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Editoriali

Dal prete d’avanguardia al parroco progressista: quando il sacro lascia spazio al profano, il profano adultera il sacro

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La Nuova Bussola Quotidiana, un gruppo di giornalisti cattolici, accomunati dalla passione per la fede, come amano definirsi, hanno lanciato un grido d’allarme : #salviamolechiese, per fare argine alla deriva invalsa in tante parrocchie, di “usare” la “casa del culto divino e della preghiera” ad uso e consumo di svago, di divertimento e di usi sociali, tutte attività che possono essere facilmente e comodamente condotte nelle sale parrocchiali oppure in sale comunali.

Per meglio comprendere il fenomeno bisogna ritornare indietro di qualche anno quando allora si cominciava a parlare di “sacerdoti d’avanguardia”, “preti di trincea” passando al successivo e conseguente “parroco progressista”.

Si era iniziato con un canto liturgico “beat” per finire , in certe parrocchie, in funzioni liturgiche, veri show domenicali dove il povero fedele veniva, e viene ancora soventemente, costretto a subire
un cascame di musica urlata sul tam tam di chitarre e tamburi, battiti di mani ed ancheggiare di signore, che povere loro, ballando il tuca tuca dei “parroci adulti” al momento dell’alleluia, sono
convinte di pregare; forse sarà così, chi lo può dire? Tutti citano a sproposito S. Agostino: chi canta prega due volte. Sono proprio convinti che il loro sia veramente “canto“? Nel 1972 il Beato di Dio Paolo VI proclamò : “Il fumo di satana è entrato nel tempio di Dio. Si credeva che dopo il concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E’ venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio.” Per quella fatidica frase Paolo VI fu bersagliato da coloro che si erano autoproclamati custodi dello spirito del concilio. Gli autoproclamati custodi sono moltiplicati e diventano sempre più audaci.

Per la degenerazione non c’è mai fine e sembra che ci siano dei parroci che si sono messi in gara

L’uno con l’altro per fare sempre “meglio”. Piano piano stanno scivolando nella dissacrazione. Diversamente non può essere, perché quando il sacro cede il passo al profano, quest’ultimo si appropria degli spazi del sacro, in nome della solidarietà , un senso umanitario e, lasciamocelo dire, tanto vaneggiare del politicamente corretto.

Purtroppo il lassismo strisciante tra molti parroci d’avanguardia rischia di minare la fede di un popolo

Gli esempi da citare sono molteplici e quello che preoccupa è che non incontrano la dovuta e giusta reazione da parte dei fedeli. Molti eventi sono camuffati sotto le vesti di atti di misericordia, atti di carità ultimo grido. L’arcivescovo Corrado Lorefice, Diocesi di Palermo, serve il pranzo di Capodanno nella Cattedrale davanti alla Porta Santa della Misericordia ai poveri, a dei migranti e non solo. Ben altro modo di interpretare la Caritas cristiana è stata quella di Stefano Manetti, Vescovo della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, regalando alcuni momenti di gioia e buon umore ai poveri di Montepulciano e dintorni, offrendo loro un pranzo, organizzato dalla Caritas diocesana, in un noto ristorante del paese, evitando così di profanare il tempio sacro. Il modo di concepire la carità del Vescovo Manetti rimane una delle eccezioni perché molti altri parroci come Emanuele Germani di Villanova, vede nella casa della preghiera anche un luogo di incontro, di intrattenimento e di svago. Festeggiare il veglionissimo di fine anno in chiesa con il parroco-clown, con canti e balli, sta prendendo piede in molte parrocchie. La distinzione tra sacro e profano, ahinoi, è sparita.

Si è andati oltre la profanazione, oltre la dissacrazione. Il pacchiano di certi parroci non conosce limiti

A San Teodoro nella Diocesi di Tempio Pausania durante la cerimonia dei cresimandi 2017, il parroco del luogo ha pensato bene di organizzare per l’occasione un balletto in chiesa, adattando la canzone “l’esercito dei selfie” in “l’esercito di Cristo”. .Ma che bravo,molto evangelico! La creatività di certi parroci è ormai all’apice. A San Miniato Basso, cittadina in provincia di Pisa, è stato dato in scena un presepe vivente con attori scelti tra gli immigrati, naturalmente, di religione musulmana. Queste scelte dei “parroci intelligenti” sono molto trendy ma questo parroco ha superato se stesso perché la Madonna, teneva in braccio una bambinella di cinque mesi anziché un bambinello appena nato.

E chi crede che lo sfascio finisca qui, con questo episodio si sbaglia, il peggio della marcia dei parroci “progressisti” ancora è da venire.

