementi di modernità e un intreccio e razionalizzazione del delitto.

Una serata suggestiva, che ha avvolto nel mistero un giallo già controverso, poiché se  esiste una verità processuale ne viene partorita un’altra, quella che gli scrittori fanno emergere dalla loro inchiesta. Non esiste solo il catalogo delle prove, ma prende forma l’abilità di intuizione  che riesce a osservare piccoli particolari che nessuno aveva catturato prima. Esiste una verità processuale agli atti, una storica forse mai accreditata e una in cerca di essere scoperta, quella che gli autori donano ai lettori, perché esiste il dubbio e la ricerca della soluzione dell’enigma perfetto.

Omicidio a Piazza Bologna, Una storia di sicari, mandanti e servizi segreti, riporterà alla memoria altre verità, dove si fa strada un’ipotesi che ha validi motivi per scardinare e condannare un errore giudiziario. Un opera piena di fascino, di mistero, scritta a due mani  dalla genialità di dialoghi che consacrano, per la terza volta con la Sovera Edizioni, Palmegiani e Sanvitale  protagonisti del noir….moderno, ma neanche troppo!

Una conferenza stampa che diventa anch’essa modernità, l’arcano è spiegato con deduzione  logica e premesse inaspettate. Chiudendo gli occhi, prende vita il racconto guidato dalle voci degli stessi scrittori, come un appuntamento alla radio si spalanca un mondo affascinante, dove i volti sono reali, gli ambienti descritti diventano quotidiani e quella storia di sospetti e inganni è la madre della curiosità che si impadronisce dei pensieri e inseguono il finale che, come anticipato anche dal titolo, promette incredibili rivelazioni.

 

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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Editoriali

L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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