Costume e Società
Perugia, Social Photo Fest: oltre 6 mila presenze per la quinta edizione della rassegna internazionale
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PERUGIA – Con grandissimo successo e riconoscimenti da tutto il mondo si conclude la V edizione del Perugia Social Photo Fest, la prima rassegna internazionale di fotografia sociale e terapeutica che si tiene ogni due anni a Perugia e che è diventata ormai un saldo punto di riferimento, nazionale e internazionale, per quanti si occupano di fotografia sociale e di fotografia nelle relazioni di aiuto. Il Festival, che anche per il biennio 2017 / 2018 ha ottenuto il riconoscimento internazionale EFFE LABEL , è stato possibile anche grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha sostenuto la manifestazione riconoscendone non solo il valore culturale e sociale ma anche innovativo e fondamentale per lo sviluppo del territorio.
Il tema di questa edizione, la pelle, ha indagato gli elementi di confine, materiali e simbolici, che separano il mondo esterno dal mondo interiore, e ha trovato un grandissimo apprezzamento da parte del pubblico e degli addetti ai lavori che, mai come quest’anno, hanno riempito il capoluogo umbro di una folla di appassionati visitatori.
Questa edizione ha fatto registrare la più alta affluenza di sempre
con oltre 6000 presenze da 26 Paesi di tutto il mondo, tra cui Canada, Polonia, Argentina, Francia, Spagna, Israele, Belgio, e quasi 4000 ingressi alle mostre, divise tra il Museo Civico di Palazzo della Penna e le Officine Fratti. Nel giro di pochi giorni i 9 workshop organizzati sono andati sold out, a dimostrazione del fatto che il Perugia Social Photo Fest non è solo un’esposizione fotografica ma un luogo dove potersi confrontare ed interventire, arricchendosi reciprocamente. Grandissimo anche il seguito da remoto con oltre 450.000 visualizzazioni tra social network e sito internet.
Tra i tantissime eventi collaterali, è stata annunciata in anteprima nazionale la rivista on line “NE.MO” che, nel giro di sole tre settimane, è stata scaricata oltre 900 volte. In un’epoca in cui vi è un grande utilizzo dell’immagine fotografica, NE.MO vuole raccogliere e documentare diverse modalità di utilizzo della fotografia, oltre ad essere un promemoria, un contenitore, in cui differenti esperienze e progettualità possano confluire, incontrarsi ed intrecciarsi, come contributo concreto alla diffusione della cultura fotografica tra i professionisti della relazione di aiuto.
“Si chiude questa quinta straordinaria edizione del Perugia Social Photo Fest” – ha commentato Antonello Turchetti, Direttore Artistico della manifestazione – “Straordinaria non solo da un punto di vista numerico, abbiamo raddoppiato le presenze dell’edizione 2016, ma soprattutto da un punto di vista culturale e umano. Siamo una grande famiglia, in continua espansione, che ha individuato in Perugia e nel Festival il luogo perfetto per poter crescere, confrontarsi, apprendere, emozionarsi. Il PSPF si riconferma un festival necessario nel panorama italiano e internazionale. Un festival che ha un’idea precisa, una mission che porta avanti con estrema professionalità e in una logica di co-creazione con gli autori e con il pubblico. Un contenitore, che nonostante tentativi di imitazione, rimane unico nel suo genere. Il PSPF non è solo un festival di fotografia ma è soprattutto un luogo dove la cultura diventa il terreno per creare un rapporto profondo con la realtà umana, per comprenderla e accorciare quelle distanze imposte da una società che ci vuole sempre più distanti l’uno dall’altro.”
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Costume e Società
Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario
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15 Luglio 2024![](https://www.osservatoreitalia.eu/wp-content/uploads/2024/07/IMG_5243.jpeg)
Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.
Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.
L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione
Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.
Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”
L’Umanità di Francesco Tagliente
Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.
La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.
Un Esempio di Vita
La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.
Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.
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