Ad Alba, nei pressi della cattedrale cittadina, tra le volte gotiche della chiesa di S. Domenico, è andata in scena una sfilata di moda molto partecipata da un grande pubblico. Modelle elegantissime con generosi decolté in passerella attraversavano la corsia per ricevere il plauso degli ospiti. Oramai il calice del degrado è stracolmo, i pseudo fedeli vivono il loro letargo con rasserenata indifferenza, i parroci e i vescovi coinvolti si discolpano arrampicandosi con discorsi acrobatici che fanno più male che gli stessi eventi profanatori. La profanazione e la dissacrazione delle chiese con le più svariate iniziative, comizi elettorali, mostre, set fotografici, canti e balli e veglioni di Capodanno sono un fiume in piena che sta erodendo la sacralità e spazzando via quel tanto di fede che è rimasto nel Belpaese. Riti liturgici creativi, ritmi e gorgheggi insonori scambiati per musica sacra e battiti di mani e ancheggiare delle signore al canto di Shalom e alleluia sono la nuova evangelizzazione dei “parroci creativi”.

Meglio di tutt’altra documentazione, per chiudere questo articolo, quanto ebbe a ribadire Benedetto XVI, il prefetto del Culto Divino:

“La crisi della Chiesa è una crisi liturgica: non possiamo chiudere gli occhi sul disastro, la devastazione e lo scisma che i promotori moderni di una liturgia viva hanno provocato rimodellando la liturgia della Chiesa secondo le loro idee”.

Emanuel Galea

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Ambiente

Agenda 2030, sostenibilità ambientale: ecco come impegnarci

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La sostenibilità ambientale è uno dei goals previsti nell’Agenda 2030. Tale documento evidenzia obiettivi molto importanti tra cui, porre fine alla fame nel mondo, dire stop alla violenza sulle donne etc …

Nelle scuole italiane e non solo sono stati avviati progetti per arrivare ai traguardi preposti.
Negli ultimi anni, l’obiettivo della sostenibilità ambientale ha visto una maggiore consapevolezza individuale e collettiva.

All’interno di molte scuole, sono state programmate diverse attività tra cui, insegnare la raccolta differenziata, organizzare gite guidate presso inceneritori e impartire lezioni o laboratori di educazione civica e ambientale da parte dei docenti.

Ogni proposta ha rappresentato la possibilità di rendere i ragazzi e gli adulti maggiormente consapevoli di alcune problematiche legate al nostro pianeta: dalla deforestazione, alle banche di plastica che osteggiano la pulizia dei nostri mari, al riscaldamento globale fino ad arrivare alla totale trasformazione del territorio mondiale.

Molte di queste problematicità, causate principalmente dall’agire umano, vengono studiate non solo dalla scienza, ma anche dalla geografia. Siamo in un mondo globale in cui la questione ambientale e le sue possibili modifiche future preoccupano gli studiosi.
Per tale motivo il concetto di sostenibilità dell’ambiente è un argomento che sta molto a cuore agli esperti e non solo.

Tuttavia, sono nate diverse occasioni per evitare una totale inaccuratezza da parte dell’uomo. Pertanto, per sviluppare una maggiore sensibilità di fronte alla cura costante e attiva del nostro ambiente sono state previste diverse iniziative, partendo proprio dal comportamento dei cittadini stessi:

  • periodicamente si svolgono numerose campagne ambientali per sviluppare una corretta raccolta differenziata da parte dei singoli Comuni, Regioni e Stati;
  • ogni città al suo interno ha organizzato incontri in cui vengono spiegate le diverse fasi di raccolta dei rifiuti;
  • si sono definite regole precise per mantenere pulite le città;
  • di tanto in tanto ogni regione predispone seminari o incontri a tema su come incentivare l’uomo a rendere sempre più vivibile l’ambiente in cui abita;
  • molte scuole hanno sviluppato ricerche e sondaggi, tramite esperti del settore, per sensibilizzare i giovani e gli adulti a far fronte a questa urgenza di “pulizia” all’interno degli ambienti in cui si vive;
  • si organizzano, inoltre, convegni internazionali sulla sostenibilità ambientale e su eventuali nuove tecniche di intervento.

In generale, dalle scuole, alle diverse associazioni e al governo si è trattato l’argomento sulla sostenibilità, ponendo questi obiettivi come primari e improrogabili per “risistemare” il nostro pianeta.

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Editoriali

Aggressione omofoba a Roma: chi ha più prudenza l’adoperi!

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Mercoledì due ragazzi, per un bacio, sono stati aggrediti da un gruppo di egiziani al grido: “Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare” rischiando davvero grosso.


Per fortuna, invece di reagire, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’Ordine che, prontamente, sono intervenute mettendo in salvo i due ragazzi. In queste situazioni “Ci vuole prudenza!”

È un pensiero che la mia generazione ha recepito troppe volte in malo modo e, di contro, le generazioni attuali non sanno neanche da dove provenga.

E se alla mia età arrivo a scrivere di questo è perché il clima che si respira in ogni parte del mondo predica proprio la prudenza. Assistiamo, troppe volte, a situazioni in cui le aggressioni, le violenze, i soprusi colpiscono e fanno piangere proprio perché quella virtù molto predicata e poco praticata, la prudenza appunto, viene accantonata per imporre magari le nostre ragioni di fronte a soggetti che non hanno nulla da perdere pronti a tutto e senza scrupoli.

E non mi si venga a dire “ci rivuole il manganello” perché violenza chiama violenza, aggressione chiama aggressione, sopruso chiama sopruso.

Non so “offrire” una ricetta perché i tanti “Soloni”, esperti in materia, sono decenni che “toppano”, sbagliano, predicando il “dente per dente”.

Occorre “certezza di pena” e “controllo del territorio”. E se a tutto ciò aggiungiamo un “cultura woke” che, a mio avviso, vuole imporre a colpi di “politicamente corretto” scelte sulla vita di ognuno ci ritroveremo davvero a riconsiderare vero ed attuale il pensiero di Thomas Hobbes “Homo hominis lupus”, l’uomo è lupo agli uomini.

Perché l’integrazione non si impone per legge come anche l’inclusione.
Sono processi che passano attraverso l’accettazione di entrambe le parti in modo paritetico e rispettoso ognuno dell’altro.

Quindi, “prudenza” perché, come diceva Henry de Montherlant: Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo di prudenza”.

l’immagine rappresenta l’allegoria della Prudenza

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L’illusione della superiorità e l’incoscienza di chi crede di avere una coscienza superiore: Beata ignoranza!

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Nell’era dell’informazione e dell’autorealizzazione, sempre più individui si convincono di possedere una coscienza superiore, una sorta di illuminazione intellettuale e morale che li pone al di sopra della massa. Questa percezione, spesso priva di una reale base di merito, non solo è pericolosa, ma anche profondamente ingannevole. L’illusione della superiorità può infatti condurre a un’autocelebrazione sterile e alla svalutazione di tutto ciò che non rientra nella propria visione del mondo.

L’autocompiacimento dell’ignoranza

Uno dei fenomeni più diffusi è l’autocompiacimento dell’ignoranza. Alcuni individui, forti di una conoscenza superficiale acquisita attraverso fonti discutibili o parziali, si autoconvincono di avere una comprensione profonda e completa delle cose. Questo atteggiamento li porta a rifiutare qualsiasi opinione contraria, chiudendosi in una bolla di autoconferma. Il paradosso è che più limitata è la loro comprensione, più ferma è la loro convinzione di essere superiori.

La mediocrità travestita da eccellenza

Chi si illude di avere una coscienza superiore spesso ignora la necessità di un’autoanalisi critica e di un continuo miglioramento. Questa mancanza di umiltà e di riconoscimento dei propri limiti porta a una stagnazione intellettuale e morale. La mediocrità, in questo contesto, si traveste da eccellenza, mascherata da un velo di arroganza e presunzione. La vera eccellenza richiede infatti la capacità di riconoscere i propri errori e di apprendere continuamente dall’esperienza e dagli altri.

Il confronto con la realtà

Per smascherare l’illusione di una coscienza superiore, è essenziale confrontarsi con la realtà in modo aperto e onesto. Questo implica ascoltare opinioni diverse, accettare critiche costruttive e riconoscere l’importanza della competenza e dell’esperienza. Solo attraverso questo confronto si può sviluppare una vera comprensione e una consapevolezza autentica.

L’importanza dell’umiltà

L’umiltà è la chiave per evitare la trappola dell’illusione di superiorità. Riconoscere che la propria conoscenza è limitata e che c’è sempre spazio per migliorare è il primo passo verso una crescita autentica. L’umiltà permette di apprendere dagli altri e di riconoscere il valore della diversità di pensiero e di esperienza. Solo con questa attitudine si può sviluppare una coscienza realmente superiore, basata non sulla presunzione, ma sulla consapevolezza e sulla continua ricerca del miglioramento.

L’illusione di una coscienza superiore è un inganno pericoloso che porta all’arroganza e alla stagnazione. La vera superiorità non risiede nella convinzione di essere migliori degli altri, ma nella capacità di riconoscere i propri limiti, di apprendere continuamente e di confrontarsi con la realtà in modo aperto e umile. Solo attraverso questo percorso si può raggiungere una consapevolezza autentica e contribuire in modo significativo al proprio sviluppo e a quello della società.

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